Domani
a Roma attese migliaia di persone – metalmeccanici soprattutto ma non
solo - per un corteo che sfilerà da piazza della Repubblica a San
Giovanni. Ma sempre domani la Cgil ha convocato il suo direttivo. Per
firmare l'accordo capestro con Confindustria.
Il corteo convocato nella capitale dalla Fiom partirà alle 9.00, mentre la manifestazione si chiuderà a San Giovanni alle 14. Sono attesi pullman da tutta Italia, ma meno di quanti se ne aspettassero. Lo slogan della manifestazione, è: “Non possiamo più aspettare”. Oltre al comizio finale di Landini, sono previsti anche gli interventi, tra gli altri, di Stefano Rodotà e Gino Strada.
Lascia ancora piuttosto perplessi la dichiarazione del
segretario della Fiom, Landini, secondo cui la manifestazione "non è
contro qualcuno ma di proposta per rivendicare il cambiamento". In una
intervista rilasciata a Rassegna.it, Landini afferma che “Servono misure
di emergenza. Penso al rifinanziamento della cassa in deroga e anche
alla questione degli esodati. Ma occorre andare oltre l’emergenza,
bloccando i licenziamenti, le riduzioni d’orario e i contratti di
solidarietà, e non incentivando lo straordinario come ha fatto il
governo Monti”
Sulla spinosa questione della democrazia e della
rappresentanza nei luoghi di lavoro, Landini ha ribadito di ritenere che
occorra una legge sulla rappresentanza. “Così come è importante fare la
riforma elettorale, pensiamo che allo stesso modo le lavoratrici e i
lavoratori debbano essere messi nella condizione di poter scegliere il
sindacato che vogliono e di potersi esprimere sui contratti che li
riguardano”. Su questo punto si è aperto un dibattito ad ampio raggio
nel mondo politico e sindacale. Una legge sulla rappresentanza nei
luoghi di lavoro viene invocata anche dalla Usb secondo cui “Solo una
legge può quindi riportare sui posti di lavoro quel livello accettabile
di democrazia che negli ultimi decenni è stato prima compresso, poi
fortemente limitato ed oggi quasi del tutto annullato da un sistema di
relazioni industriali asfissiante che si è concentrato quasi
esclusivamente sul mantenimento dei privilegi di Cgil, Cisl e Uil e
sull'esclusione di chi non ha accettato le loro politiche concertative e
collaborative con Confindustria e governi”.
Il Forum Diritti Lavoro la scorsa settimana ne ha
discusso approfonditamente in un convegno a Roma segnalando la gravità
dell'accordo che Cgil, Cisl, Uil, Ugl stanno raggiungendo con la
Confindustria teso a depotenziare definitivamente il diritto di sciopero
e a spazzare via ogni rappresentanza democratica dei lavoratori
all'insegna della complicità dei sindacati con le esigenze padronali. Su
questo tema Landini afferma che quello sulla rappresentanza “è un
problema aperto che va affrontato insieme alla Cgil, perché la Fiat
rischia di essere un modello che si estende nel paese. Poi considero
molto importante, positivo, il fatto che con Cgil Cisl e Uil si sia
giunti a un’intesa che apre alla certificazione della rappresentanza,
all’elezione proporzionale della Rsu e soprattutto al fatto che un
contratto nazionale per essere valido deve essere firmato da chi
rappresenta più del 50 per cento degli iscritti e dei voti, ma anche
approvato attraverso il voto dei lavoratori”. Più netta l'opposizione
all'ipotesi di sanzioni da parte delle aziende contro i sindacati che
non accettano gli accordi: “Se Confindustria pensa di introdurre delle
sanzioni o di rimettere in discussione il diritto di sciopero, noi non
siamo disponibili. Sono diritti su cui non si tratta, né con la
Confindustria, né con chiunque altro” ha detto Landini. Peccato però che
nella riunione dei direttivi unitari Cgil Cisl Uil, che hanno approvato
un documento unitario, su questo punto gli unici voti contrari siano
stati quelli di Cremaschi e Burattini, non ci risulta che Landini abbia
fatto altrettanto.
Ma il nodo, secondo l'Usb resta quello della funzione
conflittuale del sindacato: “Il conflitto sociale, strumento di
regolazione dei rapporti tra lavoratori e padronato, ritorni ad essere
il principale indicatore e termometro dei rapporti di forza che
determinano poi le condizioni di vita e di lavoro di milioni di donne e
uomini, ritorni ad essere praticato e non soltanto enunciato come sta
facendo la Fiom da alcuni anni” afferma l'Usb “e non una pratica da
troppo tempo messa in soffitta da Cgil, Cisl e Uil in cambio delle
briciole che cadevano dalla tavola della Confindustria”.
Ma proprio alla vigilia della manifestazione è piovuta
una notizia che sta seminando parecchio allarme , infatti sempre domani
alle 15.00, dopo la manifestazione convocata a Roma dalla Fiom, è stato
convocato in seduta straordinaria il direttivo nazionale della Cgil.
Secondo alcune voci interne appare probabile la firma a breve
dell'accordo con la Confindustria su rappresentanza e democrazia nei
luoghi di lavoro. La decisione di approvarlo solo dopo la manifestazione
deriverebbe dal timore di contestazioni a questa decisione nel corso
del corteo e del comizio finale.
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