venerdì 17 maggio 2013
pc 17 maggio - Spagna: la ribellione delle donne contro l'attacco al diritto d'aborto
Madrid: la polizia contro le donne, due arresti
di Marco Santopadre
Centinaia di attiviste e attivisti hanno protestato ieri sera davanti alle sede centrale del PP e alla casa del Ministro della Giustizia contro la legge che limita il diritto d’aborto. Cariche, botte e arresti.
Prende sempre più piede in Spagna la pratica degli escrache, che vede decine o addirittura centinaia di persone concentrarsi davanti alle case di esponenti politici o rincorrerli in bar e ristoranti per protestare contro le politiche di austerity, gli sfratti, la chiusura degli ospedali.
Una pratica che deputati e dirigenti del Partito Popolare non hanno affatto preso bene e che ha già portato a cariche, denunce e polemiche sul preunto ‘carattere violento’ di questo tipo di manifestazioni, che alcuni esponenti della destra hanno paragonato addirittura al “terrorismo dell’ETA”.
L’ultimo escrache ha preso di mira ieri sera il ministro della Giustizia, Alberto Ruiz-Gallardón, letteralmente assediato in calle Genova a Madrid da centinaia di donne che protestavano contro un progetto di legge che vuole limitare drasticamente il diritto delle donne a poter ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza. Con le mani a formare il tradizionale triangolo centinaia di donne, accompagnate anche da alcuni attivisti, hanno bloccato il traffico davanti alla sede nazionale del Partito Popolare reclamando un ‘aborto libero e gratuito’ e si sono sedute sull’asfalto nonostante le pressioni da parte delle forze dell’ordine. E poi la manifestazione è proseguita a poca distanza, davanti alla residenza dell’esponente del governo Rajoy particolamente attivo nella crociata antiabortista delle correnti spagnole più reazionarie. I manifestanti portavano cartelli e striscioni con su scritto “Aborto legale per non morire”, “Noi partoriamo, noi decidiamo” e altri contro la legge oscurantista sull’aborto e le ingerenze del Vaticano e della Chiesa cattolica nella vita politica e nella legislazione.
Dopo aver letto ad alta voce un documento che riassumeva i contenuti della protesta, la maggior parte dei manifestanti ha deciso di sciogliere l’escrache e di abbandonare la via antistante la sede del PP. Ma almeno un centinaio di persone hanno deciso di continuare la protesta direttamente davanti alla casa di Gallardon, lontana pochi metri, gridando “vergogna”, “aborto libero” e “fuori l’aborto dal codice penale”. A quel punto la polizia presente in forze è intervenuta ed ha arrestato un attivista. Poi la polizia ha preteso i documenti dai manifestanti e ne ha identificati diversi in un crescendo di tensione. Finché agenti e manifestanti hanno cominciato di nuovo a fronteggiarsi e poi sono partite le cariche, in conseguenza delle quali un ragazzo è stato ferito ed ha cominciato a sanguinare abbondantemente da una ferita sulla testa. Non contenti i poliziotti si sono accaniti sulle manifestanti, buttandone a terra alcune a furia di spintoni e colpi. Alla fine, poco dopo le 21, i celerini hanno sgomberato a forza la via.
Las protestas di fronte alle sedi del Partito Popolare si è riprodotta ieri in contemporanea anche in altre città, tra le quale Siviglia e Valencia, dove la Polizia Nazionale ha impedito ai manifestanti di avvicinarsi agli ingressi e ha identificato una decina di persone minacciandole di denuncia.
A Barcellona la manifestazione è durata più di un'ora così come a Oviedo, nelle Asturie.
Un video sulla protesta: https://www.youtube.com/watch?v=ynDgb7N5D9g
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