Slai cobas per il sindacato di classe - Palermo
Un forte saluto ai lavoratori di Piacenza colpiti così pesantemente dalla repressione di Stato. L'importante risposta che ieri la piazza di Piacenza ha messo in campo a fronte attacco repressivo gravissimo, ha contrastato sul campo la repressione. La Polizia ha avuto un atteggiamento arrogante, accerchiando la piazza, creando loro l’assembramento, quando poi ogni giorno i lavoratori, i proletari vengono multati o comunque attaccati per aver creato assembramento.
Occorre valorizzare questa risposta di ieri, che è anche una risposta incoraggiante per lavoratori e lavoratrici in lotta. Piacenza. non riguarda solo il SiCobas ma è un attacco che ci riguarda tutte, e tutti ci dobbiamo sentire coinvolti.
Da Palermo, al di là del comunicato immediato, che è la prima cosa da fare in solidarietà verso lavoratori così pesantemente repressi, ci siamo subito attivati per rendere concreta la parola d'ordine “se toccano uno toccano tutti” e quindi abbiamo ha fatto un lavoro in città di controinformazione, di denuncia, assemblee con le lavoratrici – che anche loro in 31 sotto processo per aver difeso il diritto al lavoro. Abbiamo anche affisso di striscioni in luoghi mirati, quartieri proletari, quartieri abitati da
immigrati e anche presso la sede TNT Fedez qui a Palermo. Questo lavoro continuerà la prossima settimana con altre azioni e assemblee; porteremo la risposta forte alla repressione di stato che c'è stata agli operai dei cantieri navali, perché si rende ancora più necessario affermare che le lotte non solo non si possono e non si devono fermare ma devono essere rafforzate ed estese dalla solidarietà concreta e dall'unità concreta e attiva.Questa Assemblea delle lavoratrici e Lavoratori combattivi, che corre sempre il rischio di trasformarsi in un raggruppamento di sigle, deve invece essere uno degli strumenti che dobbiamo utilizzare non solo per rafforzare la solidarietà ma anche per l’estensione delle lotte, perché sono le lotte che devono parlare, le lotte reali. Non si deve guardare tanto alla grandezza o piccolezza delle lotte, quello che conta sono le lotte reali che si mettono in campo e che devono avere diritto di parola.
Tutto si lega: l'attacco al diritto di sciopero che c'è stato in occasione dell’8 marzo, anche il semplice fatto avvenuto nello sciopero del 29 gennaio a Palermo, in sui, mentre eravamo in piazza, la Digos si è avvicinata e ci ha fatto domande: “ma questo Patto? questa assemblea di cui ora fare fate parte?”. Tutto questo ci fa capire che comunque questo nostro percorso è monitorato, che la borghesia comprende che può dare veramente fastidio ed essere veramente una spina nel fianco e risponde con la repressione.
La repressione viene da parte di un governo che, se dal punto di vista della gestione dell'Economia e della pandemia non sta facendo più di quello che ha fatto il governo Conte, è nell'aspetto politico che è peggiore. L'aspetto della sua base di consenso del Fascio populismo da un lato, e dei sindacati confederali che ne sono un puntello dall'altro. L'aspetto di passo in avanti del moderno fascismo. Di qui il ruolo della repressione e della polizia la piena rimessa in campo del decreto sicurezza, per nulla modificato dal governo precedente per ciò che colpisce e lotte sociali. Questo dei decreti sicurezza che deve essere posto come un nodo centrale per le battaglie che dobbiamo mettere in campo ed è anche uno dei punti della piattaforma generale di questo percorso.
Anche l’attacco allo sciopero della scuola è collegato. È stato un attacco non solo sindacale, è stato un attacco politico, un attacco ideologico, un attacco che ha inciso in un settore che nello sciopero delle donne è stato sempre significativo in questi anni. Ma noi dobbiamo valorizzare lo sciopero dell’8 marzo che si è fatto nel nostro paese. Dobbiamo soffermarci un attimo a vedere che cosa ha significato, il salto di qualità che c’è stato quest'anno anche attraverso il percorso del patto di azione anticapitalista e dell'assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi. Che cosa ha significato in senso di contaminazione e di comprensione dell'aspetto profondo di questo sciopero che non è solo uno sciopero sindacale.
Per quanto riguarda lo sciopero del 26, credo sia un'altra tappa importante che parte da un settore che in questo momento è sicuramente un’avanguardia ma è importante che si estenda anche ad altri settori. Per esempio nella scuola. Quello che diceva il compagno di Piacenza dei supplenti è vero. Io sono una lavoratrice alla scuola e lo vivo da vicino il problema degli stipendi dei supplenti, che è grave ma non è il solo, ci sono tanti altri problemi strutturali legati alla salute e sicurezza che continuano a non risolversi, e per questo ci sono categorie di lavoratori che sono fuori dal lavoro. Le lavoratrici a Palermo non lavorano dall'anno scorso non solo per la privatizzazione dei servizi ma anche per la non soluzione di questi problemi che non solo vivono le lavoratrici e i lavoratori all'interno della scuola ma ricadono anche su altri lavoratori che perdono il lavoro.
Sulle vaccinazioni, la scorsa settimana abbiamo partecipato all’iniziativa che c'è stata a Palermo contro la guerra dei vaccini per il profitto capitalista, dove si è parlato delle disdette da parte migliaia di lavoratori della scuola perché in Sicilia abbiamo avuto tre decessi per un lotto di vaccino AstraZeneca, e ora ci sono disdette di massa e non sappiamo se quei lavoratori resteranno fuori dalle vaccinazioni.
Tutto questo per dire che la scuola veramente mette in campo tantissimi temi e quindi è importante che lo sciopero venga esteso anche ad altre categorie e si lavorerà in tal senso.
Nessun commento:
Posta un commento