Grande
giornata di mobilitazione a Parma. In centinaia tra maestre, studenti
universitari e ricercatori provenienti da Lombardia, Piemonte ed
Emilia-Romagna si sono radunati in piazza per contestare il ministro
dell'istruzione Valeria Fedeli, che era stata invitata in università per
tenere il discorso di inaugurazione dell'anno accademico.
La giornata di contestazione,
organizzata per chiedere conto al ministro in merito alla sciagurata
gestione delle politiche per il mondo della formazione, nello specifico
in relazione alla vergognosa sentenza che dovrebbe produrre il
licenziamento e l'espulsione dalle graduatorie per 60 mila maestri,
è stata molto lunga e determinata.
A seguito del concentramento in piazza Garibaldi i manifestanti si sono diretti come prima cosa verso l'edificio che ospitava il discorso propagandistico della Fedeli, a cui difesa la questura della città aveva schierato un nutrito gruppo di celerini. In seguito, dopo essere stati in un primo momento respinti dalle forze di polizia, si sono mossi in corteo selvaggio bloccando per diverse ore il centro di Parma.
Con la forza di pressione così accumulata i manifestanti auto-organizzati sono nuovamente tornati
sotto al palazzo entro cui il ministro si era trincerato. Qui, dopo più di un'ora di resistenza e pressione, il corteo è riuscito ad ottenere la possibilità di inviare una delegazione per presentare alla Fedeli le rivendicazioni della mobilitazione.
Alle richieste dei manifestanti, come prevedibile, il ministro ha risposto facendo di fatto ancora una volta muro contro muro, adducendo scuse strumentali per giustificare il proprio operato.
In ogni caso il più grande risultato della giornata è stata la dimostrazione della determinazione dei precari del mondo della formazione a non accettare le sciagurate politiche portate avanti negli ultimi anni
è stata molto lunga e determinata.
A seguito del concentramento in piazza Garibaldi i manifestanti si sono diretti come prima cosa verso l'edificio che ospitava il discorso propagandistico della Fedeli, a cui difesa la questura della città aveva schierato un nutrito gruppo di celerini. In seguito, dopo essere stati in un primo momento respinti dalle forze di polizia, si sono mossi in corteo selvaggio bloccando per diverse ore il centro di Parma.
Con la forza di pressione così accumulata i manifestanti auto-organizzati sono nuovamente tornati
sotto al palazzo entro cui il ministro si era trincerato. Qui, dopo più di un'ora di resistenza e pressione, il corteo è riuscito ad ottenere la possibilità di inviare una delegazione per presentare alla Fedeli le rivendicazioni della mobilitazione.
Alle richieste dei manifestanti, come prevedibile, il ministro ha risposto facendo di fatto ancora una volta muro contro muro, adducendo scuse strumentali per giustificare il proprio operato.
In ogni caso il più grande risultato della giornata è stata la dimostrazione della determinazione dei precari del mondo della formazione a non accettare le sciagurate politiche portate avanti negli ultimi anni
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