domenica 10 novembre 2019

pc 10 novembre - Migliaia in corteo a Roma contro i decreti sicurezza razzisti e liberticidi. Bene...

...ma perchè non parlate di fascismo, moderno fascismo, imperialismo e reazione?
E invece si parla di 'governance autoritaria'... che farà chic ma nasconde la sostanza?
Senza dirlo si rimane dentro una logica movimentista, democraticista, pacifista e alla fine elettoralista
proletari comunisti/PCm Italia
10 novembre 2019
Tanti i migranti presenti al corteo. I Decreti Sicurezza hanno usato proprio loro per essere imposti nell’agenda politica e istituzionale. E il mondo politico ha chinato la testa troppo spesso e troppe volte di fronte alla clava securitaria agitata da Salvini, vezzeggiata da parte del M5S, criticata dal Pd ma solo sulla parte relativa all’accoglienza dei rifugiati e dei sopravvissuti alle traversate nel Mediterraneo. Troppe poche le voci che si sono alzate contro la criminalizzazione delle lotte sociali e operaie e delle manifestazioni. Eppure la manifestazione di oggi era anche su questo che ha cercato, giustamente, di portare l’attenzione. In piazza c’erano anche gli occupanti delle case,  i lavoratori costretti a bloccare le strade per resistere ai licenziamenti e al caporalato e un bello spezzone di studenti che non hanno interrotto un attimo gli slogan.







Nicoletta Dosio

«Oggi vedo in piazza tanti giovani che vogliono continuare a lottare contro un sistema che appare sempre più ingiusto, un sistema che vede queste persone come un pericolo da togliere di mezzo». A parlare così è Nicoletta Dosio, 73 anni,  del movimento No-Tav che proprio nei giorni scorsi è stata condannata per interruzione di pubblico servizio e violenza privata dal tribunale di Torino per una manifestazione del 2012, annunciando che «se qualcuno mi verrà a prendere andrò in carcere». Quando il corteo nazionale parte, al microfono la Dosio dice: «I diritti sono di tutti e sono tanti. Alla casa, all’istruzione, ad un mondo senza barriere. Ad un  lavoro che non deve uccidere e non deve devastare. Il diritto a una libertà vera che non può essere divisa dall’uguaglianza. E quando conquistare i diritti diventa pericoloso per un sistema che si fonda sull’arbitrio, allora ecco i decreti sicurezza».
«Siamo in piazza oggi in una fase politica in cui la tanto auspicata discontinuità non si è data, anche sulla chiusura dei porti e sulla criminalizzazione della solidarietà», dice Ada Talarico di Mediterranea. E ancora: «C’è invece bisogno di rilanciare, sia in mare così come in terra, il tema della libertà di movimento, c’è la necessità di sgretolare attraverso la disobbedienza queste politiche».
Sullo stesso registro Stefano Bleggi di Melting Pot: «Qui non c’è stata nessuna discontinuità, lo abbiamo visto con il decreto di recente voluto da Di Maio che ha inserito la lista dei paesi sicuri. E in questi giorni, di nuovo, con il rinnovo degli accordi infami con la Libia. Infine, con la prosecuzione della linea già avviata dai precedenti governi di centro sinistra che hanno introdotto e poi inasprito la detenzione amministrativa per i migranti».
Per Salvatore Corizzo della rete “Roma non si Chiude”, tra gli organizzatori della manifestazione, quelle sulla cosiddetta “sicurezza” sono «leggi in primo luogo razziste, che criminalizzano la libertà di movimento di migliaia di migranti, di chi scappa dalla guerra». Ma, continua, «sono anche leggi liberticide che limitano il diritto di manifestare per tutti, lavoratori e lavoratrici, per chi è impegnato nelle lotte sindacali». Secondo Maria Paola Boselli di “Restiamo Umani”, «Non è possibile reprimere il dissenso sociale con misure restrittive che vanno a colpire determinati comportamenti solo perché condotti all’interno di una manifestazione».

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