Un’altra azienda che incrementa i profitti societari e al tempo stesso fa politica per Federmeccanica e Confindustria è Alfa Acciai, grossa azienda siderurgica, con una forte presenza sindacale, Fiom in maggioranza e Fim che, alimentando polemiche sindacali fantasiose, cerca di espandere la sua presenza.
La scomposizione artificiosa della fabbrica, accettata sindacalmente, non contrastata, ha creato una divisione immediata tra gli operai, e lasciato campo libero alle nuove assunzioni che ad es. nel grande reparto Derivati, avvengono da tempo con le agenzie di somministrazione, per uno, due, tre mesi alla volta. Con una riduzione dello stipendio per via del contratto applicato, per via di ‘escamotage’ come il riposo a scorrimento che porta gli operai in fabbrica al sabato a costo zero. Del resto la nuova avvertenza è ‘sei precario devi stare zitto o non ti rinnovano il contratto’.
Il peso della crisi sanitaria va così tutto sulle spalle degli operai.
I protocolli confederali, con le norme anticontagio condivise con Confindustria, si fermano dove iniziano i reparti: mascherine, distanziamento, gel quant’altro possa servire, a volte più formale che effettivo, ma senza intaccare il normale svolgimento della produzione.
Tutto il contrario di quello che gli operai potrebbero definire organizzandosi direttamente ‘in comitati di reparto’ per decidere come applicare le misure di sicurezza nei reparti salvaguardando salute e condizioni di lavoro e il caffè!
Così come, questo fortunato automatismo non cancella il cancro del precariato e della divisione che si è insinuato con Ranstad e soci, in una fabbrica oggi simbolo contrattuale per l’intera provincia.
Vedi l’accordo del 2016/2019, ritenuto innovativo per il coinvolgimento di lavoratori e management, ha segnato la strada che lega quote di salario alla produttività, qualità, efficienza impianti, è stato di soddisfazione per il risultato raggiunto dice la Fiom, dimostrando prosegue la Fiom, che si possono coniugare le esigenze dei lavoratori in relazione alla gestione della situazione di mercato.
Rientrare nelle fabbriche, recuperare alla lotta di classe, all’organizzazione gli operai, richiede anche coscienza e coerenza sull’effettivo ruolo esercitato dai sindacati confederali in fabbrica, al centro Fiom/Cgil, strumenti indispensabile per l’affermazione dei piani e delle concezioni padronali.
Intanto la condizione operaia comunque peggiora giorno dopo giorno, rivolte non sono certo impossibili, ma senza la lotta operaia e il "potere" operaio fuori e contro le centrali confederali, non segneranno la riscossa per i lavoratori.
pc
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