E’ in uscita un dettagliato importante
Rapporto su ArcelorMittal e il suo impatto nei vari paesi, redatto da
vari ricercatori nel mondo.
Il dossier si può richiedere a SLAI COBAS per il sindacato di classe - 3475301704 - slaicobasta@gmail.com - Taranto via Livio Andronico, 47.
Il dossier si può richiedere a SLAI COBAS per il sindacato di classe - 3475301704 - slaicobasta@gmail.com - Taranto via Livio Andronico, 47.
Dalla presentazione/anticipazione fatta in un'assemblea di operai Ilva/AM di aprile scorso.
"Tutto l'impero Ilva di Riva è finito
nelle mani di Mittal, il più grande produttore mondiale dell'acciaio
nel mondo.
Chi è Mittal, come è diventato questo
gigante della siderurgia mondiale, e che rapporto ha questo con
l'India? Uno dei più grandi paesi del mondo, descritto da sempre
come il paese della fame, ma dove si trovano capitalisti che si sono
arricchiti proprio sulla fame del loro popolo e che tengono così
tanti soldi da potersi comprare le imprese dei paesi occidentali.
Per capire come Mittal sia diventato
così forte e importante, basta pensare ad un avvenimento avvenuto
agli inizi di gennaio: il Vertice di Davos in Svizzera. Qui si sono
trovati tutti i padroni del mondo per parlare di economia.
Capitalisti che controllano governi molto importanti e che danno del
“tu” ai grandi capi di Stato e dell'economia mondiale. A questo
Vertice c'era Mittal, insieme al capo di governo, Modi.
L'Ilva di Taranto faceva già parte di
un grande complesso industriale che era la famiglia Riva. Anche Riva
teneva fabbriche in diversi paesi, e si era arricchito abbastanza
tanto da avere soldi nei paradisi fiscali (realtà che nell'inchiesta
“Ambiente svenduto” è venuto fuori molto parzialmente); ma ora
siamo passati ad un padrone planetario.
Sull'Ilva si è giocata una partita di
importanza mondiale, in cui gli operai sono stati le pedine di un
gioco che riguarda l'economia mondiale. Mittal è il 4° capitalista
più ricco del mondo, gli altri 3 non sono solo industriali ma si
occupano di tante attività, frutto dell'intreccio tra attività
produttive e attività di finanza, che ne fa dei grandi finanzieri.
Mittal rispetto agli altri è il “padrone vero”, che ha
gli
operai, la produzione, che trae ancora buona parte dei suoi soldi non
tanto dalla finanza ma dalla produzione, quindi da chi la realizza
questa produzione, gli operai. Questo ci fa capire come sono
importanti gli operai dell'Ilva. Sul lavoro degli operai dell'Ilva si
costruiscono le fortune di uno degli industriali più ricchi del
mondo.
Ma dobbiamo andare a vedere come Mittal
se li è fatti i soldi, che succede nelle sue fabbriche, che succede
in India, perchè gli operai, i cittadini sappiano con che chi hanno
a che fare.
Mittal viene da una famiglia che nasce
industriale, la prima industria siderurgica in India la fa il padre
di Mittal che ha uno stabilimento in uno degli Stati indiani, ed è
uno stabilimento non molto grande, livellato a livello dell'India
dell'epoca che non era un paese industriale avanzato. Ad un certo
punto va in crisi uno stabilimento in Indonesia e Mittal lo prende e
lo affida alla gestione del figlio. Qui comincia la storia di questo
impero: Mittal si fa i soldi acquistando stabilimenti in crisi.
Questo è esattamente il tipo di inizio di Riva. Prima che scoppiasse
la vicenda Ilva, Riva dichiarò in un'intervista al giornale: “la
crisi? Ottima. Io durante le crisi mi sono sempre rafforzato, perchè
ho comprato gli stabilimenti in crisi a quattro soldi, e sono
cresciuto”.
Mittal ha fatto la stessa cosa. Ha
cominciato a comprarli in Indonesia, poi ovunque c'era da comprare
fabbriche in crisi, in tutto il mondo, in America Latina, in Asia,
in Africa, e poi in Europa. E' attraverso questo sistema che Mittal è
diventato il più grande produttore di acciaio nel mondo.
Via via che Mittal comprava gli
stabilimenti rimuoveva gli ostacoli e alcuni di questi li rimuoveva
con le “mazzette”. Ci sono le inchieste, procedimenti giudiziari
che questa azienda è andata accumulando in alcuni paesi. Il più
clamoroso è quello dell'acquisizione dello stabilimento in Romania.
Qui per rimuovere le resistenze del governo, Mittal non ha dato i
soldi direttamente al governo rumeno ma li ha dati a Tony Blair.
L'inchiesta in Romania è stata molto importante perchè ha messo in
luce il fatto che vi era stato un intervento di Tony Blair, allora a
capo della Gran Bretagna, per avere il sì del governo rumeno per
dare a Mittal lo stabilimento di Galati. E il legame tra Mittal e il
governo inglese è stato così stretto che Mittal non solo ha dato i
soldi ma ha finanziato la campagna elettorale del partito laburista.
Questa inchiesta ha influenzato a sua volta i rapporti di Mittal col
governo inglese. Una volta che i fatti sono venuti alla luce l'aria
in Inghilterra per Mittal non è stata salubre; tanto è vero che in
un altro stabilimento del Galles sono partite altre inchieste contro
Mittal, questa volta per inquinamento ambientale. Fino a che i
rapporti di Mittal col governo inglese ai tempi di Blair erano buoni,
tutto taceva, appena si è aperta l'inchiesta e anche Blair è andato
via hanno scoperto che lo stabilimento in Galles era molto
inquinante.
Via via che Mittal acquisiva nuovi
stabilimenti venivano fuori problemi, così grossi che si sono messe
insieme associazioni di diversi paesi per mettere sotto radiografia
il gruppo Mittal. Ma intanto Mittal ha continuato ad arricchirsi, nel
2005 viene indicato come terza persona più ricca del mondo; primo
indiano che arriva nella classifica del 2010 e primo industriale tra
i ricchi del mondo.
I soldi che ha Mittal non finiscono
mai, e non solo gli servono per acquisire stabilimenti, ma anche per
costruirsi delle “abitazioni reggia”. La sua abitazione a Londra
viene considerata la seconda casa più grande del mondo; il
matrimonio della figlia viene considerato il secondo più sfarzoso
matrimonio nel mondo. Mittal acquista nel mondo sia acciaieria, sia
miniere di carbone, sia ogni altro tipo di attività che possa
produrre profitti; entra nei consigli di amministrazione e nel gota
anche di importanti centri finanziari. Mittal è anche membro della
direzione della Goldman sachs, il mega istituto finanziario, che
significa “crisi del 2008”.
Un dossier del 2008 comincia a fargli
il peli e contropelo, analizzando i suoi stabilimenti. Quello di
Cleveland, in Ohio Usa, quello a Galati in Romania, quelli che ha in
India, lo stabilimento che ha in Ucraina, in Repubblica Ceca, in Sud
Africa, in Kazakistan, in Bosnia Erzegovina, ecc. E si vede che
Mittal in tutti questi stabilimenti ha fatto esattamente e anche
peggio quello che ha fatto in Italia con l'Ilva. Con alcune
caratteristiche fondamentali: costruire un impero dell'acciaio con
denaro pubblico. Non è che Mittal ha i finanziamenti dagli Stati,
dai governi, ma ottiene gli stabilimenti a prezzi assolutamente
favorevoli, e ottiene per ogni stabilimento condizioni di favore
particolari, leggi dello Stato che vengono applicate o non applicate,
che gli permettono di godere di un vantaggio rispetto alla
concorrenza mondiale.
Nell'esposto che a taranto ha fattolo
Slai cobas per il sindacato di classe si parla dell'immunità penale,
denunciando che dando l'immunità penale anche ai nuovi padroni,
ArcelorMittal gode di un vantaggio rispetto agli altri produttori di
acciaio. Da noi sembra naturalmente grave, ma leggendo quello che
succede negli altri stabilimenti e paesi si vede che anche altrove è
avvenuto più o meno lo stesso, c'è sempre un fattore che permette a
Mittal di avere un vantaggio sugli altri.
Un'altra questione è la questione
soldi. Abbiamo detto come li fa ma non da dove prende i soldi.
Quando vengono acquisiti gli
stabilimenti Mittal non mette soldi suoi ma li prende a prestito.
L'International Fund Corporation e l'European Bank of Construction
gli hanno permesso in ciascuno dei paesi (per es. Ucraina) prestiti a
bassissimi interessi che non sono concessi ad altri industriali della
stessa dimensione.
Poi successo altro. Per esempio in Sud
Africa dove sono state perseguitate e poi espulse famiglie che
avevano rifiutato di vendere i loro terreni per il piano di
espansione della Mittal. E' come se a Taranto Mittal non arriva a far
morire le pecore per l'inquinamento, ma perchè prima quel terreno,
quell'attività la fa sparire, e se non se ne va manda al
proprietario la “visita notturna”.
Come ogni padrone, Mittal taglia i
costi della sicurezza e della salute, ambiente. Alcuni esempi circa
gli effetti di questi tagli: in Kazakistan nel 2006 si contano 4
morti nelle miniere e fabbrica di ArcelorMittal, nel gennaio 2008 ne
muoiono altri 30 e il numero dei morti arriva complessivamente a 191.
Nello stabilimento americano, come nello stabilimento in Romania,
dovunque c'è inquinamento e attacco alla salute, e la principale
fonte di inquinamento sono le emissioni.
La storia più vicina, perchè è del
2017, ma anche perchè più simile a quanto è accaduto a Taranto, è
quella dello stabilimento che ha in Bosnia. Anche qui Mittal arriva
nel 2004 e dice: “Farò tutti gli appropriati investimenti per la
protezione dell'ambiente”; nel 2008 si registra che non ha fatto
nulla e che la diossina è arrivata a livelli incredibili, 166 volte
i valori previsti dalla UE. Messo sotto accusa Mittal nel 2008 ripete
le stessa dichiarazione del 2004. Come Mittal ha risposto alle
accuse? Esattamente come a Taranto nelprocesso hanno risposto Riva e
i capi: sì è vero c'è troppa diossina, ma non è che dipende dal
mal funzionamento delle centrali elettriche della città? Sì è vero
c'è troppo fumo e polveri, ma non è che sono prodotti dagli
impianti di riscaldamento familiari? Ultima dichiarazione del 2018
del portavoce di ArcelorMittal dice: ”La compagnia è estremamente
pronta a raggiungere il suo record di investimenti in attività
ecologiche. E' vero sono aumentati i tumori, ma sfortunatamente noi
siamo di fronte all'aumento di tutte le forme di cancro in tutto il
mondo. Noi stiamo lavorando duro, ma non tocca ad ArcelorMittal
risolvere il problema dell'aumento dei cancri”.
Altra costante è il fatto che arriva
Mittal e gli operai si riducono. Allo stabilimento di Galati gli
operai erano 25mila, con l'acquisizione di Mittal diventano 18mila.
Altre cose che succede nelle fabbriche
Mittal è l'atteggiamento verso i sindacati; vi è stata dovunque una
vera guerra contro i sindacati, di qualsiasi genere. Sempre nella
fabbrica rumena, gli operai, oltre a scioperi, varie iniziative di
protesta, sono stati costretti ad arrivare allo sciopero della fame
perchè Mittal si rifiutava di incontrare qualsiasi sindacato.
Altro “vizio” che ha Mittal è
quello della riduzione dei salari. Nello stabilimento dell'Ucraina,
Mittal ha eliminato la tredicesima. Vi è stata una dura battaglia,
con intervento del governo, perchè Mittal era “riluttante”a
pagare la 13°.
Non parliamo ciò che succede in India.
In questo paese, Mittal (e non solo lui, anche Jindal), dice: “Le
condizioni in questo paese sono estremamente favorevoli”, salari
bassissimi, disponibilità di terreni e quindi c'è la “disponibilità
a portare sviluppo e ricchezza al paese e di fare dell'India il
retroterra della concorrenza mondiale” del gruppo Mittal.
Ma le famose grandi terre su cui deve
costruire Mittal sono abitate. Ci sono intere popolazioni e allora
queste popolazioni vanno deportate, vanno fatte sparire, comprese le
attività agricole che ci sono, anche se sono povere. E' come se a
Taranto dicesse: in tutta questa città posso fare un grande
stabilimento; nonostante tutta questa zona è tutta abitata, e quindi
o questi abitanti vendono a quattro soldi o sono cacciati.
Chiaramente in India appena hanno
cominciato a cacciare, le popolazioni hanno cominciato con le
proteste pacifiche, poi hanno opposto la resistenza armata
all'intervento dell'esercito, che ha cominciato a massacrare le
persone, violentare e stuprare le donne, uccidere anche bambini. E
grazie a questa resistenza gli stabilimenti che vuole mettere Mittal
ancora non ci sono.
Dove c'è questa resistenza armata, chi
la sta organizzando sono quelli che la stampa definisce “maoisti”.
Cosa significa? Che l'unico paese in cui per Mittal le cose vanno
male è dove stanno i maoisti.
In determinate zone dove Mittal,
Jindal, Tata e altre grandi industriali del mondo hanno cercato di
impiantare fabbriche, miniere cacciando intere popolazioni, dove
pagano niente la manodopera, dal cui sfruttamento estraggono un così
grande plusvalore da alimentare il capitale eccedente con cui
comprano imprese negli altri paesi, hanno trovato la guerra di
popolo, con la partecipazione di milioni di persone.
Da un lato noi in Italia abbiamo la
sfortuna di avere un Mittal a Taranto, dall'altro gli operai e i
settori popolari colpiti dall'inquinamento hanno l'occasione per fare
di Taranto una delle città in cui Mittal trovi una grande risposta
di lotta.
A questo dobbiamo lavorare come operai,
masse popolari, maoisti perchè succeda"
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