Ciao Compagni/e,
Da pochi giorni mi è stato revocato il divieto di comunicazione adottato dal primo giorno del mio arresto per i fatti del 15 ottobre 2011 a Roma. E' un importante passo avanti che, anche se piccolo e dopo 32 mesi, riporta una ventata nuova di energie per il proseguo della lotta a questa ingiusta e preventiva detenzione.
Lettera di Mauro Gentile ai/alle partecipanti/e dell'Assemblea Nazionale Contro ogni Repressione e per l'Abolizione del Codice Rocco
Compagne e Compagni,
le tante adesioni ricevute stanno a significare che c'è la volontà di informarsi ed informare, di costruire ed estendere un rinnovato percorso di lotta alla repressione.
Gli attacchi repressivi che le procure più asservite stanno portando avanti, hanno trovato una decisa resistenza nelle difese degli imputati e le imputate per gli scontri del 15 ottobre 2011 a Roma e NO TAV e nella solidarietà che si è sempre raccolta fuori dalle aule dei tribunali. Grazie a questo è giunta l'importante assoluzione per il reato di “terrorismo” dei quattro compagni NO TAV considerati colpevoli di aver attentato alla vita di un compressore mentre erano meritevoli di copertura legale la devastazione del territorio val susino, l'occupazione militare, gli espropri, le infiltrazioni mafiose, gli abusi in divisa e la violenza indiscriminata contro le migliaia di uomini e donne che difendono la loro terra.
Nei processi relativi al 15 ottobre i mandanti degli arresti e denunce, il procuratore aggiunto Capaldo e il pm Minisci, stanno riscontrando una parziale collaborazione dal tribunale di Roma vedendosi confermate alcune condanne per il reato di “devastazione e saccheggio” e di contro assoluzioni da questo e per reati minori.
Il lavoro sporco di questi personaggi non si fermerà e continueranno a trovare nuovi pesanti capi d'accusa per fermare l'avanzata delle lotte sociali e politiche, vedi anche le accuse di tentato omicidio comminate a mio danno per il processo 15 ottobre e di cui sono accusato, oltre ad essere stato condannato in appello a cinque anni per il reato di “devastazione e saccheggio”.
Con l'avanzare della crisi la borghesia imperialista intensifica ed estende la repressione che da strumento delettivo (volto a colpire le avanguardie) sta diventando sempre più di massa. Non è un caso il ricorso sempre più frequente al reato di “devastazione e saccheggio”: ad esso corrisponde un progetto di ampia repressione contro il conflitto sociale avanzato dai movimenti per contrastare le politiche di austerità, di cancellazione di ogni diritto conquistato con anni di lotte e il sacrificio di
molti compagni e compagne.
Ogni lotta sociale e politica viene ridefinita, dagli apparati repressivi, nella dinamica e nella soggettività del nemico in questione, in questo caso l'immigrato, la lotta per il diritto all'abitare, la lotta della classe operaia, dei disoccupati ecc. non viene vista come emergenza popolare ma come problema sociale da criminalizzare e reprimere nell'immediato. Con questo metodo stanno disgregando sempre di più il paese mettendoci l'uno contro l'altro fomentando la guerra tra poveri, perchè chi è attivo nella resistenza viene costantemente dipinto come nemico pubblico.
Le condanne inflitte a me e agli altri compagni inquisiti nel processo per il 15 ottobre stanno a dimostrare tutto ciò: si vuole che oggi un giudice dietro la presunzione (anche non suffragata da prove) che tu possa aver brandito un sasso durante una manifestazione può infliggere anni e anni di carcere a chiunque. Siamo di fronte ad un salto di qualità: nel mirino degli apparati repressivi non stanno più soltanto le avanguardie, quanti si propongono come polo aggregatore della lotta! Oggi il nemico allarga la visuale e colpisce quanti semplicemente scelgono di parteggiare per la difesa dei loro diritti e delle conquiste ereditate dai nostri padri e nonni.
Genova 2001 cosi come Roma 2011, oltre alla lotta NO TAV, hanno costituito i terreni sui quali sono andate in scena le prove di autoritarismo da estendere e generalizzare al fine di stroncare sul nascere il conflitto sociale. Vorrebbero lasciare le masse popolari sole e incapaci di difendersi dagli attacchi neoliberisti della borghesia prive anche del diritto di ribellarsi alle ingiustizie.
Parliamoci chiaro. I limiti del movimento hanno permesso alle loro sporche trame di risultare efficaci. Siamo stati, e lo siamo ancora, incapaci di coordinarci e cercare una strategia di lotta comune che faccia dei tanti movimenti e realtà presenti nel nostro paese un unico fronte di lotta, capace di rispondere all' offensiva repressiva andata in scena in questi anni. Incapacità dovuta almeno a due cause principali: troppo spesso si tende a mettere al centro i personalismi e le rivalità del passato anziché la lotta di classe e i compiti che pone innanzi a noi, troppo spesso riscontriamo un arretratezza ideologica e politica che ci impedisce di comprendere quale è la posta in gioco.
Per uscire dalla palude in cui siamo intrappolati bisogna prima di tutto assumersi la responsabilità di portare avanti un progetto comune che unisca tutte le forze rivoluzionarie e faccia prendere coscienza della propria forza alle organizzazioni operaie e popolari. E' tempo di una seria campagna di controinformazione per l'abolizione della scure della borghesia imperialista, il Codice Rocco e più nello specifico del reato di “devastazione e saccheggio”.
Non facciamoci illusioni compagni. Promuovere una campagna contro il Codice Rocco servirà a rendere popolare la battaglia che andiamo intraprendendo (se saremo capaci di renderla tale e oseremo farne una battaglia che esca dal circuito dei militanti “duri e puri”) ma non illudiamoci che la realizzazione di questi obiettivi possa essere cosa che si risolva a suon di petizioni ed esortazioni e tantomeno a suon di cortei anche combattivi e arrabbiati. Dal regime al potere nel nostro paese possiamo aspettarci l'aggiornamento peggiorativo del codice Rocco e non la sua eliminazione. Per questo motivo l'abolizione del codice Rocco e delle misure anti-popolari che prescrive deve andare di pari passo con la lotta più grande per rovesciare il regime politico del nostro paese, per costruire il governo del paese capace anche di riscriverne il diritto. Fare sul serio oggi significa coltivare e sviluppare questo sogno e progetto.
Oggi, in questa sede, ognuno/a di noi è chiamato/a a partecipare alla costruzione di una nuova resistenza e a contribuire alla mobilitazione delle organizzazioni operaie e popolari affinchè in ogni quartiere di ogni città si accenda un focolaio di riscossa popolare per riprenderci il presente e governare il futuro. Iniziare a discutere di come disobbedire al codice Rocco e alle sue prescrizioni, concepirsi e agire da nuova autorità è il primo passo in questa direzione.Teramo deve essere un punto di partenza e non una delle tante assemblee fine a se stesse, nate e morte lo stesso giorno.
Dobbiamo dare continuità a questo incontro organizzandone altri nelle altre città, con l'obiettivo di rideterminare il ruolo assunto degli apparati repressivi e lo sviluppo di una resistenza di classe a tutte le masse popolari. Oggi non siamo chiamati solo a testimoniare la repressione che ci colpisce con arresti e denunce, dobbiamo soprattutto testimoniare la presenza dei compagni e delle compagne che è venuta a mancare. In ricordo di chi non c'è più, in ricordo di Sole, Baleno, Chucky e tanti altri compagni che hanno dato la vita per la lotta lasciandoci l'eredità delle loro esperienze per accompagnarci verso la vittoria. Chi ha compagni/e non muore mai....vivi nel ricordo e nelle lotte! Invito tutti e tutte a sostenere le spese legali per noi imputati/e del 15 ottobre con iniziative o donazioni personali attraverso la cassa di solidarieretà istituita dai compagni e le compagne della Rete Evasioni che troverete nel loro sito.Inoltre rinnovo l'invito a tutti e tutte alla partecipazione delle udienze del processo per gli scontri del 15 ottobre, per non lasciarci soli in questa lotta e far vedere e sentire la solidarietà attiva anche al tribunale di Roma. Ringrazio tutti e tutte per la partecipazione ed in particolare i compagni e le compagne di Teramo che hanno raccolto l'appello, mio e di Davide, ed aver lavorato per la costruzione e la riuscita di questa assemblea nazionale.
Per una solidarietà concreta
Per una campagna nazionale per l'abolizione del Codice Rocco
Per una mobilitazione nazionale in solidarietà con tutti/e gli/le arrestati/e e imputati/e colpiti/e dalla repressione
Mauro Gentile – detenuto politico agli arresti domiciliari per la resistenza di piazza del 15 ottobre 2011
Da pochi giorni mi è stato revocato il divieto di comunicazione adottato dal primo giorno del mio arresto per i fatti del 15 ottobre 2011 a Roma. E' un importante passo avanti che, anche se piccolo e dopo 32 mesi, riporta una ventata nuova di energie per il proseguo della lotta a questa ingiusta e preventiva detenzione.
Lettera di Mauro Gentile ai/alle partecipanti/e dell'Assemblea Nazionale Contro ogni Repressione e per l'Abolizione del Codice Rocco
Compagne e Compagni,
le tante adesioni ricevute stanno a significare che c'è la volontà di informarsi ed informare, di costruire ed estendere un rinnovato percorso di lotta alla repressione.
Gli attacchi repressivi che le procure più asservite stanno portando avanti, hanno trovato una decisa resistenza nelle difese degli imputati e le imputate per gli scontri del 15 ottobre 2011 a Roma e NO TAV e nella solidarietà che si è sempre raccolta fuori dalle aule dei tribunali. Grazie a questo è giunta l'importante assoluzione per il reato di “terrorismo” dei quattro compagni NO TAV considerati colpevoli di aver attentato alla vita di un compressore mentre erano meritevoli di copertura legale la devastazione del territorio val susino, l'occupazione militare, gli espropri, le infiltrazioni mafiose, gli abusi in divisa e la violenza indiscriminata contro le migliaia di uomini e donne che difendono la loro terra.
Nei processi relativi al 15 ottobre i mandanti degli arresti e denunce, il procuratore aggiunto Capaldo e il pm Minisci, stanno riscontrando una parziale collaborazione dal tribunale di Roma vedendosi confermate alcune condanne per il reato di “devastazione e saccheggio” e di contro assoluzioni da questo e per reati minori.
Il lavoro sporco di questi personaggi non si fermerà e continueranno a trovare nuovi pesanti capi d'accusa per fermare l'avanzata delle lotte sociali e politiche, vedi anche le accuse di tentato omicidio comminate a mio danno per il processo 15 ottobre e di cui sono accusato, oltre ad essere stato condannato in appello a cinque anni per il reato di “devastazione e saccheggio”.
Con l'avanzare della crisi la borghesia imperialista intensifica ed estende la repressione che da strumento delettivo (volto a colpire le avanguardie) sta diventando sempre più di massa. Non è un caso il ricorso sempre più frequente al reato di “devastazione e saccheggio”: ad esso corrisponde un progetto di ampia repressione contro il conflitto sociale avanzato dai movimenti per contrastare le politiche di austerità, di cancellazione di ogni diritto conquistato con anni di lotte e il sacrificio di
molti compagni e compagne.
Ogni lotta sociale e politica viene ridefinita, dagli apparati repressivi, nella dinamica e nella soggettività del nemico in questione, in questo caso l'immigrato, la lotta per il diritto all'abitare, la lotta della classe operaia, dei disoccupati ecc. non viene vista come emergenza popolare ma come problema sociale da criminalizzare e reprimere nell'immediato. Con questo metodo stanno disgregando sempre di più il paese mettendoci l'uno contro l'altro fomentando la guerra tra poveri, perchè chi è attivo nella resistenza viene costantemente dipinto come nemico pubblico.
Le condanne inflitte a me e agli altri compagni inquisiti nel processo per il 15 ottobre stanno a dimostrare tutto ciò: si vuole che oggi un giudice dietro la presunzione (anche non suffragata da prove) che tu possa aver brandito un sasso durante una manifestazione può infliggere anni e anni di carcere a chiunque. Siamo di fronte ad un salto di qualità: nel mirino degli apparati repressivi non stanno più soltanto le avanguardie, quanti si propongono come polo aggregatore della lotta! Oggi il nemico allarga la visuale e colpisce quanti semplicemente scelgono di parteggiare per la difesa dei loro diritti e delle conquiste ereditate dai nostri padri e nonni.
Genova 2001 cosi come Roma 2011, oltre alla lotta NO TAV, hanno costituito i terreni sui quali sono andate in scena le prove di autoritarismo da estendere e generalizzare al fine di stroncare sul nascere il conflitto sociale. Vorrebbero lasciare le masse popolari sole e incapaci di difendersi dagli attacchi neoliberisti della borghesia prive anche del diritto di ribellarsi alle ingiustizie.
Parliamoci chiaro. I limiti del movimento hanno permesso alle loro sporche trame di risultare efficaci. Siamo stati, e lo siamo ancora, incapaci di coordinarci e cercare una strategia di lotta comune che faccia dei tanti movimenti e realtà presenti nel nostro paese un unico fronte di lotta, capace di rispondere all' offensiva repressiva andata in scena in questi anni. Incapacità dovuta almeno a due cause principali: troppo spesso si tende a mettere al centro i personalismi e le rivalità del passato anziché la lotta di classe e i compiti che pone innanzi a noi, troppo spesso riscontriamo un arretratezza ideologica e politica che ci impedisce di comprendere quale è la posta in gioco.
Per uscire dalla palude in cui siamo intrappolati bisogna prima di tutto assumersi la responsabilità di portare avanti un progetto comune che unisca tutte le forze rivoluzionarie e faccia prendere coscienza della propria forza alle organizzazioni operaie e popolari. E' tempo di una seria campagna di controinformazione per l'abolizione della scure della borghesia imperialista, il Codice Rocco e più nello specifico del reato di “devastazione e saccheggio”.
Non facciamoci illusioni compagni. Promuovere una campagna contro il Codice Rocco servirà a rendere popolare la battaglia che andiamo intraprendendo (se saremo capaci di renderla tale e oseremo farne una battaglia che esca dal circuito dei militanti “duri e puri”) ma non illudiamoci che la realizzazione di questi obiettivi possa essere cosa che si risolva a suon di petizioni ed esortazioni e tantomeno a suon di cortei anche combattivi e arrabbiati. Dal regime al potere nel nostro paese possiamo aspettarci l'aggiornamento peggiorativo del codice Rocco e non la sua eliminazione. Per questo motivo l'abolizione del codice Rocco e delle misure anti-popolari che prescrive deve andare di pari passo con la lotta più grande per rovesciare il regime politico del nostro paese, per costruire il governo del paese capace anche di riscriverne il diritto. Fare sul serio oggi significa coltivare e sviluppare questo sogno e progetto.
Oggi, in questa sede, ognuno/a di noi è chiamato/a a partecipare alla costruzione di una nuova resistenza e a contribuire alla mobilitazione delle organizzazioni operaie e popolari affinchè in ogni quartiere di ogni città si accenda un focolaio di riscossa popolare per riprenderci il presente e governare il futuro. Iniziare a discutere di come disobbedire al codice Rocco e alle sue prescrizioni, concepirsi e agire da nuova autorità è il primo passo in questa direzione.Teramo deve essere un punto di partenza e non una delle tante assemblee fine a se stesse, nate e morte lo stesso giorno.
Dobbiamo dare continuità a questo incontro organizzandone altri nelle altre città, con l'obiettivo di rideterminare il ruolo assunto degli apparati repressivi e lo sviluppo di una resistenza di classe a tutte le masse popolari. Oggi non siamo chiamati solo a testimoniare la repressione che ci colpisce con arresti e denunce, dobbiamo soprattutto testimoniare la presenza dei compagni e delle compagne che è venuta a mancare. In ricordo di chi non c'è più, in ricordo di Sole, Baleno, Chucky e tanti altri compagni che hanno dato la vita per la lotta lasciandoci l'eredità delle loro esperienze per accompagnarci verso la vittoria. Chi ha compagni/e non muore mai....vivi nel ricordo e nelle lotte! Invito tutti e tutte a sostenere le spese legali per noi imputati/e del 15 ottobre con iniziative o donazioni personali attraverso la cassa di solidarieretà istituita dai compagni e le compagne della Rete Evasioni che troverete nel loro sito.Inoltre rinnovo l'invito a tutti e tutte alla partecipazione delle udienze del processo per gli scontri del 15 ottobre, per non lasciarci soli in questa lotta e far vedere e sentire la solidarietà attiva anche al tribunale di Roma. Ringrazio tutti e tutte per la partecipazione ed in particolare i compagni e le compagne di Teramo che hanno raccolto l'appello, mio e di Davide, ed aver lavorato per la costruzione e la riuscita di questa assemblea nazionale.
Per una solidarietà concreta
Per una campagna nazionale per l'abolizione del Codice Rocco
Per una mobilitazione nazionale in solidarietà con tutti/e gli/le arrestati/e e imputati/e colpiti/e dalla repressione
Mauro Gentile – detenuto politico agli arresti domiciliari per la resistenza di piazza del 15 ottobre 2011
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