I pericoli della militarizzazione USA si estendono in tutta la Sicilia
di Comitato No Muos - Catania
La
scelta della base militare di Sigonella per “ospitare” 500 marines
delle truppe di rapido intervento Usa non fa che incrementare la
micidiale presenza nella nostra isola di basi di guerra, che seminano
quotidianamente morte, non solo fra le popolazioni colpite dagli
interventi “umanitari” Usa-Nato, ma anche fra le popolazioni limitrofe
al proliferare di basi ed esercitazioni di guerra in tutta la Sicilia.
Il
Pentagono ha già trasferito da Rota (Spagna) i 500 marines per
intervenire nel caso di nuovi attacchi al personale diplomatico Usa in
Libia;l'unità è dotata degli aerei da trasporto Bell Boeing CV-22
Osprey. Si tratta di un "convertiplano" (un bi-turboelica in grado di
decollare come un elicottero e poi volare come un normale aereo).
L'Osprey è in grado di trasportare fino a 24 soldati completamente
equipaggiati alla velocità massima di 509 chilometri orari. La decisione
arriva direttamente dalla Kelley Barracks di Stoccarda, sede del
Comando Africano degli Stati Uniti, dove passano tutte le decisioni (e
le autorizzazioni) per le operazioni e le esercitazioni militari che si
svolgono in Africa. In questo senso, le truppe a stelle e strisce di
stanza nell'Isola fungerebbero da testa di ponte per le attività Usa in
Africa.
Già da qualche
mese, precisamente dallo scorso ottobre, dopo l'uccisione
dell'ambasciatore degli Stati Uniti Chris Stevens, gli Usa avevano
spostato a Birgi (Trapani) un primo comando, lo squadrone dei Combat
Rescue, soldati scelti, ben addestrati, messi in campo per le missioni
più complicate, come penetrare dietro le linee nemiche. Le loro
"misteriose" esercitazioni nelle campagne di Corleone e Contessa
Entellina erano state segnalate da alcuni contadini della zona
spaventati dalla presenza dei Black Hawk, i possenti elicotteri
corazzati, nei loro terreni. Una vicenda che aveva suscitato la protesta
dei sindaci e delle autorità locali che non erano stati avvisati delle
manovre militari.
Dal
potenziamento della base di Sigonella - che entro il 2017 diventerà la
capitale mondiale dei droni, gli aerei senza pilota, che da mesi
costringono i voli di linea a procedure eccezionali in fase di decollo e
atterraggio (NOTAM), con gravi disagi e minacce alla sicurezza dei voli
civili a Fontanarossa - ai caccia bombardieri che affollano Trapani
Birgi (gli ultimi otto velivoli Eurofighter Typhoon sono stati
consegnati i primi di gennaio) assistiamo ad una crescente
militarizzazione dei nostri territori con la possibilità che diverse
aree a verde agricolo siano trasformate in zone edificabili per fare
spazio a nuovi residence per ospitare i militari e le loro famiglie:
basta pensare al progetto - già approvato e poi stoppato - di abbattere
l'agrumeto di contrada Scirumi, a Lentini, per fare spazio a un
residence militare. Oramai la nostra isola, in base agli interessi
geo-strategici statunitensi,sta diventando una mega-portaerei Usa- Nato
per le guerre imperialiste del terzo mollennio.
A
30 anni dalle grandi mobilitazioni popolari contro gli euromissili a
Comiso, la lotta che si sta vivendo a Niscemi per impedire la
costruzione del micidiale MUOS e per lo smantellamento delle 46 antenne
NRTF è una tappa fondamentale per imporre la smilitarizzazione dei
nostri territori a partire dalla Sughereta e per conquistare il rispetto
della sovranità popolare, sempre più calpestata da chi ci ha finora
governato, a livello nazionale e regionale, svendendo agli interessi
bellici Usa-Nato i nostri diritti (garantiti dalla Costituzione, art.11 e
32) alla salute ed a un futuro libero dalle guerre.
La Sicilia non è zona di guerra, via le basi Usa dalla nostra terra!
Comitato di base NoMuos/NoSigonella- Catania
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