La lettera: serve il programma
dei lavori, lo chiediamo dall’estate. Già bloccate le demolizioni di Russia e
Corea
di LUCA
ZORLONI
Milano, 19 novembre 2015 - Autogru non
autorizzate, rischio di cadute dall’alto, segnaletica assente, pozzetti aperti
senza essere delimitati, cavi elettrici manomessi senza essere stati prima
disattivati. L’elenco dei pericoli per chi lavora nel cantiere di
demolizione dell’Expo è lungo e l’Asl di Milano ieri l’ha messo nero su bianco
in una lettera di denuncia spedita ai vertici dell’organizzazione dell’evento, dopo
tre settimane di ricognizioni e interventi dentro il recinto del sito di Rho.
L’azienda sanitaria ha già dovuto bloccare alcuni cantieri non autorizzati, come quelli di Russia e Corea, perciò vuole vederci chiaro nella
gestione delle operazioni di smontaggio. A partire da quel piano di cantiere che
reclama da quest’estate. Senza successo, tuttavia. «Non è ancora arrivato, la situazione è preoccupante»,
puntualizza Susanna Cantoni, direttore responsabile dell’ufficio prevenzione di
Asl Milano. Lo smantellamento dell’Esposizione universale è partito senza un
programma dei lavori sottoposto al vaglio dell’azienda sanitaria locale.
Nei primi giorni gli staff dei padiglioni hanno traslocato la parte leggera:
arredi, cucine, allestimenti delle mostre. I primi giorni a mano, perché si è creato un ingorgo al
ritiro delle autorizzazioni negli uffici di Expo spa a Pero, poi con furgoni e
mezzi leggeri. Da ieri, tuttavia, è scattato il semaforo verde per i
pachidermi: tir e bilici, che dovranno trasportare fuori dal parco
espositivo la parte pesante degli interni dei padiglioni. Un traffico che si
aggiunge a quello dei 300-400 operai che al momento circolano dentro a Expo.
L’Asl tiene gli occhi aperti.
Ha rispedito in cantiere la trentina di
tecnici che avevano già sorvegliato la costruzione dell’evento universale.
L’organizzazione dell’ufficio sanitario ha passato l’esame
dell’edificazione. A dispetto
delle fosche previsioni di un rapporto
Inail, che
calcolava un rischio di 40 morti sul sito di Expo sulla base delle statistiche
sulla sicurezza dei cantieri italiani, i lavori sul sito hanno registrato 89
infortuni, tutti sotto i 20 giorni di prognosi. Tuttavia, la demolizione si
preannuncia più rischiosa, a cominciare dai tempi stretti. Otto mesi, fino a
giugno 2016, per riconsegnare le aree pulite. Ma i segnali che capta l’Asl
non sono positivi. «Sappiamo di padiglioni che portano via le cose
essenziali e rimandano lo smontaggio molto in là, anche negli ultimi mesi
utili», avverte Cantoni. Con il rischio che ripeta la corsa a perdifiato
delle settimane precedenti all’inaugurazione. Lo scenario che l’Asl vuole
evitare. Lo stallo dei lavori va
in tandem con il braccio di ferro tra imprese costruttrici e Paesi per lavori
non pagati e contestati. Il messaggio ai vertici di Expo spa è chiaro: c’è un vuoto di nomi,
ruoli, incarichi nel programma di un cantiere composto da circa 200 lotti che
Asl vuole riempire. Le situazioni di pericolo, d’altronde, stanno venendo a
galla. È successo anche al padiglione della Bielorussia: «rischio di caduta
dall’alto», recita il rapporto dei tecnici. E l’Asl è dovuta intervenire.
luca.zorloni@ilgiorno.net
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