Dopo lo sciopero del 12 dicembre la Cgil già smobilita
"E’ finita in poco più di due ore la discussione del direttivo nazionale Cgil convocato dopo lo sciopero generale dello scorso 12 dicembre. Si doveva decidere come dare continuità alla battaglia contro il Jobs
Nulla di tutto ciò. Mentre la coppia Renzi-Poletti ha messo sotto l’albero di natale i primi decreti attuativi del Jobs
Lo testimoniano i colpevoli ritardi con cui sono state costruite le scadenze, dal 25 ottobre al 12 dicembre, senza nessuna strategia per impedire l’approvazione parlamentare del provvedimento. Così come lo testimonia il valore che in Cgil viene dato alla convocazione a palazzo Chigi del gruppone delle cosiddette parti sociali, elogiata come segno della riconquistata legittimazione dell’organizzazione. Una nuova celebrazione, vuota e inutile, che Renzi concede, forte dell’approvazione del Jobs
In questo quadro è forte il rischio che la partita sul Jobs
Oggi questo gruppo dirigente sembra più preoccupato di chiudere la breve stagione dell’alterità a Renzi e al Pd che a rispondere ai bisogni di chi lavora. La frase: “Il mestiere del sindacato è contrattare” ieri è nuovamente risuonata nella sala del direttivo, a significare la distanza siderale da ogni antagonismo sociale. Quello che resterebbe è solo il sindacalismo della miseria appunto, quello confinato nel modello del 10 gennaio che consente ovunque di ridurre salari e diritti ai lavoratori.
Si riapre così la crisi della Cgil, per qualche mese solo nascosta dietro la ripresa dell’iniziativa. Una crisi di risultati, di credibilità, di prospettiva. Se non ci si misura davvero con l’incompatibilità dell’iniziativa sindacale in questa fase dell’economia capitalista, con la durezza dello scontro che ti è imposto e con l’irrilevanza a cui sei confinato e si continua a camminare in avanti con la testa rivolta indietro a guardare il palazzo e la concertazione, allora si finisce certamente nel burrone.
Ci spinge all’ironia (amara) una delle cose che la Cgil mette in campo a copertura della fine della mobilitazione, lo sciopero alla rovescia. Nel passato strumento nobile di lotta per obbligare alle assunzioni ed ai lavori pubblici. Più che lo sciopero alla rovescia ci sembra che la Cgil abbia deciso esattamente la rovescia dello sciopero, delle sue ragioni, del sacrificio di chi lo ha fatto, delle domande senza risposta. Il sindacato è davvero un’altra cosa.
*portavoce nazionale dell’area “Il sindacato è un’altra cosa – Opposizione Cgil”
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