La manovra economica del governo
Conte bis per il triennio 2020-21-22, continua a garantire gli interessi della
classe dominante con al centro i padroni delle fabbriche e della finanza, attraverso
i “trasferimenti alle imprese” per circa 20 miliardi e oltre 4 miliardi al
settore bancario, mentre sparge fumo negli occhi con il taglio del cuneo per i
lavoratori e la rivalutazione delle pensioni.
È questa la vera essenza della “manovra”
che si completa con la propaganda di tipo reazionario attraverso gli interventi
a favore della famiglia (asili, assegno unico…) restando sulla via del clerico-fascismo
di Salvini.
Nel mare di cifre articoli ecc. che
compongono le quasi 200 pagine del decreto, ci sono poi i miliardi
che ogni anno lo Stato impegna per le missioni di guerra e la difesa, oltre 22 miliardi, e il mantenimento dell’ordine pubblico, oltre 11 miliardi.
che ogni anno lo Stato impegna per le missioni di guerra e la difesa, oltre 22 miliardi, e il mantenimento dell’ordine pubblico, oltre 11 miliardi.
Questa Legge di Bilancio non
viene certo presentata così dai mezzi di comunicazione di massa che si concentrano
sulle presunte novità: le nuove tasse sulle bevande zuccherate o sulla
plastica, le spese per l’ambiente (green new deal) ecc. e la lotta all’evasione.
Poca roba, come vedremo, perché questa
manovra del nuovo governo dei padroni nasce schiacciata tra una crisi economica
infinita e la necessità di tenere in ordine i conti per i vincoli europei che
si sono “allentati” solo con il cambio di governo, da quello Lega-Movimento 5
Stelle a quello Pd-Movimento 5 Stelle.
Il fatto che con la nascita di
questo governo ci sia stato un calo dello spread, cioè degli interessi che il
governo paga sul debito pubblico, e un ammorbidimento della posizione “antieuropeista”
del passato governo, è stato gradito dalla commissione europea che ha chiuso un
occhio sull’aumento del deficit.
È per questo che i 30 miliardi
della manovra, come riportano i quotidiani, sono quindi una specie di “distrazione
di massa”, perché 23 miliardi servono solo per impedire l’aumento dell’iva! e
su questo tutti, governi, padroni, sindacalisti, economisti ecc. sono d’accordo!
Perché davanti ad una crisi economica così profonda (“Stallo per due anni”
dice il commissario europeo Moscovici) non ci si può permettere di causare un
ulteriore crollo dei consumi, l’ulteriore calo dei profitti, l’aumento della
disoccupazione e della povertà, insomma, dei problemi sociali e di “ordine
pubblico”.
Per tentare di arginare la crisi
comunque il governo prova a immettere altri soldi nel sistema economico
attraverso la spesa per circa 4 miliardi: solo per il 2020 abbiamo circa 1
miliardo per missioni di pace, strade sicure, emergenza sisma, contratti Pubblica
amministrazione; 700 milioni per le infrastrutture e sostenibilità; 600 milioni
per sostegno alle famiglie (asili nido, assegni natalità).
I soldi per coprire queste spese vengono
per 10,9 miliardi da maggiori entrate (soprattutto dalla lotta all’evasione
fiscale, cosa che tutti considerano difficile) e solo per 2,7 miliardi da
minori spese. A subire tagli di bilancio saranno i ministeri centrali, soprattutto
quelle che oggi incoraggiano i “mali”, cioè sussidi inquinanti e per carburanti
inquinanti, logica che rientra nel piano chiamato “green new deal”.
Come si può ben vedere le cifre
sbandierate come grande aiuto per le spese sociali sono abbastanza insignificanti,
mentre i padroni, a parte i tanti sgravi fiscali, possono anche partecipare ai
lavori previsti per gli investimenti pubblici e incassare altri profitti.
Ma ciononostante ai padroni tutto
questo non piace, dicono pubblicamente che non sono d’accordo. Uno dice addirittura
che “l’impostazione della manovra è anti-impresa”, un altro parla di “asfissia
economica”, Boccia, capo di Confindustria dice che “Punire l’industria con le
tasse, creare ansie con le misure sull’evasione fiscale non fa crescere il
paese”… ecco, basta parlare di controllo (tra l’altro tutto teorico!) sull’evasione
fiscale che ai padroni viene l’ansia…
Non è certo lo stesso tipo di
ansia che tocca centinaia di migliaia di operai, lavoratrici e lavoratori, “stabili”
e precari, a cominciare da quelli dell’ArcelorMittal per i quali questa
finanziaria non prevede proprio nulla! Un’ansia che gli operai possono
scaricare in un solo modo: con la lotta fino in fondo contro i padroni e i loro
governi borghesi.
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