domenica 22 febbraio 2015

pc 22 febbraio - L'ATTIVITA' INTERNAZIONALE DEL MFPR - DALL'INIZIATIVA IN GALIZIA

Riportiamo dal Foglio speciale internazionale del MFPR, uscito a gennaio 2015, sulle assemblee fatte in Galizia organizzate dal Movimento di Lotta Popolare, il variegato dibattito che è seguito con diverse domande da parte delle donne, giovani presenti…

Quest'anno che cosa avete fatto il 25 novembre, giornata in cui l’anno scorso vi è stato nel vostro paese lo sciopero delle donne?
Quest'anno il 25 novembre nelle città in cui siamo presenti abbiamo organizzato iniziative di piazza
contro la violenza sulle donne, collegandole anche a livello internazionale con le iniziative delle
compagne, donne che lottano nel mondo, e in particolare quest’anno con la lotta delle donne combattenti Kurde, a Roma per esempio alcune compagne sono andate con uno striscione sotto
l’ambasciata turca sfidando i controlli delle forze dell’ordine.
All’interno di queste iniziative abbiamo riportato alle donne c h e a b b i a m o incontrato, ad un anno
esatto dallo storico primo Sciopero delle donne nel nostro paese, il messaggio/contenuti/lotta di esso, uno sciopero che partiva a p p u n t o d a l l a questione dei femminicidi, degli stupri e delle violenza per poi allargarsi a tutta la condizione di oppressione e sfruttamento della maggioranza delle donne. Lo abbiamo fatto soprattutto attraverso la diffusione in piazza del Dossier “La scintilla dello sciopero delle donne” che è stato da noi prodotto dopo lo sciopero.

Lo sciopero delle donne non è allora ogni anno?
Traendo un bilancio dall'esperienza fatta abbiamo considerato che le esperienze non si possono
meccanicamente ripetere, ma che nel nuovo anno di lotta che è iniziato è necessario lavorare perchè la linea/concezione/lotta rivoluzionaria che si è concretizzata nello Sciopero delle donne, fondata
sull'intreccio lotta di classe/lotta di genere, si consolidi e si possa estendere contro tutte le tendenze
che invece la soffocano, sottovalutano, ostacolano.
Importante in questa fase è quindi la battaglia teorica al servizio della pratica per farla avanzare; su questo gli opuscoli che abbiamo scritto come “La scintilla dello Sciopero delle Donne”, “S/catenate – donne lavoro e non lavoro – una lotta di classe e di genere”, “Uccisione delle donne, oggi”, testi vivi

perché nascono dell’esperienza viva, diretta fatta da operaie, lavoratrici, precarie, disoccupate, migranti, studentesse... in carne e ossa, dall'analisi concreta della realtà concreta nel nostro paese dal punto di vista della maggioranza delle donne, dalla battaglia di concezioni… sono strumenti importanti, vere e proprie “armi” che devono avere l'obiettivo di elevare la mobilitazione delle donne non solo in termini di numeri ma anche in sul piano dei contenuti. Oggi la fase è questa ma pensiamo di lavorare per un nuovo sciopero delle donne…

Partecipate agli scioperi generali indetti dai sindacati portando il punto di vista delle donne?
Nostro riferimento principale sono le donne proletarie perchè costituiscono quella maggioranza che doppiamente sfruttata e oppressa non ha nulla da perdere in questo sistema se non le doppie catene... lavoriamo quindi attivamente tra le lavoratrici, precarie, disoccupate... che oltre ad aderire in diverse al Mfpr sono organizzate anche in un sindacato di base e di classe che è lo Slai Cobas per il s.c. che è il sindacato che ha dato copertura sindacale allo Sciopero delle donne l’anno scorso. Quest'anno il 14 novembre in Italia da alcuni sindacati di base, di classe tra cui appunto lo Slai Cobas s.c. che non sono i sindacati ufficiali legati in genere ai governi e filo padronali, e dai movimenti sociali è stato proclamato lo sciopero nazionale contro il governo Renzi e le sue politiche sempre più antioperaie, antiproletarie e antipopolari inserite nel moderno fascismo che avanza. Noi vi abbiamo partecipato con le lavoratrici, precarie, disoccupate scendendo in piazza contro un governo che nello specifico si è ricordato delle donne con un ipocrita e reazionario provvedimento, quello del “Bonus Bebè”: una misera manciata di soldi in cambio di sfornare figli, inchiodando le donne a quello che per questo sistema deve essere il ruolo, moglie/madre, angelo del focolare. Le nostre parole d'ordine contro erano“Noi donne non vogliamo elemosine di stampo fascista, come si faceva ai tempi di Mussolini, ma vogliamo innanzitutto il lavoro! Non siamo mere macchine riproduttrici! Il lavoro è anche un mezzo perchè tante donne abbiano l'indipendenza economica per liberarsi anche da situazioni familiari violente dove si rischia di essere uccise”.

Venite represse per le vostre lotte?
Alcune compagne che guidano le lotte delle lavoratrici, delle precarie, delle disoccupate, ecc.
subiscono la repressione che i servi dello Stato in divisa scagliano in diverse forme, ma vengono
represse anche le stesse lavoratrici, precarie in particolare le più attive e ribelli. Nelle lotte per il
lavoro ma anche in iniziative contro la violenza per esempio diversi sono stati i provvedimenti repressivi come multe per i blocchi stradali, per occupazione di palazzi come le sedi del Comune o della Regione, denunce per manifestazioni non autorizzate… ma vi sono stati anche episodi in cui le donne in lotta con le compagne sono state caricate dalla polizia vedi per esempio le lavoratrici delle pulizie a rischio perdita di lavoro o le disoccupate in lotta per averlo un lavoro in città del Sud come Taranto che hanno bloccato per giorni le strade, mettendo in campo una vera e propria rivolta di donne o le cariche della polizia alle compagne e femministe che hanno fatto un presidio di solidarietà attiva a Milano davanti al tribunale al fianco di una donna migrante che aveva osato denunciare il poliziotto che dentro il CIE aveva cercato di violentarla. Questa repressione che comunque cerchiamo di contrastare con la denuncia costante e iniziative specifiche rientra in quella ben più ampia che nel nostro paese governi sempre più reazionari portano avanti potenziando lo Stato di polizia.

Come vi rapportate con il femminismo non proletario?
In Italia ci sono alcuni collettivi non istituzionali/ borghesi ma del femminismo radicale con cui ci
siamo confrontate negli anni e con cui sul piano pratico abbiamo fatto alcune battaglie comuni vedi per esempio sulla questione della violenza contro le donne. Negli anni vi è stato anche un confronto sul piano ideologico... il nodo cruciale è l'intreccio della questione di classe alla questione di genere perchè circoscrivere la questione delle donne solo al genere è riduttivo e parziale e oggettivamente porta al riformismo... noi diciamo che le femministe devono assumere la realtà della maggioranza delle donne che sono le proletarie, le più oppresse di questo sistema, che le femministe devono assumere una visione di classe nella lotta di liberazione del genere in una prospettiva rivoluzionaria, mentre le proletarie per liberarsi da tutte le oppressioni devono essere femministe assumendo un punto di vista delle donne su tutte le questioni…

Come combattete le forme di maschilismo più nascoste, meno immediate?...ci sono molte trappole nella nostra vita quotidiana.
Importante su questo piano è l'analisi che nasce sempre da esperienze reali, per esempio l'opuscolo che abbiamo prodotto sulle “Uccisioni delle donne oggi” è un esempio del lavoro di analisi teorica che parte da una condizione tragica che si vive realmente nel nostro paese e soprattutto all'interno delle famiglie di cui l'oppressione maschilista verso le donne da parte dei coniugi, compagni ecc si manifesta in varie forme, anche subdole come dici, ma ha sempre una causa sociale. Un altro opuscolo che anni fa le compagne del Mfpr hanno fatto, intitolato “Della condizione sessuale della donna”, nasce da un seminario nazionale in cui vi è stata una parte dove le compagne hanno raccontato esperienze vissute in merito al rapporto con i propri compagni, e quando diciamo compagni parliamo anche sul piano della militanza politica rivoluzionaria; dagli interventi emergono aspetti di maschilismo in questi rapporti perché essere compagni comunisti, rivoluzionari, non significa essere automaticamente non maschilisti... così nelle organizzazioni politiche rivoluzionarie si riproducono le idee, comportamenti... che introiettiamo ogni giorno perchè viviamo immersi nella realtà e non siamo immuni dall'influenza dell’ideologia dominante borghese che nei confronti delle donne si manifesta anche nella forma del maschilismo... il movimento femminista proletario rivoluzionario, che lavora per conquistare le donne alla lotta rivoluzionaria, è un organismo generato del partito comunista maoista d'Italia che afferma che anche nell'organizzazione politica, in cui alcune compagne militano con ruoli anche dirigenti, si deve sviluppare una lotta ideologica, pratica contro concezioni borghesi, maschiliste... e le compagne in questa lotta devono essere in prima linea,
l'avanguardia... prendiamo insegnamento dall'esperienza reale e concreta della GRCP/Mao, guardiamo alla lotta che Chang Ching fece in quel partito... la rivoluzione nella rivoluzione…

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