martedì 23 dicembre 2014

pc 23 dicembre - Un saluto militante al partigiano CAIO uno dei 'ribelli della Benedicta da Novi Ligure

Partigiano Caio,

Pieroni, ma soprattutto Caio. Sono questi il soprannome e il nome di battaglia con i quali era conosciuto Giovanni Chiappino, partigiano che ha fatto parte dei “ribelli” della Benedicta. La sua scomparsa, lo scorso ottobre, ha rappresentato la perdita di un uomo di immenso valore e un valoroso combattente
NOVI LIGURE - Pieroni e Caio. Sono questi il soprannome e il nome di battaglia con i quali era conosciuto Giovanni Chiappino, partigiano che ha fatto parte dei “ribelli” della Benedicta. La sua scomparsa, lo scorso ottobre, ha rappresentato la perdita di un uomo di immenso valore, un combattente e un lucido testimone dei fatti accaduti nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
Giovanni Chiappino era nato a Silvano d'Orba il 13 febbraio 1923. “Era una persona molto comunicativa e gioviale – ricordano dall'associazione Memoria della Benedicta - che si esprimeva con una voce forte, da protagonista, manifestando la sua spontaneità e la sua sincerità”.

Il silvanese si arruolò nell'esercito e dopo l'8 settembre 1943, ritornato al suo paese, non esitò ad unirsi ai “ribelli” della Benedicta, assumendo come nome di battaglia “Caio”. Raccontava che la scelta di quel nome era dipesa dal fatto che si erano presentati al comando partigiano tre ragazzi di Silvano d'Orba e che, alla richiesta di darsi un nome di battaglia, si accordarono di chiamarsi Tizio, Caio e Sempronio.
Nelle file partigiane ebbe diversi incarichi e divenne anche comandante del battaglione Chiodi, appartenente alla brigata Garibaldi-Macchi, divisione Mingo. Riuscì in modo avventuroso a sfuggire alla sanguinosa rappresaglia nazifascista della Pasqua 1944 e all'eccidio che ne seguì e si impegnò per ravvivare il movimento partigiano fino alla liberazione del 25 aprile 1945.

Negli anni Settanta fu uno dei primi partigiani a dare la sua disponibilità per accompagnare le rare scolaresche che intendevano visitare i luoghi della Benedicta, che consentirono di conoscere la storia dei partigiani della nostra zona in modo più vero di quanto potevano recepire dai libri di storia e di usufruire di una lezione di vita impegnata per la realizzazione dei valori della libertà, della pace, della giustizia, della democrazia e della dignità di ogni persona.
Caio fu anche uno dei testimoni protagonisti nella realizzazione del primo filmato che l'associazione Memoria della Benedicta realizzò con il titolo “Il rastrellamento”, nel quale racconta con un piglio deciso e commosso quanto aveva vissuto alla Benedicta e dopo quei tragici eventi.

Nel 2007 Giovanni Chiappino accettò di pubblicare i suoi “quaderni” che contenevano memorie, episodi, testimonianze e riflessioni riguardanti il periodo della guerra e della vita partigiana, ultimo atto di chi si è impegnato per un'Italia libera e repubblicana: il suo libro - “Ricordi di vita partigiana” - è il segno che ci indica un cammino che dobbiamo ancora compiere per arrivare ad una società diversa in cui le persone vengono prima e valgono più delle cose.
23/12/2014

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