Pubblichiamo dei comunicati solo quello che condividiamo, perchè in questo momento delicato a nessuno, neanche con le migliori intenzioni, va consentito di alimentare la confusione e l'intossicazione imperialista 'antiterrorismo
...Il governo, in un remake dell’11 gennaio, ripete in loop le stesse parole: “autorità”, “fermezza”, “la Repubblica è in pericolo”. Tanto blaterare per niente: cosa possono fare di più e che non hanno già fatto dato che non vogliono affrontare le cause di questa cieca violenza politica? E rispetto alle conseguenze: sono chiari. Le loro forze di sicurezza sono già pronte. La polizia e l’esercito sono già dappertutto nelle nostre strade a piantonare gli edifici. Questo venerdì 13 novembre 2015 è la dimostrazione che tutto ciò non serve a niente. Non c’è un solo tizio in uniforme con un fucile d’assalto sulla strada dei tak-tak. I soldati della NATO non sono là per proteggerci, sono là per prepararci al fatto che “noi” siamo in guerra.
La loro guerra, i nostri morti
La Rèpublique è in guerra contro chi? In ogni caso, non contro coloro che finanziano, addestrano e indottrinano i tak-tak. Stasera i principi Wahabiti del Qatar, dell’Arabia Saudita o i sultani turchi dormiranno ben tranquilli nel cuore di Parigi dentro i loro ricchi hotel o dentro i palazzi, mentre le loro creature astiose e degenerate prodotto della globalizzazione capitalista seminano morte per le strade di Parigi come hanno fatto ieri per le strade di Beirut e il giorno prima ad Ankara. Il nostro dolore è identico per tutte le famiglie dei martiri della periferia del sud che sotterrano le 47 vittime dell’attentato di ieri a Bourj e le 102 di Ankara, quelle di Parigi e quelle che muoiono in Siria ostaggio di un gioco mortifero tra delle potenze imperiali e un tiranno. Questi morti, da Damasco a Beirut, a Parigi, sono i morti della globalizzazione capitalista, di una corsa ai profitti completamente caotica e disgustosa.
Invece di cercare di punire coloro che finanziano, addestrano e indottrinano i soldati di un califfato fantasma, assistiamo a un’ondata di odio razzista, di stupidi amalgami per impedire al nostro popolo di connettere le conseguenze alle cause.
Allora, dobbiamo restare calmi. Continuare a proteggere i più vulnerabili tra noi. Lasciamo che gli eccessi della febbre razzista si sfoghino nei commenti su Facebook, il nostro campo d’azione non è quello. Astrologi e altri ciarlatani della geopolitica invaderanno il web e le televisioni per venderci le loro teorie e i loro prodotti derivati che servono a mantenere questo ordine sociale e legittimare una cieca repressione. Lasciamoli su quel terreno. Teniamoci il nostro, quello del quotidiano nei nostri quartieri, sui nostri posti di lavoro. Conosciamo dove sta il nostro nemico. Teniamo la linea. Vivremo dei periodi in cui la storia accelererà. Prepariamoci.
Quartiers libres (collettivo di militanti della banlieu di Parigi) traduzione italiana a cura della redazione di Infoaut)
Prima che tutto accada
di Sandro Moiso (Carmilla on-line)
Prima che tutto accada occorre ragionare e far pensare.
Prima che la canea mediatica fascista, razzista, nazionalista, militarista, perbenista e di sinistra falsamente antagonista inizi ad ululare occorre dire, scrivere, organizzare. Prima ancora che arrivi il conteggio definitivo delle vittime.
Prima che le colpe si riversino sui più deboli e sugli ultimi occorre prepararne la difesa.
Prima che i potenti cerchino il nostro abbraccio occorre denunciarli.
Prima che gli incoscienti accorrano a manifestare con l’imperialismo, il militarismo e il patriottismo, come ai tempi di Charlie Hebdo, occorre smascherare i moventi e i mandanti.
... la guerra è arrivata definitivamente sul fronte occidentale. Ma non l’hanno portata gli immigrati e i profughi, come tanti continuano a blaterare.
L’hanno portata gli alleati dell’Occidente e dell’Europa (Stati del Golfo? Arabia Saudita? Israele? USA? Turchia?). L’ha portata la competizione imperialista tra gli stati occidentali e la loro necessità di balcanizzare il Vicino Oriente senza, tra l’altro, saperne prevedere le conseguenze.
L’ha portata la miseria politica, sociale ed economica delle periferie metropolitane diseredate
L’ha portata l’incapacità di pensare autonomamente il mondo da parte di chi a questo vorrebbe opporsi. L’ha portata la mancata azione sindacale in difesa di chi lavora. L’ha portata un antifascismo ridotto a pacifismo e a spettacolo estetizzante. L’ha portata l’analisi fumosa degli pseudo-intellettuali che si dilettano di discettare sulla cultura della destra, là dove vi è solo odio, violenza e menzogna. L’ha portata un parlamentarismo ridotto ormai a veder gli schieramenti antagonisti di un tempo rispecchiarsi l’uno nell’altro così come i loro avversari populisti.
...L’ha provocata la scomparsa del concetto di classe e di lotta di classe. L’ha provocata un modo di produzione distruttivo e assurdo, spacciato per progresso e modernità. L’ha provocata il petrolio e le società che se ne occupano e servono. L’ha provocata il motore a scoppio e le guerre tra coloro che ne detengono il monopolio della produzione. ...
L’ha determinata l’assenza di lotta di classe o anche solo una sua seria e riconoscibile rappresentanza politica, sia a livello nazionale che internazionale,,,
N.B. La responsabilità per le opinioni qui espresse è da attribuirsi esclusivamente all’autore e non alla redazione di Carmilla nel suo insieme.
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