Cyber security – “Cosa serve oggi? Sicuramente un investimento nella ciber security per mappare le persone sospette, ma anche semplicemente incrociando le immagini delle telecamere che abbiamo.
Sicurezza – “Escludo nel modo più categorico una modifica costituzionale su questi temi. Non escludo modifiche normative: sono necessari tempi tecnici di intervento diversi. Se l’intelligence può avere qualche freccia in più al suo arco è meglio”. “Sui controlli abbiamo ampio margine di iniziativa, ma più che controllo serve un lavoro di intelligence. C’è bisogno di alzare al massimo l’attenzione e di intervenire laddove si può. Serve tracciare le comunicazioni interne: cellulari, telecamere, Playstation”.
Sul rafforzamento della sicurezza nella città di Roma sentiamo il segretario del sindacato di polizia Silp Cgil, Daniele Tissone, al microfono di Alessandro Guarasci:
D. – Abbiamo visto che parte del reclutamento è arrivato attraverso il web. L’Italia è sufficientemente aggiornata tecnologicamente per sostenere questa sfida?
R. – Diciamo che il livello di intelligence italiano è medio alto, è elevato, perché noi veniamo dall’esperienza terroristica degli anni ’80 e ’90, veniamo dalla lotta al banditismo e al sequestro di persona, quindi il nostro personale è sufficientemente preparato. Bisogna sempre però mantenere questo livello di preparazione attraverso un’adeguata formazione del personale. Noi oggi dobbiamo puntare più sull’intelligence. Se ad esempio il miliare può essere utile per la difesa del presidio, dell’obiettivo sensibile, oggi la Polizia in termini di sicurezza interna al Paese deve lavorare sempre più in qualità, sempre più sul livello info-investigativo, sulla prevenzione, sulla repressione dei reati e se e quando, una serie di controlli e di monitoraggi anche di quello che è il web Noi sappiamo che il terrorismo si avvale di questo importante portato che è la propaganda. La propaganda non significa che se noi minacciamo un attentato su Roma o su una città dell’occidente poi lo dobbiamo eseguire per forza; basta già come dire lanciare questo proclama per terrorizzare i cittadini e le persone
D. – Abbiamo visto che parte del reclutamento è arrivato attraverso il web. L’Italia è sufficientemente aggiornata tecnologicamente per sostenere questa sfida?
R. – Diciamo che il livello di intelligence italiano è medio alto, è elevato, perché noi veniamo dall’esperienza terroristica degli anni ’80 e ’90, veniamo dalla lotta al banditismo e al sequestro di persona, quindi il nostro personale è sufficientemente preparato. Bisogna sempre però mantenere questo livello di preparazione attraverso un’adeguata formazione del personale. Noi oggi dobbiamo puntare più sull’intelligence. Se ad esempio il miliare può essere utile per la difesa del presidio, dell’obiettivo sensibile, oggi la Polizia in termini di sicurezza interna al Paese deve lavorare sempre più in qualità, sempre più sul livello info-investigativo, sulla prevenzione, sulla repressione dei reati e se e quando, una serie di controlli e di monitoraggi anche di quello che è il web Noi sappiamo che il terrorismo si avvale di questo importante portato che è la propaganda. La propaganda non significa che se noi minacciamo un attentato su Roma o su una città dell’occidente poi lo dobbiamo eseguire per forza; basta già come dire lanciare questo proclama per terrorizzare i cittadini e le persone
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