Le assemblee ilva e gli operai "liberi e pensanti"
In
alcune delle assemblee che si sono fatte in questi giorni all'Ilva, in
cui Fim, Fiom, Uilm sono venuti a giustificare e a raccontare l'aria
fritta, senza dire nulla di nuovo su quello che interessa gli operai
(gestione discriminatoria e soprattutto fine del contratto di
solidarietà, messa a norma reale dell'Ilva, sicurezza per il futuro in
termini di difesa di tutti i posti di lavoro e del salario, problema
troppi infortuni, nuove Rsu...), tra i pochi (troppo pochi...)
interventi operai di contestazione dei segretari confederali sono stati
alcuni interventi di operai del Comitato Liberi e pensanti. Interventi
che chiaramente nella loro denuncia sono stati condivisi dagli operai
nell'assemblea.
Ma
è necessario andare più in là dei previsti discorsi di denuncia e
soprattutto noi non condividiamo la posizione che esprimono questi
operai Liberi e pensanti sulla questione della necessità
dell'organizzazione sindacale di classe alternativa e contro Fim, Fiom e
Uilm.
Che,
infatti, Battista, e altri Liberi e pensanti denuncino i metodi
antidemocratici dei sindacati confederali (che prima fanno gli accordi e
dopo mesi si ricordano di fare le assemblee), che denuncino le truffe e
l'immoralità di questi sindacati che si beccano centinaia di migliaia
di euro al mese per strutture inutili, o il fatto che a tutt'oggi non
sono in grado di pretendere da Riva, o ora da Bondi (che neanche
risponde alle loro richieste di incontro) chiarezza sul piano
industriale e soprattutto sul futuro degli operai, è giusto e va bene.
MA NON BASTA.
Perchè non basta
denunciare più volte le stesse cose e non proporre e dire come gli
operai possono e devono rovesciare l'attuale situazione.
Ed è proprio su questo che noi non siamo affatto d'accordo con i Battista, i Ranieri, gli altri operai del Comitato.
Loro
dicono che contro i sindacati dei padroni gli operai non hanno bisogno
di costruire un loro sindacato, perchè ogni operai se la deve vedere da
sè, se c'è un problema affrontarlo direttamente con l'azienda, ecc.
Ma
dire queste cose oggi non fa il gioco di Riva e dei sindacati
confederali, che comunque, brutti, sporchi e schifosi, se gli operai non
si cancellano in massa e non costruiscono il loro sindacato, nelle loro
mani, restano sempre e decidono e fanno accordi sempre loro sulla pelle
degli operai?
Dire queste cose
non è oggettivamente quello che dicono a livello nazionale padroni,
governo che vogliono gli operai senza organizzazione di classe, senza
forza collettiva, per attaccare meglio i diritti?
Senza
organizzazione in fabbrica, il movimento operaio invece di andare
avanti andrebbe indietro di cent'anni - cosa assurda! Si riduce gli
operai a singoli individui, in cui chi ha più voce "spara" (ottenendo
però ben poco) mentre tutti gli altri dovrebbero restare impotenti e
solo lamentosi. Ma scherziamo?!
Cari
operai "Liberi e pensanti" non fate come Grillo per cui la massa deve
restare movimento informe e plaudente e lui invece altro che ferrea
organizzazione si dà e impone...
"LIBERI E PENSANTI" DEVONO ESSERE ALCUNI E TUTTI GLI ALTRI OPERAI "SUCCUBI E NON AUTONOMI"?
OGGI NELLA "GUERRA" IN CORSO ALL'ILVA, PER GLI OPERAI CENTRALE E' L'ORGANIZZAZIONE DI CLASSE.
Mentre il fronte padronal/statale è organizzato sia pur con qualche contraddizione interna seria, il fronte operaio non lo è. Questo ora è il vero problema che abbiamo!
Mentre il fronte padronal/statale è organizzato sia pur con qualche contraddizione interna seria, il fronte operaio non lo è. Questo ora è il vero problema che abbiamo!
Questa
organizzazione è prima di tutto l'organizzazione sindacale di classe.
Perché il sindacato degli operai, nelle mani degli operai è storicamente
e attualmente una condizione sine qua no della possibilità di lottare e
strappare risultati; è l'unica organizzazione che può essere di massa
degli operai, che organizza stabilmente quelli che vogliono pensare con
la loro testa, come rappresentanti collettivi della classe.
Senza questa organizzazione alternativa gli operai possono certo incidere in un momento di lotta (la contestazione del 2 agosto, l'invasione della fabbrica del 27 novembre), ma non riescono assolutamente a pesare in modo continuo, sia su una singola questione (vedi prima cig ora Contratti di solidarietà, vedi sicurezza in fabbrica, vedi cambio-tuta, ecc.) sia nella battaglia così generale.
Si possono dire le cose più giuste, ma senza organizzazione in fabbrica non si può avere realmente peso e autonomia, se non episodicamente. L'atteggiamento degli operai, anche incazzati/ribelli, del Comitato Liberi e pensanti che dicono: basta con i sindacati, facciamo da noi, ecc., è inconcludente e controproducente. Che lo si voglia o no di fatto si delega agli altri (ai sindacati confederali o ai capi aziendalisti), e agli operai disorganizzati e arrabbiati resta il cerino della contestazione.
Sappiamo tutti che questa strada è difficile, ma non è affatto vero che perseguendo altre "più facili" si arriva a cambiare i rapporti di forza all'Ilva.
Senza questa organizzazione alternativa gli operai possono certo incidere in un momento di lotta (la contestazione del 2 agosto, l'invasione della fabbrica del 27 novembre), ma non riescono assolutamente a pesare in modo continuo, sia su una singola questione (vedi prima cig ora Contratti di solidarietà, vedi sicurezza in fabbrica, vedi cambio-tuta, ecc.) sia nella battaglia così generale.
Si possono dire le cose più giuste, ma senza organizzazione in fabbrica non si può avere realmente peso e autonomia, se non episodicamente. L'atteggiamento degli operai, anche incazzati/ribelli, del Comitato Liberi e pensanti che dicono: basta con i sindacati, facciamo da noi, ecc., è inconcludente e controproducente. Che lo si voglia o no di fatto si delega agli altri (ai sindacati confederali o ai capi aziendalisti), e agli operai disorganizzati e arrabbiati resta il cerino della contestazione.
Sappiamo tutti che questa strada è difficile, ma non è affatto vero che perseguendo altre "più facili" si arriva a cambiare i rapporti di forza all'Ilva.
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