venerdì 17 maggio 2013

pc 17 maggio - La CGIL firma con la Confindustria l'accordo fascista e la FIOM chiama a manifestare.. ma senza manifestare contro la CGIL è solo copertura del collaborazionismo sindacale - uscire dalla FIOM è l'unica cosa da fare se si vogliono tutelare gli interessi operai

Domani a Roma attese migliaia di persone – metalmeccanici soprattutto ma non solo - per un corteo che sfilerà da piazza della Repubblica a San Giovanni. Ma sempre domani la Cgil ha convocato il suo direttivo. Per firmare l'accordo capestro con Confindustria.

Il corteo convocato nella capitale dalla Fiom partirà alle 9.00, mentre la manifestazione si chiuderà a San Giovanni alle 14. Sono attesi pullman da tutta Italia, ma meno di quanti se ne aspettassero. Lo slogan della manifestazione, è: “Non possiamo più aspettare”. Oltre al comizio finale di Landini, sono previsti anche gli interventi, tra gli altri, di Stefano Rodotà e Gino Strada.
Lascia ancora piuttosto perplessi la dichiarazione del segretario della Fiom, Landini, secondo cui la manifestazione "non è contro qualcuno ma di proposta per rivendicare il cambiamento". In una intervista rilasciata a Rassegna.it, Landini afferma che “Servono misure di emergenza. Penso al rifinanziamento della cassa in deroga e anche alla questione degli esodati. Ma occorre andare oltre l’emergenza, bloccando i licenziamenti, le riduzioni d’orario e i contratti di solidarietà, e non incentivando lo straordinario come ha fatto il governo Monti”
Sulla spinosa questione della democrazia e della rappresentanza nei luoghi di lavoro, Landini ha ribadito di ritenere che occorra una legge sulla rappresentanza. “Così come è importante fare la riforma elettorale, pensiamo che allo stesso modo le lavoratrici e i lavoratori debbano essere messi nella condizione di poter scegliere il sindacato che vogliono e di potersi esprimere sui contratti che li riguardano”. Su questo punto si è aperto un dibattito ad ampio raggio nel mondo politico e sindacale. Una legge sulla rappresentanza nei luoghi di lavoro viene invocata anche dalla Usb secondo cui “Solo una legge può quindi riportare sui posti di lavoro quel livello accettabile di democrazia che negli ultimi decenni è stato prima compresso, poi fortemente limitato ed oggi quasi del tutto annullato da un sistema di relazioni industriali asfissiante che si è concentrato quasi esclusivamente sul mantenimento dei privilegi di Cgil, Cisl e Uil e sull'esclusione di chi non ha accettato le loro politiche concertative e collaborative con Confindustria e governi”.
Il Forum Diritti Lavoro la scorsa settimana ne ha discusso approfonditamente in un convegno a Roma segnalando la gravità dell'accordo che Cgil, Cisl, Uil, Ugl stanno raggiungendo con la Confindustria teso a depotenziare definitivamente il diritto di sciopero e a spazzare via ogni rappresentanza democratica dei lavoratori all'insegna della complicità dei sindacati con le esigenze padronali. Su questo tema Landini afferma che quello sulla rappresentanza “è un problema aperto che va affrontato insieme alla Cgil, perché la Fiat rischia di essere un modello che si estende nel paese. Poi considero molto importante, positivo, il fatto che con Cgil Cisl e Uil si sia giunti a un’intesa che apre alla certificazione della rappresentanza, all’elezione proporzionale della Rsu e soprattutto al fatto che un contratto nazionale per essere valido deve essere firmato da chi rappresenta più del 50 per cento degli iscritti e dei voti, ma anche approvato attraverso il voto dei lavoratori”. Più netta l'opposizione all'ipotesi di sanzioni da parte delle aziende contro i sindacati che non accettano gli accordi: “Se Confindustria pensa di introdurre delle sanzioni o di rimettere in discussione il diritto di sciopero, noi non siamo disponibili. Sono diritti su cui non si tratta, né con la Confindustria, né con chiunque altro” ha detto Landini. Peccato però che nella riunione dei direttivi unitari Cgil Cisl Uil, che hanno approvato un documento unitario, su questo punto gli unici voti contrari siano stati quelli di Cremaschi e Burattini, non ci risulta che Landini abbia fatto altrettanto.
Ma il nodo, secondo l'Usb resta quello della funzione conflittuale del sindacato: “Il conflitto sociale, strumento di regolazione dei rapporti tra lavoratori e padronato, ritorni ad essere il principale indicatore e termometro dei rapporti di forza che determinano poi le condizioni di vita e di lavoro di milioni di donne e uomini, ritorni ad essere praticato e non soltanto enunciato come sta facendo la Fiom da alcuni anni” afferma l'Usb “e non una pratica da troppo tempo messa in soffitta da Cgil, Cisl e Uil in cambio delle briciole che cadevano dalla tavola della Confindustria”.
Ma proprio alla vigilia della manifestazione è piovuta una notizia che sta seminando parecchio allarme , infatti sempre domani alle 15.00, dopo la manifestazione convocata a Roma dalla Fiom, è stato convocato in seduta straordinaria il direttivo nazionale della Cgil. Secondo alcune voci interne appare probabile la firma a breve dell'accordo con la Confindustria su rappresentanza e democrazia nei luoghi di lavoro. La decisione di approvarlo solo dopo la manifestazione deriverebbe dal timore di contestazioni a questa decisione nel corso del corteo e del comizio finale.

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