attaccano le manifestazioni operaie di protesta e premono sulla magistratura perchè confermi arresti, divieti ecc.
Sempre più chiaro il segno innanzitutto politico della repressione antioperaia.
Questo governo di unità nazionale, includendo i fasciopopulisti e Salvini, rafforzando il legame Draghi/polizia con la carica nel governo all'ex capo della polizia Gabrielli mostra chiaramente la sua natura
proletari comunisti
Fratelli d’Italia “SiCobas, tre giorni di manifestazioni alla faccia delle attività chiuse per decreto”
“Tre giorni di manifestazioni alla faccia di tutte le attività chiuse
per decreto e di tutti i bambini che non hanno la possibilità di
seguire le lezioni in presenza”.
Inizia così la nota dei Consiglieri di Fratelli d’Italia che prendono
posizione in merito alle manifestazioni indette dalla sigla SiCobas
negli ultimi giorni. “Le manifestazioni SiCobas che si sono tenute nelle
giornate di sabato 13, lunedì 15 e martedì 16 (queste ultime due
proprio di fronte al Tribunale) – scrivono -, rappresentano un forte
smacco nei confronti di tutte quelle persone a cui non è concessa la
possibilità di svolgere attività lavorativa a seguito delle restrizioni
derivanti dalla collocazione della nostra città in zona rossa”.
“In una tale situazione di emergenza sanitaria – continua la nota –
in cui tutte le persone sono fortemente limitate delle loro libertà
personali, troviamo oltremodo inconcepibile che il Ministero
dell’Interno consenta di autorizzare manifestazioni di tal guisa
permettendo la partecipazione di migliaia di persone e, tra l’altro,
anche provenienti da territori diversi, consentendo così, anche, lo
spostamento tra Regioni. Spostamento, questo, che i cittadini non
possono normalmente compiere ormai da cinque mesi”.
“Al di la di tale evidente aspetto – concludono – non ci sembra
neppure normale che il Giudice delle Indagini Preliminari investito
della decisione sulla istanza di revoca della misure cautelari applicate
nei confronti degli indagati debba svolgere tale importantissimo
compito subendo la costante pressione di continue manifestazioni a pochi
passi dal proprio ufficio”.
COMUNICATO S.I.Cobas Piacenza
Rispondiamo alle polemiche che hanno attraversato i
giornali locali in merito alla manifestazione sul Pubblico Passeggio di
sabato 13 marzo e ai presidi davanti al Tribunale di Piacenza del 15 e 16 marzo.
Abbiamo potuto notare, in questi giorni, che diversi partiti e personaggi pubblici si sono spesi per condannare le nostre mobilitazioni volte alla liberazione dei nostri compagni ingiustamente posti sotto misure.
Abbiamo potuto notare, in questi giorni, che diversi partiti e personaggi pubblici si sono spesi per condannare le nostre mobilitazioni volte alla liberazione dei nostri compagni ingiustamente posti sotto misure.
Rigettiamo queste polemiche, per diversi motivi:
- Le nostre mobilitazioni erano a norma di legge e rispettavano il DPCM in vigore ad oggi. Ciò che ha causato la difficoltà nel mantenimento del distanziamento fisico, lungi dall’essere responsabilità nostra in quanto organizzatori delle mobilitazioni, è piuttosto adducibile ad una congestione dei partecipanti causata dalle autorità stesse. Queste ultime, come testimoniano le immagini, hanno infatti disposto camionette e reparti celere in modalità tale da lasciarci a disposizione uno spazio fisico del tutto insufficiente, considerata l’alta partecipazione, per poter mettere in pratica i distanziamenti. La premura di far rispettare i distanziamenti è piuttosto stata nostra, per questo motivo, durante la manifestazione di sabato 13 marzo, ci siamo spostati nell’ampio parcheggio sottostante al Pubblico Passeggio, permettendo alla grande folla di lavoratori e solidali di avere la possibilità di mantenere la distanza di sicurezza anti-Covid19. Per questo motivo, ci pare ancora più assurdo e pretestuoso essere noi il soggetto della polemica sui presunti assembramenti.
- Vogliamo sottolineare che abbiamo avuto cura, durante gli interventi, di incentivare il rispetto delle norme di sicurezza anti-Covid19 e che, oltre a questo, è emersa la tendenza generale di tutti i partecipanti di tenere costantemente alzata la mascherina e anche, spesso, doppia mascherina. Riteniamo che il lassismo di qualche partecipante sia una variabile presente in ogni contesto, non solo il nostro -basti notare cosa accadeva in centro nello stesso momento, quando si creavano assembramenti di persone intente a fare shopping-, e che per questo sia assolutamente ridicolo utilizzare singoli casi presenti ovunque come pretesto d’attacco alle giuste e necessarie mobilitazioni poste in essere questi giorni.
- Vogliamo ricordare ai partiti che sfruttano il Covid-19 come pretesto per attaccarci, che siamo stati una delle prime organizzazioni a prendersi cura della collettività piacentina in emergenza pandemica. Come spesso testimoniato, infatti, abbiamo aiutato centinaia di famiglie -oltre quelle che quotidianamente aiutiamo con il nostro lavoro sindacale- durante questo ultimo anno di pandemia, contribuendo significativamente ad attutire il peso che il Coronavirus ha comportato per la città di Piacenza. Questo non veniva visto, però, dagli stessi che ora ci attaccano. Inoltre, dove si trovavano queste personalità polemiche quando noi denunciavamo il fatto che le aziende non assicuravano ai lavoratori gli strumenti necessari per arginare il virus, come mascherine e gel igienizzante, contribuendo significativamente a rendere i luoghi di lavoro uno dei principali veicoli di contagio? Perché ai tempi tutta questa polemica non emergeva? Sarà che è più vantaggioso attaccare chi lotta per un futuro migliore, piuttosto che quelli che ci sfruttano e ci fanno ammalare al lavoro?
Consapevoli dell’estrema pretestuosità delle polemiche in corso -che strumentalizzano beceramente addirittura la triste condizione dei bambini in DAD- facciamo appello all’opinione pubblica per rendersi protagonista di una lettura più lucida e critica di quel che si svolge nella nostra città, evitando pertanto un condizionamento del tutto strumentale da parte di politicanti e giornali schierati contro gli operai che chiedono condizioni di vita dignitose.
S.I.Cobas Piacenza
- Le nostre mobilitazioni erano a norma di legge e rispettavano il DPCM in vigore ad oggi. Ciò che ha causato la difficoltà nel mantenimento del distanziamento fisico, lungi dall’essere responsabilità nostra in quanto organizzatori delle mobilitazioni, è piuttosto adducibile ad una congestione dei partecipanti causata dalle autorità stesse. Queste ultime, come testimoniano le immagini, hanno infatti disposto camionette e reparti celere in modalità tale da lasciarci a disposizione uno spazio fisico del tutto insufficiente, considerata l’alta partecipazione, per poter mettere in pratica i distanziamenti. La premura di far rispettare i distanziamenti è piuttosto stata nostra, per questo motivo, durante la manifestazione di sabato 13 marzo, ci siamo spostati nell’ampio parcheggio sottostante al Pubblico Passeggio, permettendo alla grande folla di lavoratori e solidali di avere la possibilità di mantenere la distanza di sicurezza anti-Covid19. Per questo motivo, ci pare ancora più assurdo e pretestuoso essere noi il soggetto della polemica sui presunti assembramenti.
- Vogliamo sottolineare che abbiamo avuto cura, durante gli interventi, di incentivare il rispetto delle norme di sicurezza anti-Covid19 e che, oltre a questo, è emersa la tendenza generale di tutti i partecipanti di tenere costantemente alzata la mascherina e anche, spesso, doppia mascherina. Riteniamo che il lassismo di qualche partecipante sia una variabile presente in ogni contesto, non solo il nostro -basti notare cosa accadeva in centro nello stesso momento, quando si creavano assembramenti di persone intente a fare shopping-, e che per questo sia assolutamente ridicolo utilizzare singoli casi presenti ovunque come pretesto d’attacco alle giuste e necessarie mobilitazioni poste in essere questi giorni.
- Vogliamo ricordare ai partiti che sfruttano il Covid-19 come pretesto per attaccarci, che siamo stati una delle prime organizzazioni a prendersi cura della collettività piacentina in emergenza pandemica. Come spesso testimoniato, infatti, abbiamo aiutato centinaia di famiglie -oltre quelle che quotidianamente aiutiamo con il nostro lavoro sindacale- durante questo ultimo anno di pandemia, contribuendo significativamente ad attutire il peso che il Coronavirus ha comportato per la città di Piacenza. Questo non veniva visto, però, dagli stessi che ora ci attaccano. Inoltre, dove si trovavano queste personalità polemiche quando noi denunciavamo il fatto che le aziende non assicuravano ai lavoratori gli strumenti necessari per arginare il virus, come mascherine e gel igienizzante, contribuendo significativamente a rendere i luoghi di lavoro uno dei principali veicoli di contagio? Perché ai tempi tutta questa polemica non emergeva? Sarà che è più vantaggioso attaccare chi lotta per un futuro migliore, piuttosto che quelli che ci sfruttano e ci fanno ammalare al lavoro?
Consapevoli dell’estrema pretestuosità delle polemiche in corso -che strumentalizzano beceramente addirittura la triste condizione dei bambini in DAD- facciamo appello all’opinione pubblica per rendersi protagonista di una lettura più lucida e critica di quel che si svolge nella nostra città, evitando pertanto un condizionamento del tutto strumentale da parte di politicanti e giornali schierati contro gli operai che chiedono condizioni di vita dignitose.
S.I.Cobas Piacenza
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