domenica 14 marzo 2021

pc 14 marzo - Petrolio Basilicata, Eni condannata per traffico illecito di rifiuti - Eni multinazionale imperialista ovunque all'insegna del profitto, della corruzione, del malaffare scaricato sulle popolazioni

La sentenza del collegio giudicante presieduto da Rosario Baglioni, chiude il processo di primo grado svoltosi al tribunale di Potenza

di Redazione - 10 Marzo 2021 - 18:38

https://www.basilicata24.it/2021/03/petrolio-basilicata-eni-condannata-per-traffico-illecito-di-rifiuti-93704/

Al termine di una camera di consiglio durante circa 8 ore, il giudice Rosario Baglioni che ha presieduto “il processo per smaltimento illecito di reflui petroliferi ha condannato Eni.

La pm titolare dell’indagine, Laura Triassi, aveva chiesto complessivamente 112 anni di reclusione e oltre 2 milioni e mezzo di pena pecuniaria. 35 gli imputati e dieci le società coinvolte.

Il processo che si chiude oggi, in primo grado, è scaturito da un’indagine coordinata dalla Procura di Potenza e condotta dal Noe dei Carabinieri, che nel marzo 2016 portò all’arresto di 6 funzionari Eni con l’accusa di smaltimento illecito di reflui petroliferi e sforamento delle

emissioni in atmosfera al Centro Olio di Viggiano.

Per quanto riguarda lo smaltimento illecito di rifiuti petroliferi, l’accusa aveva evidenziato che l’acqua separata dal greggio estratto nell’impianto della Val d’Agri era stata classificata erroneamente come rifiuto non pericoloso, nonostante all’interno vi fossero sostanze tossiche e quindi da indicare con appositi codici non utilizzati. Quei rifiuti erano stati smaltiti in impianti della Basilicata (Val Basento) e non, ritenuti non idonei.

Il reato per il quale il tribunale ha condannato l’azienda del cane a sei zampe è il reato di traffico illecito di rifiuti. Inoltre il giudice ha condannato la compagnia petrolifera al pagamento di una sanzione amministrativa di 700mila euro e alla confisca di circa 44,2 milioni di euro, da cui sottrarre i costi già sostenuti per l’adeguamento degli impianti.

Condannati per traffico illecito di rifiuti: Ruggero Gheller, già direttore del distretto meridionale Eni, (condannato a 2 anni) Enrico TrovatoRoberta AngeliniVincenzo Lisandrelli,( 1 anno e 4 mesi)  Nicola Allegro e Bagatti Luca (anni 2) , dirigenti Eni.

Salvatore Lambiase ex dirigente del Dipartimento ambiente della Regione Basilicata, anche lui condannato a 1 anno 6 mesi di reclusione.

Tutti i condannati sono stati, inoltre, interdetti dai pubblici uffici, dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese, nonché dichiarati incapaci di contrattare con la Pubblica Amministrazione, per la durata di un anno.

Assolti, invece, gli ex Dg dell’Arpab Raffaele Vita e Aldo Schiassi.

Esclusa la responsabilità delle altre Società coinvolte, tra cui Tecnoparco Val Basento.

Il giudice si è riservato 90 giorni per il deposito della motivazione della sentenza.

L’Eni condannata per traffico illecito di rifiuti nel centro Oli di Viggiano: confisca da 44,2 milioni

       Nel 2016 l’inchiesta portò al sequestro, durato circa quattro mesi, del Centro Oli di Viggiano, in provincia del capoluogo lucano: l’accusa riguardava lo smaltimento dei rifiuti prodotti dallo stesso Centro Oli. Una vicenda che ebbe profonde ripercussioni politiche, con le dimissioni di Federica Guidi da ministro dello Sviluppo economico del governo Renzi. In totale il tribunale ha condannato sette persone - sei tra ex manager e dipendenti Eni, e un ex dipendente della Regione Basilicata - a pene comprese tra un anno e quattro mesi e due anni di reclusione, e all’interdizione di un anno dai pubblici uffici (con pena sospesa) per attività organizzata per il traffico di rifiuti, assolvendo 27 imputati

di F. Q. | 10 MARZO 2021

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/10/leni-condannata-per-traffico-illecito-di-rifiuti-nel-centro-oli-di-viggiano-confisca-da-442-milioni/6129238/?fbclid=IwAR0Q0jIPTdZEMnei6oDGpQKwPfxLOKTOPPcq4Hr6hi97ixypU29AFiwWjKM

Si conclude con la condanna dell’Eni il processo sulle estrazioni petrolifere in Basilicata. La sentenza è stata emessa dal presidente della sezione penale del Tribunale di Potenza, Rosario Baglioni. Nel 2016 l’inchiesta portò al sequestro, durato circa quattro mesi, del Centro Oli di Viggiano, in provincia del capoluogo lucano: l’accusa riguardava lo smaltimento dei rifiuti prodotti dallo stesso Centro Oli. Una vicenda che ebbe profonde ripercussioni politiche, con le dimissioni di Federica Guidi, all’epoca ministra allo Sviluppo Economico del governo di Matteo Renzi. Nella vicenda fu coinvolto l’ex compagno della Guidi, Gianluca Gemelli, la cui posizione fu poi archiviata.

Il reato per il quale il tribunale ha condannato l’azienda del cane a sei zampe è il reato di traffico illecito di rifiuti. Inoltre il giudice ha condannato la compagnia petrolifera al pagamento di una sanzione amministrativa di 700mila euro e alla confisca di circa 44,2 milioni di euro, da cui sottrarre i costi già sostenuti per l’adeguamento degli impianti. In totale il tribunale ha condannato sette persone – sei tra ex manager e dipendenti Eni, e un ex dipendente della Regione Basilicata – a pene comprese tra un anno e quattro mesi e due anni di reclusione, e all’interdizione di un anno dai pubblici uffici (con pena sospesa) per attività organizzata per il traffico di rifiuti, assolvendo 27 imputati, ed escludendo la responsabilità per nove società, assolte per mancanza di prova dell’illecito amministrativo.

In particolare, sono stati condannati a due anni di reclusione Ruggero Gheller (ex responsabile del Distretto meridionale dell’Eni), Nicola Allegro e Luca Bagatti; a un anno e quattro mesi di reclusione Enrico Trovato (ex responsabile del Distretto meridionale dell’Eni), Roberta Angelini e Vincenzo Lisandrelli; a un anno e sei mesi di reclusione l’ex dipendente della Regione Basilicata, Salvatore Lambiase. Il Tribunale ha inoltre condannato i sette imputati e l’Eni, in solido, al risarcimento dei danni, patrimoniali e non patrimoniali, da liquidarsi in separata sede, per 278 parti civili. “La condanna è un segnale importante per la tutela dell’ambiente. Bisogna tutelare la libertà di impresa, ma è necessaria che questa si svolga nel rispetto delle norme e nella tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente”, dice la pm Laura Triassi, che dal 2016 ha seguito l’inchiesta sulle estrazioni petrolifere in Basilicata e ora è il procuratore capo di Nola.

L’azienda petrolifera ha diffuso una nota in cui pone l’acccento sulla “pronuncia di assoluzione parziale emessa oggi dal Tribunale” di Potenza “rispetto all’ipotesi di reato di falsità ideologica in atto pubblico”, ma al contempo “non condivide il riconoscimento di responsabilità per la grave ipotesi di reato di traffico illecito di rifiuti”. La compagnia – continua la nota – “rimane convinta che l’operato del Cova (il Centro Olio di Viggiano) e dei propri dipendenti sia stato svolto nell’assoluto rispetto della normativa vigente e, in attesa di leggere le motivazioni della odierna sentenza, si prepara a presentare al più presto appello”.

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