Un buon film-documentario quello proiettato martedì sera ai Tamburi,
con una significativa partecipazione di persone; un documentario utile
che mostra in maniera chiara e cruda cosa è e come agisce, parla il
capitale.
Un film che mostra come il grande capitale sempre
manovra e ottiene dagli Stati, dai governi, creando un sistema, anche
dei mass media, al suo servizio, al servizio del suo profitto.
Un
film non lamentoso che guarda alle fabbriche, alle lotte dure degli
operai, benchè a queste riservi poco spazio. Non mostra l'articolata
"guerra contro" dei proletari e delle popolazioni che si è svolta e si
svolge in quasi tutti i paesi, dall'India, all'Africa, alle fabbriche
europee, ecc., dovunque Mittal ha costruito il suo impero.
Viene
in modo chiaro mostrato quello che abbiamo detto e tanti operai dicono
oggi: "Mittal come Riva, peggio di Riva", sia nel suo processo di
ascesa, sia nell'impero familiare, sia nella sua strategia di uso delle
crisi degli altri capitalisti per diventare, Mittal, il maggiore
produttore di acciaio nel mondo.
Ma anche dietro la grandezza, la crisi; come abbiamo scritto di Riva: "Un gigante capitalista dai piedi di argilla".
Un
documentario, quindi, che - per chi vuole capire, senza paraocchi e
senza vedere solo un aspetto - mostra, al di là anche dell'intenzione
dell'autore, che "Nocivo è il capitale non la fabbrica". E' il capitale
che distrugge ogni cosa che tocca, e fa diventare per sè oro brillante
tutto ciò che può dare profitto.
Ma a Taranto c'è chi
le ha dette dall'inizio queste cose, chi ha mostrato la "forza" e la
"debolezza"
dell'impero Mittal: proletari comunisti e lo Slai cobas per
il sindacato di classe.
Ma non solo lo ha detto e documentato - in altro post pubblichiamo un testo che è stato diffuso all'Ilva quando ancora doveva entrare Mittal e sta per uscire un importante Dossier che analizza e fa inchiesta fabbrica per fabbrica dell'impero Mittal e cosa succede da parte degli operai e delle popolazioni - ha chiamato alla lotta, all'unità operai/masse popolari di Taranto e continua su questo a lavorare instancabilmente.
Il regista Jerome Frittel a chi nel pubblico gli chedeva cosa fare ha risposto: LOTTA!
Ma lotta/guerra di classe contro il capitale, i governi, lo Stato dei
padroni che portano avanti una vera e propria guerra per i loro
interessi.
Lotta
- come abbiamo detto - che deve essere per forza internazionale. Mittal
nel suo aspetto di "impero del male" per accumulare profitti e profitti
sullo sfruttamento, attacco alla salute e alla vita, porta, suo
malgrado, un aspetto positivo: porta gli operai di Taranto sulla arena
internazionale, mostra che gli operai sono e possono essere una sola
classe e possono così essere forti.
Solo proletari comunisti e lo
Slai cobas lavora per unire gli operai di Taranto agli operai
dell'India, della Francia, ecc. Lo può fare perchè ha una linea, una
concezione e ha concreti legami con le realtà che negli altri paesi
lavorano per organizzare la lotta sindacale e politica dei proletari e
delle masse popolari, per i diritti al lavoro e alla vita oggi e per il
potere proletario di domani.
Nessun commento:
Posta un commento