oltre 1000 in piazza contro il Piano Casa!
La
Bologna degna meticcia e solidale in rotta di collisione con il Piano
Casa ha mantenuto le sue promesse. In oltre un migliaio tra occupanti di
case di Social Log, studenti del Cas, universitari del
Cua, facchini della logistica riuniti sotto il sindacato
SiCobas,sindacati di base e solidali del quartiere Navile si sono
ritrovati sotto la neo-occupazione dell' Ex-Telecom, l'ultima del
trittico che ha fatto emergere con forza e prorompenza l'emergenza
abitativa a Bologna.
E proprio per cercare di risolvere dal basso questo problema che grava su centinaia di famiglie che soffrono sulla propria pelle la mancanza di reddito e di risposte da parte delle istituzioni – le uniche che vengono dal Governo Renzi sono un insulto alla povertà dilagante nei quartieri delle città italiane - che il corteo ha portato le istanze di dignità e giustizia che caratterizzano la lotta per l'abitare dalla Bolognina, dove i manifestanti sono stati accolti più volte dagli applausi di passanti e persone affacciate alle finestre, fino al centro città.
Tra innumerevoli slogan e interventi si è ribadita e rilanciata la volontà di contrastare immediatamente le disastrose conseguenze del Piano Casa in tempi di crisi, reclamando a gran voce una moratoria degli sfratti immediata, uno stop agli sgomberi delle occupazioni abitative che rappresentano una soluzione coerente ed efficace all'acuirsi dell'emergenza, e il riconoscimento delle pratiche di auto-recupero come pratica che, in antitesi alla speculazione imperante, sono la riqualificazione vera e partecipata di cui i quartieri hanno bisogno.
Non ultima, la possibilità di accedere a una casa popolare anche per chi è senza reddito è stata una delle sollecitazioni fatte con forza dal corteo.
Questa tappa del percorso che da oltre un anno Social Log ha intrapreso nel bolognese, tra occupazioni, picchetti antisfratto e mobilitazione all'insegna della solidarietà e dell'antirazzismo rappresenta il punto di ripartenza di una storia tutta da scrivere per ribaltare non solo il Piano Casa a partire dai territori e dalle necessità che esprimono, ma per ridefinire le priorità e rovesciare le sinamiche di una crisi che vede il Governo Renzi totalmente impegnato a garantire i profitti di pochi e attaccare i diritti e le possibilità di vita, accesso ai servizi primari e la dignità di sempre più persone.
Difatti a conclusione del corteo, a due passi dalla centralissima Piazza Maggiore, corredata degli addobbi di festività natalizie sempre più amare e indigeste per le nuove povertà che avanzano nella Bologna del neoliberismo targato PD, i manifestanti si sono lasciati con la promessa di tornare quantoprima a tradurre ed estendere le lotte per la Casa, il reddito e la dignità per tutti e tutte, non mancando di solidarizzare con i movimenti reali che costellano il Paese, come il No TAV, che era presente in delegazione solidale.
D'altronde, come scritto in uno dei tanti cartelli presenti in piazza, la spesa inutile per un solo chilometro di TAV basterebbe a garantire mille case popolari.. un messaggio chiaro da spedire con sempre maggiore forza al Governo di Renzi e di Lupi
E proprio per cercare di risolvere dal basso questo problema che grava su centinaia di famiglie che soffrono sulla propria pelle la mancanza di reddito e di risposte da parte delle istituzioni – le uniche che vengono dal Governo Renzi sono un insulto alla povertà dilagante nei quartieri delle città italiane - che il corteo ha portato le istanze di dignità e giustizia che caratterizzano la lotta per l'abitare dalla Bolognina, dove i manifestanti sono stati accolti più volte dagli applausi di passanti e persone affacciate alle finestre, fino al centro città.
Tra innumerevoli slogan e interventi si è ribadita e rilanciata la volontà di contrastare immediatamente le disastrose conseguenze del Piano Casa in tempi di crisi, reclamando a gran voce una moratoria degli sfratti immediata, uno stop agli sgomberi delle occupazioni abitative che rappresentano una soluzione coerente ed efficace all'acuirsi dell'emergenza, e il riconoscimento delle pratiche di auto-recupero come pratica che, in antitesi alla speculazione imperante, sono la riqualificazione vera e partecipata di cui i quartieri hanno bisogno.
Non ultima, la possibilità di accedere a una casa popolare anche per chi è senza reddito è stata una delle sollecitazioni fatte con forza dal corteo.
Questa tappa del percorso che da oltre un anno Social Log ha intrapreso nel bolognese, tra occupazioni, picchetti antisfratto e mobilitazione all'insegna della solidarietà e dell'antirazzismo rappresenta il punto di ripartenza di una storia tutta da scrivere per ribaltare non solo il Piano Casa a partire dai territori e dalle necessità che esprimono, ma per ridefinire le priorità e rovesciare le sinamiche di una crisi che vede il Governo Renzi totalmente impegnato a garantire i profitti di pochi e attaccare i diritti e le possibilità di vita, accesso ai servizi primari e la dignità di sempre più persone.
Difatti a conclusione del corteo, a due passi dalla centralissima Piazza Maggiore, corredata degli addobbi di festività natalizie sempre più amare e indigeste per le nuove povertà che avanzano nella Bologna del neoliberismo targato PD, i manifestanti si sono lasciati con la promessa di tornare quantoprima a tradurre ed estendere le lotte per la Casa, il reddito e la dignità per tutti e tutte, non mancando di solidarizzare con i movimenti reali che costellano il Paese, come il No TAV, che era presente in delegazione solidale.
D'altronde, come scritto in uno dei tanti cartelli presenti in piazza, la spesa inutile per un solo chilometro di TAV basterebbe a garantire mille case popolari.. un messaggio chiaro da spedire con sempre maggiore forza al Governo di Renzi e di Lupi
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