martedì 14 maggio 2013

pc 14 maggio - L'uscita dalla crisi per il capitale? Il suo sovvertimento...



Basterebbe questa vignetta ben riuscita a dimostrare quanto gli economisti borghesi più che capire di economia, sono, come diceva Marx, gli ideologi del capitale, e, quindi, devono fare di tutto, ammonticchiando miliardi di parole, per cercare di salvare la faccia del sistema dei loro padroni.
Quando qualcuno di loro ci prova a dire qualcosa di più sensato, al massimo, per i suoi colleghi, diventa, come si dice in questo articolo, il “dottor Sventura”.

In questo caso si tratta di Nouriel Roubini che come riporta un articolo di Affari&Finanza di ieri, mette in guardia sulla prossima “bolla” finanziaria che, dice, scoppierà tra due anni. E aggiunge che “Per il momento le politiche espansive della Fed e di altri paesi contribuiscano alla crescita, ma anche la bolla cresce di dimensioni e diventa quindi più pericolosa”.

Negli Stati Uniti infatti, non solo la banca centrale immette sul mercato 85 miliardi di dollari al mese, ma anche “gli investitori esteri hanno aumentato del 6,5 per cento la loro presenza negli States, la cui somma totale è raddoppiata dal 2005 e sfiora ormai i 15mila miliardi di dollari del Pil degli Usa. E anche i ceti americani più ricchi hanno partecipato con entusiasmo al revival borsistico.” Uno dei (soliti) risultati è che i guadagni di questi ricchi in Borsa “hanno visto allargarsi ulteriormente la forbice dell'ineguaglianza tra loro e i ceti medi.”

“...come mai – si chiede allora Roubini- la cavalcata di Wall Street non si è ancora tradotta, come accadeva nel passato, in una maggiore fiducia dei consumatori e in una accresciuta propensione alla spesa, che sarebbe a sua volta un'accelerazione all'economia?”

La cosiddetta ripresa quindi non è che il vecchio metodo di “drogare l'economia”, come dicono gli specialisti, sia negli USA che in Giappone e Cina, nel tentativo disperato di “uscire dalla crisi”.

Ma già nel Manifesto del Partito Comunista di Marx ed Engels viene data la risposta: “Come supera le crisi la borghesia? Da una parte con l'annientamento coatto di una massa di forze produttive; dall'altra conquistando nuovi mercati e sfruttando più a fondo quelli vecchi. In che modo, insomma? Provocando crisi più generalizzate e più violente e riducendo i mezzi necessari a prevenirle.”

Le “bolle” per l'economia capitalistica sono come quelle delle malattie infettive, e cioè i fenomeni di superficie che mostrano i segni di ciò che c'è in profondità: nel caso del capitale si tratta di un vero e proprio inferno per la stragrande maggioranza del genere umano.

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