I fatti di Parigi hanno scatenato
gli istinti guerrafondai, spesso repressi per motivi di opportunità politica e
sociale, di tanta “bella gente” e dei padroni che più che alle tragedie di
migliaia di morti, feriti e lutti familiari guardano con preoccupazione alle
possibili implicazioni sull’economia.
Già questa mattina tutti ad osservare le Borse per vedere come reagiscono i “mercati”.
Già questa mattina tutti ad osservare le Borse per vedere come reagiscono i “mercati”.
I padroni sono arrabbiati e
dicono con forza al proprio governo, e quelli europei in generale, di darsi una
mossa per rilanciare il dossier sulla creazione di un Esercito europeo. E inoltre accusano i governi europei di non
spendere abbastanza in armamenti riportando un grafico per mettere a confronto
le spese dei vari paesi.
Solo gli Stati Uniti, con a capo
il premier nobel per la "pace" Obama, spendono ogni anno 460 MILIARDI DI EURO,
poi c’è l’Europa con una spesa di 210 MILIARDI DI EURO…
“Nel complesso, la Ue è seconda
solo agli Usa per spesa militare. Ma è ben lungi dall’essere la seconda potenza
militare” si lamenta lo scribacchino in un articolo apparso ieri sul Sole24Ore. E
aggiunge i diversi motivi perché questo esercito si faccia: “La forte
instabilità geopolitica nel Mediterraneo e in Medio Oriente, dove Stati
sostanzialmente falliti sono nelle mani di gruppi terroristici come l’Isis in
grado di colpire nel cuore delle capitali europee, è solo una – e forse neppure
la principale – delle ragioni che impongono all’Unione europea di dotarsi di
una capacità di difesa comune, integrando le forze armate di quegli Stati
membri che se la sentiranno di fare questo ulteriore passo di condivisione di
sovranità, sul modello della moneta unica.” Un altro motivo è dato dalla
“aggressività di cui Vladimir Putin ha dato prova con l'annessione della
Crimea”.
Da bravi economisti i padroni non
dimenticano che questa unità sul piano militare significherebbe anche
“risparmiare decine di miliardi di euro all’anno (20,6 secondo lo Iai) mettendo
in comune le forze armate ed eliminando duplicazioni e inefficienze darebbe un
contributo molto importante all’equilibrio dei conti.”
Già, i conti! che nonostante la
crisi devono prevedere le “spese per la difesa” visto soprattutto che, grida
preoccupato il giornalista, “altrove gli investimenti in armi ed eserciti
crescono a ritmo incalzante: +97% in Russia, +167% in Cina, +112% in Arabia
Saudita, + 39% in India.”
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