Un appello che raccogliamo
Contro
il 41-bis!
Sviluppare
la solidarietà ai rivoluzionari prigionieri!
Il
29 novembre 2014 la direzione del carcere di L’Aquila ha disposto
l’inasprimento del regime di 41-bis applicato contro la compagna
Nadia Lioce, con l’ulteriore limitazione del numero di libri e
quaderni da tenere in cella. Inoltre, da circa cinque mesi la
compagna è sottoposta alla misura dell’isolamento disciplinare, il
che determina una condizione d’isolamento totale e perenne.
La
compagna è assoggettata al regime di 41-bis dal 2005, ovvero due
anni dopo il suo arresto. Oltre alla compagna, sempre dal 2005, sono
stati sei i rivoluzionari prigionieri sottoposti a questo trattamento
(applicato dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e
ordinato dall’allora Ministro della Giustizia Caselli, su mandato
politico del Governo Berlusconi): tra questi vogliamo ricordare anche
la compagna Diana Blefari, uccisa nel 2009 nel carcere di Rebibbia da
questo infame regime detentivo e nonostante fosse stata ormai
assegnata ad una sezione comune dell’Istituto.
Attualmente il 41-bis viene attuato contro tre rivoluzionari prigionieri detenuti nelle carceri di Cuneo, Spoleto e L’Aquila: Marco Mezzasalma, Roberto Morandi e Nadia Lioce.
Attualmente il 41-bis viene attuato contro tre rivoluzionari prigionieri detenuti nelle carceri di Cuneo, Spoleto e L’Aquila: Marco Mezzasalma, Roberto Morandi e Nadia Lioce.
Su
mandato politico di tutti i Governi succedutisi dal 2005 in poi, sia
di centrodestra che di centrosinistra, il 41-bis contro i compagni è
stato prorogato e inasprito sempre più duramente.
Ricorrendo
all’imposizione di questo trattamento, lo Stato cerca di piegare i
rivoluzionari prigionieri per cancellarne l’identità politica. Il
41-bis è anche una risposta dello Stato contro il percorso
rivoluzionario di questi compagni, oltre che il tentativo di mettere
in campo una politica di deterrenza contro chi, conseguentemente, si
organizza e lotta per costruire un progetto nella prospettiva
rivoluzionaria.
Lo
Stato non ha raggiunto i suoi obiettivi, in quanto i compagni
continuano a resistere e a rivendicare la loro identità politica.
Lo
Stato ha sempre sostenuto che dal 41-bis si possa uscire... a
condizione che si accetti di collaborare! Ma tutti i rivoluzionari
sottoposti a questo regime detentivo non si sono mai piegati a questo
sporco ricatto!
Bisogna
rilanciare ed estendere la solidarietà verso i compagni sottoposti
al 41-bis e anche verso tutti gli altri rivoluzionari prigionieri che
con la loro quotidiana resistenza rivendicano il proprio percorso
politico.
La
solidarietà va rilanciata ed estesa anche ai rivoluzionari
prigionieri nel resto d’Europa, così come ai rivoluzionari
prigionieri turchi, palestinesi, indiani e di tutto il mondo.
Abbattere
il capitalismo!
Collettivo
Contro la Repressione per un Soccorso Rosso Internazionale (CCRSRI)
pc 10 febbraio - UN COMMENTO ALL'APPELLO SU NADIA LIOCE APPOGGIATO DA SoccorsoRossoProletario
Così lo stato vuole uccidere Nadia e sventolare la testa di
una prigioniera politica davanti al proletariato... ma Nadia
non si è pentita e vive ancora, così pure il proletariato,
perché viva è la necessità della rivoluzione proletaria.
La giustizia borghese, quella di Biagi e di D'Antona, quella
di Renzi, Monti, Marchionne, Berlusconi ecc.
ha fatto molti più morti di Nadia: morti di stato, morti sul lavoro,
morti per fame e per miseria.
"Mors tua vita mea" ci ricordano i servi dei padroni in ogni circostanza e in ogni ambito per dividerci, isolarci. Il proletariato comincia a vedere che questa giustizia borghese lo vuole schiavo o morto, comicia a vedere che la giustizia di stato ha 2 pesi e 2 misure: l'una per chi uccide e avvelena gli operai, i proletari, le popolazioni e il territorio, l'altra per chi lotta contro questa devastazione umana ed ambientale.
Ma finché la violenza di stato continuerà a chiamarsi giustizia,
la giustizia del proletariato continuerà a chiamarsi violenza. |
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