...seguire l'esempio dei lavoratori della logistica organizzarsi nel sindacalismo classista e combattivo
GENOVA - “Il 22 marzo è stato indetto il primo sciopero a livello nazionale di tutta la filiera della logistica di Amazon, partendo dal personale dipendente diretto Amazon Logistica Italia passando al personale delle società di fornitura di servizi di logistica, movimentazione e distribuzione delle merci. Quindi stiamo parlando di un 300 lavoratori sulla piattaforma di Genova in totale. La misura è ormai colma e questo è frutto dell’atteggiamento di Amazon che manifesta un’indisponibilità cronica ad un confronto con le rappresentanze dei lavoratori”, spiegano i sindacalisti confederali.
“Nel mese di luglio -
aggiungono - abbiamo provato a proporre come alle altre principali
committenti operanti sul nostro territorio, anche ad Amazon la
piattaforma regionale riguardante i Driver ma Amazon ha subito demandato
ad Assoespressi Associazione Datoriale che avrebbe rappresentato tutti i
fornitori di Amazon presenti in Liguria, ma anche qui la trattativa si è
interrotta demandandola ad un tavolo Nazionale, mentre con le altre
committente si andava alla chiusura dell’accordo a tutela ed incremento
dei diritti e del salario dei Driver.
Soprattutto la misura è colma e
non è più accettabile la situazione che si sta vivendo per quanti
riguarda i carichi di lavoro ormai diventati insostenibili con l’aumento
delle spedizioni dell’ e-commerce e per le pressioni psicologiche a cui
i lavoratori, in primis i driver, sono sottoposti quotidianamente.
Basti pensare che il loro orario di lavoro impostato sette giorni su
sette, i percorsi, l’ordine delle consegne sono organizzati da un freddo
algoritmo che spesso e volentieri costringe questi lavoratori a saltare
il pasto e trattenere i propri bisogni fisiologici per ore e ore,
facendo correre nel vero senso della parola i lavoratori meno esperti,
non facendo mancare i questo modo i danni ai mezzi che ricadano sulle
spalle di questi lavoratori. In ultimo ma non per importanza la presenza
di moltissimi, anzi troppi contratti di lavoro precari che hanno
solamente lo scopo di tenere in soggezione i lavoratori che per lo più
delle volte sono giovanissimi e appena affacciatisi al mondo del lavoro...".
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