Natale in casa Marchionne
Neanche la morte di un operaio,
avvenuta appena poche ore prima, ha fermato gli “eroi” della dirigenza Fiat ad inscenare l’ennesima
ipocrita distribuzione di elemosine ai figli degli addetti nello
stabilimento di Pomigliano.
“Natale bimbi” è lo show che il
Marchionne pensiero mette in scena ogni anno, mentre molti sono
ancora in cassa integrazione, decine
sono gli infortuni taciuti, i suicidi della disperazione, gli
ammalati per patologie direttamente riconducibili all’attività
nella fabbrica... dove non esistono più pause, né il minimo
rispetto perla salute di chi ci lavora.
Comitato mogli degli operai di
Pomigliano e sindacato Slai cobas erano assieme fuori i cancelli,
forti della verità delle loro denunce
e di quel “pugno alzato” che significa resistenza e reazione,
resistenza alle palesi ingiustizie
della Fiat, alle evidenti violazioni dei diritti, alle chiare dirette
responsabilità sui lutti che hanno
colpito molte famiglie, reazione di chi non vuol mollare, di chi
non vuole insegnare ai propri figli ad
essere schiavi allegri, soddisfatti per un pacco dono che non
copre, neanche minimamente, il lavoro
ed il sudore, le lacrime ed il sangue.
Due mondi contrapposti, ormai sempre
più divisi in ogni parte del paese.
I ricchi affamatori, che Renzielogia ad
ogni sua apparizione televisiva, forti dell’appoggio di una
politica corrotta e di un jobs act che
cancella definitivamente ogni diritto di chi lavora, che autorizza,
con la legge di stabilità, un ulteriore avvelenamento di quel
territorio e di quell’ambiente, che già vede la magistratura
pronta ad accoglierne il disegno con le vergognose assoluzioni di
questi giorni (Eternit, Marlane/Marzotto, Bussi), a spingere
sull’acceleratore delle riforme fasciste del governo, dall’altra
morti per amianto, per avvelenamento delle acque, per essere stati
esposti ai fumi tossici dei composti chimici per la lavorazione dei
tessuti, i milioni di sfruttati, con contratti precari o a
“chiamata”, i milioni di disoccupati, i poveri, giovani ed
anziani, i disabili.
In quel spiazzale, davanti ai cartelli
in stile “impero”: “Noi siamo quello che facciamo”, c’era
il
mondo reale, fatto da quelle persone
che con la sola forza della loro volontà, di quella dignità che
non ha nulla a che vedere con il
lavoro, ma con il rispetto completo dei diritti di ogni persona, con
soli due amplificatori ha zittito lo show della Fiat, ha annichilito
le stesse guardie giurate, ha
fermato quei lavoratori che, in fila,
andavano a prendere il “dono” per i loro figli.
“Insieme possiamo vincere”...tre
semplici parole che messe assieme sono il sunto, il compendio,
dell’attuale momento storico.
Solo assieme i lavoratori, gli
studenti, i disoccupati, i senza casa, i disabili, i cosiddetti
ultimi di
questa terra possono ritrovare la forza
e la determinazione per riprendersi ciò che gli è stato
rubato e che non si chiama dignità, ma
libertà e vita.
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