martedì 12 novembre 2019

pc 12 novembre - Un'altra manovra governativa tra demagogia e servizio ai padroni italiani e d europei

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La manovra economica del governo Conte bis per il triennio 2020-21-22, continua a garantire gli interessi della classe dominante con al centro i padroni delle fabbriche e della finanza, attraverso i “trasferimenti alle imprese” per circa 20 miliardi e oltre 4 miliardi al settore bancario, mentre sparge fumo negli occhi con il taglio del cuneo per i lavoratori e la rivalutazione delle pensioni.
È questa la vera essenza della “manovra” che si completa con la propaganda di tipo reazionario attraverso gli interventi a favore della famiglia (asili, assegno unico…) restando sulla via del clerico-fascismo di Salvini.
Nel mare di cifre articoli ecc. che compongono le quasi 200 pagine del decreto, ci sono poi i miliardi
che ogni anno lo Stato impegna per le missioni di guerra e la difesa, oltre 22 miliardi, e il mantenimento dell’ordine pubblico, oltre 11 miliardi.
Questa Legge di Bilancio non viene certo presentata così dai mezzi di comunicazione di massa che si concentrano sulle presunte novità: le nuove tasse sulle bevande zuccherate o sulla plastica, le spese per l’ambiente (green new deal) ecc. e la lotta all’evasione.
Poca roba, come vedremo, perché questa manovra del nuovo governo dei padroni nasce schiacciata tra una crisi economica infinita e la necessità di tenere in ordine i conti per i vincoli europei che si sono “allentati” solo con il cambio di governo, da quello Lega-Movimento 5 Stelle a quello Pd-Movimento 5 Stelle.
Il fatto che con la nascita di questo governo ci sia stato un calo dello spread, cioè degli interessi che il governo paga sul debito pubblico, e un ammorbidimento della posizione “antieuropeista” del passato governo, è stato gradito dalla commissione europea che ha chiuso un occhio sull’aumento del deficit.
È per questo che i 30 miliardi della manovra, come riportano i quotidiani, sono quindi una specie di “distrazione di massa”, perché 23 miliardi servono solo per impedire l’aumento dell’iva! e su questo tutti, governi, padroni, sindacalisti, economisti ecc. sono d’accordo! Perché davanti ad una crisi economica così profonda (“Stallo per due anni” dice il commissario europeo Moscovici) non ci si può permettere di causare un ulteriore crollo dei consumi, l’ulteriore calo dei profitti, l’aumento della disoccupazione e della povertà, insomma, dei problemi sociali e di “ordine pubblico”.
Per tentare di arginare la crisi comunque il governo prova a immettere altri soldi nel sistema economico attraverso la spesa per circa 4 miliardi: solo per il 2020 abbiamo circa 1 miliardo per missioni di pace, strade sicure, emergenza sisma, contratti Pubblica amministrazione; 700 milioni per le infrastrutture e sostenibilità; 600 milioni per sostegno alle famiglie (asili nido, assegni natalità).
I soldi per coprire queste spese vengono per 10,9 miliardi da maggiori entrate (soprattutto dalla lotta all’evasione fiscale, cosa che tutti considerano difficile) e solo per 2,7 miliardi da minori spese. A subire tagli di bilancio saranno i ministeri centrali, soprattutto quelle che oggi incoraggiano i “mali”, cioè sussidi inquinanti e per carburanti inquinanti, logica che rientra nel piano chiamato “green new deal”.
Come si può ben vedere le cifre sbandierate come grande aiuto per le spese sociali sono abbastanza insignificanti, mentre i padroni, a parte i tanti sgravi fiscali, possono anche partecipare ai lavori previsti per gli investimenti pubblici e incassare altri profitti.
Ma ciononostante ai padroni tutto questo non piace, dicono pubblicamente che non sono d’accordo. Uno dice addirittura che “l’impostazione della manovra è anti-impresa”, un altro parla di “asfissia economica”, Boccia, capo di Confindustria dice che “Punire l’industria con le tasse, creare ansie con le misure sull’evasione fiscale non fa crescere il paese”… ecco, basta parlare di controllo (tra l’altro tutto teorico!) sull’evasione fiscale che ai padroni viene l’ansia…
Non è certo lo stesso tipo di ansia che tocca centinaia di migliaia di operai, lavoratrici e lavoratori, “stabili” e precari, a cominciare da quelli dell’ArcelorMittal per i quali questa finanziaria non prevede proprio nulla! Un’ansia che gli operai possono scaricare in un solo modo: con la lotta fino in fondo contro i padroni e i loro governi borghesi.

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