Attentati Tav, Caselli: "Gesti contro la democrazia: è grave minimizzarli"
L'ex procuratore di Torino: "Un conto è manifestare e fare convegni, un altro è assaltare cantieri o stazioni"
Gian Carlo Caselli, da un anno in pensione dopo avere come ultimo incarico guidato la Procura di Torino, non nasconde la sua preoccupazione per la nuova ondata di attentati ai treni che ancora ieri mattina ha dato il suo ultimo segnale. Ma ritiene che non sarebbe opportuno se proprio lui, che stava a capo della Procura quando per la prima volta venne richiesto il rinvio a giudizio per terrorismo di quattro esponenti no Tav accusati di vari reati, dovesse esprimersi sull'esistenza di un eventuale collegamento tra quell'accusa, poi cancellata da una sentenza della Corte d'Assise, e l'attuale ondata di violenze. "Qualcuno, anche autorevole, l'ha scritto e motivato - dice Caselli - ma io non intendo parlarne per evidenti ragioni di opportunità. Voglio solo dire che oltre alle sentenze deve essere rispettato anche il lavoro dei pm. Nessuno può pretendere di avere verità in tasca a prescindere"
Cominciamo dall'inizio, allora. Quattro attentati in un solo mese, cinque in tutto, due dei quali a Bologna con tutto ciò che di simbolico esiste in questo obiettivo. Che cosa ne pensa?
"Sono fatti molto recenti, con indagini appena iniziate. Non sappiamo ancora neppure se si tratti di attentati tutti collegati tra loro, ma è evidente che ad agire sono parecchi individui. La seconda considerazione che evinco da quel che leggo è che si tratta di soggetti che commettono reati perché vogliono turbare la serenità della convivenza civile e la regolarità dei trasporti. Si tratta di individui che vogliono gettare disagio e paura tra i cittadini, che cominciano giustamente a preoccuparsi per la loro sicurezza. La politica realizzata con lo strumento della violenza, qualunque tipo di violenza, è un piatto sporco dove in molti possono mettere le mani. Solo più tardi, grazie allo sviluppo delle indagini, forse sapremo esattamente di chi si è trattato in questo caso".
Definirebbe 'terrorismò quello che sta avvenendo negli attentati ai treni?
"Scegliere tra le varie definizioni che possono andare dal boicottaggio all'anarco-insurrezionalismo all'antagonismo, all'eversione e al terrorismo non mi sembra il punto essenziale fuori dal quadro tecnico-giuridico. Il punto centrale per l'interesse dei cittadini è che si sta verificando un'ondata di violenza che si pone al di fuori della democrazia. Questo è quel che davvero conta, Non abbiamo per ora elementi sicuri per dire se si tratti di attentati ricollegabili alle frange violente più estreme del movimento no Tav, anche le scritte che sono state ritrovate non mi paiono allo stato degli atti decisive. E tuttavia sono numerosi gli elementi che portando in questa direzione. Nel tempo stesso ribadisco l'espressione 'frange violente estreme', perché un conto è un movimento di protesta, anche forte, e un altro sono le azioni illegali e violente".
Certo. Ma a più riprese diversi osservatori, tra i quali anche lei, hanno rilevato una certa indulgenza verso queste frange estreme...
"E' vero. Si possono, si devono discutere i diversi aspetti del cantiere No Tav, dai costi fino alla opportunità e all'impatto ambientale sul territorio. Ma un'altra cosa sono le azioni illegali o violente rispetto a un'opera che è stata regolarmente decisa e deliberata in ogni possibile sede competente italiana e europea. Un conto è discutere, fare dibattiti e convegni, manifestare in strada, un altro è assaltare con la forza un cantiere da tutti autorizzato dove si trovano onesti operai impegnati a guadagnarsi la pagnotta e forze dell'ordine asserragliate a difenderli. Tutto questo è estraneo alla democrazia. La Corte d'Assise ha sentenziato che non si è trattato di terrorismo, e questa sentenza è al momento l'ultima parola. Tuttavia, in un procedimento gestito sempre dalla Procura di Torino, ma dopo il mio pensionamento, l'aggravante di terrorismo è stata di nuovo contestata per lo stesso identico fatto a altri imputati. E questo recentemente, per cui la questione, come si vede, è piuttosto complessa e non può essere liquidata con qualche disinvolto slogan sul web".
L'indulgenza verso queste frange violente in che modo si esprime?
"Ci sono pezzi di cultura e di informazione che tendono a far credere che le persone colpevoli di violenze sono dei ragazzacci, dei discoli, ma che in fondo non fanno nulla di grave. Se la prenderebbero al massimo con le cose e non sarebbero pericolosi per le persone, circostanza quest'ultima tutta da dimostrare se non già smentita dai fatti. E poi si aggiunge un'altra considerazione, e cioè che in Italia ci sono tante cose che vanno male e le frange violente non sono quella peggiore. Ci saranno sicuramente molte cose che vanno male in Italia, ma non per questo si devono sottovalutare l'illegalità e la violenza come arma di lotta politica che si colloca fuori da qualsiasi forma di democrazia. Non capisco chi non lo capisce, preferendo un atteggiamento gravemente superficiale".
Chi intende commettere violenza fa conto su questo clima? Si appoggia a queste sottovalutazioni?
"Non lo so. Certo, il fatto che non ci siano sufficienti condanne e prese di distanza anche da parte di quei pezzi di cultura e informazione dei quali ho parlato non può non convenire a chi ha scelto di praticare illegalità e violenza".
Cancellare l'accusa di terrorismo nell'ultima sentenza di Corte di Cassazione a Torino è qualcosa che può, anche indirettamente, far sentire più 'sicurì gli attentatori?
"Come ho già detto, è una domanda a cui non ritengo opportuno rispondere. Qualcuno lo ha osservato e motivato, ne prendo atto ma non lo commento".
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