Si è oggi
concluso il processo a carico di Marta
per i fatti svoltisi in Val Clarea
nella notte tra
il 19 ed il 20 luglio 2013.
Quella sera
Marta venne fermata, con altri 8 attivisti Notav
(di cui uno
minorenne) nel corso di una passeggiata notturna
nel Comune di
Giaglione.
Quella notte
circa 500 manifestanti si avvicinarono al
cantiere Tav
senza mai entrare nella c.d. zona rossa
coperta da
limite di viabilità in ragione di reiterati
provvedimenti
prefettizi.
I manifestanti
furono accerchiati e caricati dalle FF.OO.:
ci furono
scontri e tafferugli a cui seguirono i fermi di nove persone.
Marta ed il
minorenne furono denunciati a piede libero, mentre
gli altri sette
fermati furono tratti in arresto, tutti per
rispondere dei
reati di minaccia e violenza aggravate nei
confronti di
operatori delle FF.OO., porto e detenzione di
armi da guerra
e lesioni aggravate.
Tutti i fermati
di quella sera in sede di convalida
dell’arresto
denunciarono di essere stati violentemente
percossi dagli
agenti operanti.
Il giorno
successivo il Movimento Notav denunciò in una
conferenza
stampa le gravi violenze di quella notte e, in quella stessa
occasione,
Marta
raccontò di essere stata
selvaggiamente
picchiata, di aver
subito
violenza sessuale da parte di
agenti della
Polizia di Stato e di
essere stata
pesantemente svillaneggiata
ed insultata
con epiteti di carattere sessista.
La Procura di
Torino aprì quindi tre fascicoli in relazione alla
specifica
posizione di Marta: uno a suo carico (ed a carico degli
altri fermati)
ed altri due che la vedono persona offesa.
Di questi
ultimi due fascicoli, aperti a seguito delle formali
querele sporte,
uno è a carico dell’Onorevole Stefano Esposito
per le gravi
diffamazioni che esternò a seguito del fermo e
della
successiva conferenza stampa, l’altro è stato aperto
a carico di
ignoti per le violenze ed i trattamenti subiti da
Marta in
occasione del fermo.
Oggi Marta è
stata assolta con una sentenza che cristallizza
non solo che
non ha commesso i reati per cui è stata denunciata
ma che consente
inoltre di ritenere, ove ve ne fosse ancora
bisogno, che
quanto ha denunciato pubblicamente ed in Procura,
è attendibile
e veritiero.
E’ opportuno
precisare che la richiesta di assoluzione, sia pure
con formula
dubitativa, è stata avanzata anche dalla pubblica accusa
che ha dovuto
prendere atto che gli agenti che avevano fermato
Marta, e che ne
avevano inizialmente connotato la condotta
in termini che
ne determinarono la sottoposizione a procedimento
penale, avevano
successivamente dichiarato di non poterle
attribuire
alcuna condotta illecita essendosi limitati a soccorrerla,
avendola
trovata sola, a terra e già ferita.
Tale repentino
cambio di rotta da parte di coloro che hanno fermato
Marta ha
evidentemente inciso sia sulla richiesta dei Pubblici
Ministeri che
sulla decisione del G.I.P., ma ha anche
consentito alla
Procura di richiedere l’archiviazione del
procedimento
penale che vede Marta persona offesa
per le violenze
subite quella notte. Tale richiesta sarà
ovviamente
oggetto di opposizione e di successivo v
aglio del
G.I.P., ma merita già alcune considerazioni.
Duole, ancora
una volta, dover constatare che i procedimenti
nei quali gli
attivisti Notav rivestono il ruolo di indagati
giungono
velocemente a giudizio, mentre i procedimenti
che vedono gli
stessi attivisti rivestire il ruolo di persone
offese
giacciono fermi in indagini (è il caso, tra gli altri,
del
procedimento penale che vede indagato
l’Onorevole
Esposito per la diffamazione documentalmente
provata ai
danni di Marta) o vengono inesorabilmente avviati
all’archiviazione.
La Procura
della Repubblica di Torino il 15.12.2014 ha chiesto
l’archiviazione
del procedimento per le violenze subite
da Marta. Il
fascicolo, nonostante gli inequivocabili
elementi
forniti dalla persona offesa atti ad identificare
gli autori
delle violenze, è rimasto iscritto a carico di
ignoti sino a
pochi giorni fa, e, quindi, per quasi
un anno e
mezzo. Il 9.12.2014 il procedimento, dopo
ripetute ed
estenuanti richieste della difesa di Marta,
è stato
iscritto a carico di tre soggetti, tutti appartenenti
alle FF.OO.. Di
tre giorni fa la richiesta di archiviazione.
La Procura di
Torino ha quindi perseguito Marta con
tenacia pur in
difetto di riscontri che ne comprovassero
le
responsabilità, ignorando, per contro, gli elementi
in suo favore
sin da subito emersi ed ostacolando
ogni tentativo
di indagine da parte della sua difesa.
Inoltre Marta,
il 30.1.2014, ha ricevuto un ordine di
allontanamento
dai Comuni di Chiomonte e Giaglione
a firma del
Questore di Torino proprio sul presupposto
della sua
partecipazione agli scontri del 19.7.2013 in Val Clarea,
così come
prontamente segnalata dalla Digos di Torino.
Ci si deve
allora chiedere perchè il Questore di Torino non ha
provveduto ad
opportuni accertamenti prima di imporre tali
gravosi limiti
alla libertà di circolazione, e perchè la stessa Questura,
quando per
bocca dei suoi stessi agenti, esclude ogni
responsabilità
di Marta non ha almeno la decenza di
revocare quello
che è ormai palesemente un’ingiustificata
limitazione
personale.
L’assoluzione
di Marta, intervenuta il giorno dopo l’assoluzione
per i reati di
stampo terroristico attribuiti a Chiara, Claudio,
Mattia e
Niccolò, ha il sapore dell’ennesimo fallimento del
teorema
persecutorio avviato ormai da anni nei confronti
dell’intero
Movimento Notav da parte della Procura di Torino,
la quale però,
per bocca dei soliti Pubblici Ministeri, persevera
imperterrita, e
con un accanimento degno di migliori ragioni,
nel tentativo
di proteggere quei rappresentanti dello Stato che
invece di
garantire i diritti e le ragioni di chi si oppone
alla
devastazione di una terra ed al malaffare, finisce per
accreditare il
generalizzato discredito delle FF.OO. e per negare giustizia
a chi ne
subisce gli abusi ed i soprusi. Marta è stata fermata
mentre
manifestava liberamente il proprio pensiero, è
stata picchiata
selvaggiamente con calci, pugni e manganelli, sessualmente
abusata ed
oltraggiata.Qualcuno pagherà per questo? da notav.info
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