IL PIU' PULITO HA LA ROGNA
Non c'è tregua, nelle inchieste della Magistratura che riguardano i partiti politici borghesi; a guardare lo sconsolante quadro, si direbbe che nessuno è immune: anzi si potrebbe, con più di qualche ragione, pensare che "il più pulito ha la rogna".
Non desidero entrare per l'ennesima volta nel discorso sul Delinquente di Arcore: uno che - nonostante il cumulo di leggi ad personam, e l'impressionante numero di prescrizioni raggiunto - è riuscito nell'impresa di essere condannato ben sette volte, ha qualcosa di più della malattia sopra menzionata; quello che invece mi interessa qui rappresentare è il sottobosco dei personaggi politici cosiddetti 'minori' che sono la vera faccia sporca della politica.
Lunedì tredici maggio, al Tribunale di Milano, si tiene la prima udienza del processo contro l'ex presidente della Provincia, il sedicente democratico - proveniente dai Democratici di Sinistra - Filippo Penati, e l'ex segretario generale dello stesso ente, Antonino Princiotta, per il sistema tangentizio che dominava gli appalti pubblici; il Penati chiede di poter rinunciare all'intervenuta prescrizione dei reati a lui ascritti: qualcosa mi dice che, qualora i giudici accogliessero tale richiesta, ne vedremmo delle belle, con chiamate in correità interessanti e di chissà quali livelli.
Nelle stesse ore, nella medesima struttura, viene ascoltato l'ex tesoriere nazionale legaiolo, attualmente recluso nel carcere di San Vittore, Francesco Belsito; secondo indiscrezioni (gli interrogatori sono secretati) avrebbe ammesso di aver girato un terzo del suo stipendio - quale vicepresidente di Fincantieri - alla formazione politica con sede nel capoluogo lombardo, in via Bellerio 41, in segno di gratitudine per il sostegno ricevuto in occasione della sua nomina a tale carica: mi domando cosa ci trovino gli inquirenti di strano, visto che - da sempre - chi si rivolge ad un partito per ottenere un favore deve poi contraccambiare in questo modo.
Infine, due parole sul caso delle 'spese pazze' in regione Liguria; secondo il consigliere forzitaliota imperiese Alessio Saso, il compito di mettere ordine nella rendicontazione era affidato alla buona volontà dei dipendenti del gruppo: suggerisco alla Procura di aggiungere - a carico di questo signore e dei suoi accoliti - al reato di peculato quello di falso in bilancio, visto che a detta loro nemmeno controllavano i documenti che firmavano.
Non desidero entrare per l'ennesima volta nel discorso sul Delinquente di Arcore: uno che - nonostante il cumulo di leggi ad personam, e l'impressionante numero di prescrizioni raggiunto - è riuscito nell'impresa di essere condannato ben sette volte, ha qualcosa di più della malattia sopra menzionata; quello che invece mi interessa qui rappresentare è il sottobosco dei personaggi politici cosiddetti 'minori' che sono la vera faccia sporca della politica.
Lunedì tredici maggio, al Tribunale di Milano, si tiene la prima udienza del processo contro l'ex presidente della Provincia, il sedicente democratico - proveniente dai Democratici di Sinistra - Filippo Penati, e l'ex segretario generale dello stesso ente, Antonino Princiotta, per il sistema tangentizio che dominava gli appalti pubblici; il Penati chiede di poter rinunciare all'intervenuta prescrizione dei reati a lui ascritti: qualcosa mi dice che, qualora i giudici accogliessero tale richiesta, ne vedremmo delle belle, con chiamate in correità interessanti e di chissà quali livelli.
Nelle stesse ore, nella medesima struttura, viene ascoltato l'ex tesoriere nazionale legaiolo, attualmente recluso nel carcere di San Vittore, Francesco Belsito; secondo indiscrezioni (gli interrogatori sono secretati) avrebbe ammesso di aver girato un terzo del suo stipendio - quale vicepresidente di Fincantieri - alla formazione politica con sede nel capoluogo lombardo, in via Bellerio 41, in segno di gratitudine per il sostegno ricevuto in occasione della sua nomina a tale carica: mi domando cosa ci trovino gli inquirenti di strano, visto che - da sempre - chi si rivolge ad un partito per ottenere un favore deve poi contraccambiare in questo modo.
Infine, due parole sul caso delle 'spese pazze' in regione Liguria; secondo il consigliere forzitaliota imperiese Alessio Saso, il compito di mettere ordine nella rendicontazione era affidato alla buona volontà dei dipendenti del gruppo: suggerisco alla Procura di aggiungere - a carico di questo signore e dei suoi accoliti - al reato di peculato quello di falso in bilancio, visto che a detta loro nemmeno controllavano i documenti che firmavano.
Genova, 14 maggio 2013
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Genova
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