martedì 14 maggio 2013
pc 14 maggio - Sud Africa: ucciso sindacalista testimone massacro di Marikana
Sud Africa: ucciso sindacalista testimone massacro di Marikana
Il rappresentante sindacale è stato ucciso con quattro colpi di pistola. Steve Khululekile avrebbe dovuto testimoniare sul massacro di Marikana: 34 morti
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martedì 14 maggio 2013 10:33
nena-news.globalist.it
di Rita Plantera
Sale la tensione nella cintura di platino di Rustenburg. Domenica un rappresentante sindacale dell'Association of Mineworkers and Constraction Union (AMCU) è stato ucciso con quattro colpi di pistola da un gruppo di uomini con il passamontagna a poca distanza dalla miniera di Khomanani, dell'Anglo American Platinum (AMPLATS). Steve Khululekile, 46 anni ed ex sostenitore del National Union of Mine Workers (NUM), avrebbe dovuto testimoniare proprio ieri davanti alla commissione d'inchiesta sul massacro di Marikana dell'anno scorso, quando circa 34 persone vennero uccise in scontri con la polizia.
A dare prova degli attriti tra i due sindacati, le dichiarazioni del tesoriere nazionale di AMCU, Jimmy Gama, il quale ha già puntato il dito contro i sostenitori del NUM. Dopo gli scioperi selvaggi del 2012, anche quest'anno si temono forti disordini a seguito del taglio di 6 mila posti di lavoro annunciato venerdì da Amplats. Furiosa nei giorni scorsi la reazione dell'African National Congress (ANC) - partito di governo dal 1994 - che ha accusato il primo produttore mondiale di platino di comportarsi in modo infantile. «La società ritiene che sia eticamente accettabile l'accaparramento delle risorse minerarie e il privare il Paese della crescita economica e i lavoratori dei loro mezzi di sussistenza», ha tuonato il ministro delle risorse minerarie Susan Shabangu.
Amplats ha assestato un colpo durissimo al governo sudafricano già alle prese con un tasso di disoccupazione più alto del 25%. Almeno un lavoratore sudafricano su quattro attualmente non ha lavoro e la crescita economica del Paese annaspa a ritmi anemici rispetto a quella del resto degli altri Paesi africani che si stima dovrebbe aumentare del 5% quest'anno. Peraltro, a rendere più imbarazzante la situazione c'è il fatto che la mazzata arriva mentre Cape Town ospita il World Economic Forum's "African Davos".
Forte anche la reazione del Congress of South African Trade Unions (Cosatu) affidata al suo portavoce, Patrick Craven: «Migliaia di famiglie rischiano di perdere il loro unico mezzo di sostentamento e le comunità saranno devastate dall'impatto di perdite così pesanti di posti di lavoro. Questo spiega perché Cosatu ha chiesto ripetutamente la nazionalizzazione del settore minerario, in modo che possa essere gestito per il bene dei lavoratori e non per il profitto degli azionisti».
Il nuovo piano di risanamento ha scatenato poi l'ira del National Union of Mineworkers (NUM) - il sindacato storico del settore - che attraverso il segretario generale Frans Baleni ha fatto sapere che si opporrà a qualunque piano di ridimensionamento, indipendentemente dal numero di lavoratori coinvolti, e di essere pronto a tutto per contrastare, in un quadro legale, il taglio dei posti. «Il sindacato è fortemente turbato dalla decisione dell'Anglo American Platinum di bypassare le riunioni delle parti interessate in programma per la prossima settimana», ha dichiarato Frans Beleni, aggiungendo come Amplats abbia deciso in questo modo di mostrare «il dito medio» a chi tra gli azionisti aveva sostenuto posizioni critiche verso i tagli.
Il National Union of Mine Workers (NUM), è un alleato politico fondamentale dell'ANC. Ma nel 2012 durante una sanguinosa guerra per il controllo del territorio, nel periodo degli scioperi, ha subito una massiccia perdita di minatori che sono andati ad ingrossare le file dell'AMCU.
La consapevolezza che alla base del malcontento ci fosse l'incapacità dei suoi leader di mantenere il contatto con i lavoratori e una strategia troppo vicina a quella dell'ANC e dello stesso management aziendale, l'ha portato, la scorsa settimana, a fondare la lega giovanile del sindacato nel tentativo di recuperare potere.
L'età media dei minatori infatti si sarebbe abbassata e le migliaia che sono passate nei ranghi dell'AMCU avrebbero tra i 20 e i 30 anni. «Abbiamo bisogno dei giovani. I più vecchi sono fedeli al NUM perché sono venuti con noi attraverso la lotta contro l'apartheid. I ragazzi sono più militanti e dobbiamo guardare ai loro interessi», sostiene Lesiba Seshoka portavoce di NUM. La "NUM Youth Forum", questo il nome della sezione giovanile, sarà modellata sulle linee della ANC Youth League. La sua fondazione avviene a ridosso dei prossimi negoziati salariali nel settore minerario, che saranno probabilmente più difficili di altre volte data l'inflazione - arrivata al 6 per cento a febbraio portando i prezzi alimentari a un aumento del 6,1 per cento - lo forte militanza dei lavoratori e la contrazione dei margini aziendali.
Salari bassi, diseguaglianza sociale e una media di circa otto famigliari a carico sono alcuni dei fattori che aiutano a capire perché decine di migliaia di ex sostenitori di NUM siano traghettati verso il più radicale Association of Mineworkers and Constraction Union (AMCU).
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