Operai Contro
La metanfetamina la somministravano ai soldati della Wehrmact per sostenere la fatica della guerra, oggi sono costretti a farne uso gli operai delle ditte d’appalto della Fincantieri per reggere i ritmi di lavoro forsennati ai quali devono sottostare.
La Fincantieri S.P.A. è il più grande gruppo cantieristico navale
europeo, nei propri cantieri italiani occupa circa 9.250 addetti ed
utilizza come forza lavoro aggiuntiva, nei tre principali cantieri
navali (Monfalcone, Marghera e Genova Sestri), per la costruzione di
grandi navi da crociera da 100.000 tonnellate, oltre 30 mila operai
delle imprese appaltatrici. Di proprietà dell’IRI fin dalla sua
creazione nel 1959 è oggi controllata al 71,6% da Fintecna
(finanziaria del gruppo cassa depositi e prestiti controllata dal
Ministero dell’economia e delle finanze). Da oggi al 2027 i tre
cantieri hanno in programma la costruzione di almeno 8 grandi navi
veloci da crociera, tutte intorno alle 100mila tonnellate di stazza
lorda e con tempi medi di realizzazione dai 18 ai 24 mesi. In
particolare, nel cantiere di Marghera per la costruzione di parte di
queste commesse, per rispettare i tempi di consegna, oltre ai 3.900
operai direttamente assunti da Fincantieri vengono impiegati circa
altri 20.000 operai delle imprese appaltatrici (Giuseppe Bono,
amministratore delegato di Fincantieri in un intervista del 2012
della giornalista Giovanna Boursier disse : “calcoliamo che un
cantiere muove 3 o 4 volte, 5 volte anche la sua forza”).
Attualmente nei 3 cantieri navali della Fincantieri la costruzione di
una grande nave è per l’80% il prodotto di operai delle piccole
aziende appaltatrici. Imprese che occupano per la maggior parte
operai bengalesi e rumeni. 20 mila operai delle imprese, 20 mila
soldati di ventura le cui mansioni coprono la parte più impegnativa
e pesante del lavoro, quella della saldatura e della molatura.
Con
orari di lavoro che si attestano sulle 12 ore di lavoro giornaliere
per una paga massima che a stento raggiunge i 4-5 euro ora. Cambiando
anche 3 o 4 ditte nel corso del loro lavoro al cantiere, con
contratti a scadenza di al massimo 2 o 3 mesi e fino ad un massimo di
8 mesi consecutivi, rinnovabili di volta in volta, sempre che gli
operai non si ribellino o non stiano più alle condizioni capestro
del padrone di turno. Pagati con il sistema della paga globale (nei 4
euro ora percepiti è compreso tutto). Niente ferie, niente malattia,
niente tredicesima. Una parte delle ore vengono pagate come indennità
e rimborsi, così i padroni non versano nemmeno i contributi di
legge, arrivando all’assurdo che a seguito di una indagine della
magistratura sul lavoro nero gli operai sono stati condannati a
pagare pure le tasse non versate dal padrone. Ma per Fincantieri
questo era ed è il segreto di Pulcinella, infatti controllando le
ore di lavoro di ciascun operaio i dirigenti sanno benissimo le
condizioni di lavoro a cui sono sottoposti gli operai delle imprese.
Inoltre, dato che ogni commessa viene affidata ad un costo
sottostimato e con delle ore di esecuzione sottostimate, obbligano le
imprese appaltatrici a finire lavorazione che richiedono mille ore di
lavoro in cento ore, con la conseguente rivalsa sugli operai, da
parte dei padroni delle imprese, che per stare nelle ore contrattuali
obbligano i loro operai ad ammazzarsi di lavoro, prolungando la loro
giornata lavorativa all’infinito. Questi dirigenti oltretutto sono
indagati dalla procura per essere a libro paga dei padroni delle
imprese. Padroncini che per non perdere l’appalto versano fiumi di
denaro e di regali costosi: cellulari, tablet, computer e orologi di
valore, direttamente nelle tasche dei manager della Fincantieri.
Addirittura sotto inchiesta è finito Antonio Quintano direttore
generale del cantiere di Marghera. Di fronte a questi ritmi di lavoro
forsennati, per sostenere le 12 ore di lavoro consecutive senza una
pausa e senza mai fiatare, pur di mantenere il posto di lavoro per
continuare ad ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno, questi
operai delle imprese erano e sono ancora costretti a fare uso di una
sostanza dopante che i bengalesi chiamano Yaba, e che nelle inchieste
dei giornali è stata denominata “droga di Hitler”. Una droga
sintetica (metanfetamina) simile al Pervitin che la Germania nazista
somministrava ai soldati della Wehrmacht (l’esercito tedesco dal
1935 al 1946) e che permetteva loro di sostenere la fatica delle
marce forzate, annullando il bisogno del sonno e dandogli la capacità
di combattere senza sosta giorno e notte. Droga che permette oggi a
questi poveri operai di tentare di sopravvivere ai ritmi bestiali
imposti dai padroni per costruire navi che consentono ai ricchi
borghesi di godersi la bella vita, mentre la loro è fatta solo di
faticoso lavoro al limite dell’esaurimento fisico per un salario
che nemmeno riesce a farli sopravvivere. D.C.
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