Da
Carmila
Ho
visto cose che voi umani… cose come l’Amministratore Delegato di
Italpizza Andrea Bondioli che presenta presso la Procura della
Repubblica di Modena una querela per diffamazione contro Giovanni
Iozzoli per i suoi articoli su Carmilla,
riguardanti la vertenza tra la ditta e le lavoratrici e i lavoratori
in lotta, ritenendo che ad infangare il buon nome dell’azienda
siano stati questi scritti e non i vergognosi contratti, i
trattamenti sul lavoro e la repressione a cui l’azienda ha
sottoposto chi ha osato rivendicare dignità. Ho visto cose che voi
umani… cose come ritrovare chi lotta, chi parla, chi si oppone sul
banco degli imputati con i padroni del territorio seduti dalla parte
degli accusatori.
Ho visto sul territorio l’antifascismo vero, mentre sugli schermi sfilava l’antifascismo di facciata. Giovanni, delegato e attivista sindacale, si è sempre speso attivamente in solidarietà con chi ha affrontato le difficili condizioni di vita e di lavoro lottando a testa alta, con dignità, e lo ha fatto portando il suo contributo davanti ai cancelli delle ditte, negli incontri pubblici e scrivendone raccontando i fatti guardandoli dalla parte opposta a quella degli amministratori delegati, dei compiacenti personaggi della politica locale e delle truppe in assetto antisommossa (che non possono lamentare carenza di lacrimogeni). Lo ha fatto su Carmilla e su altre testate, così come sulle pagine dei suoi romanzi che, pur essendo opere di finzione, in filigrana hanno saputo raccontare della vita agra di tanti e tante. Ci sarà modo di tornare sulla questione, intanto occorre dire che se la sua colpa è quella di raccontare la quotidianità posizionandosi dalla parte degli sfruttati, allora come redattori e redattrici di Carmilla siamo orgogliosi della presenza di Giovanni in redazione.
Ho visto sul territorio l’antifascismo vero, mentre sugli schermi sfilava l’antifascismo di facciata. Giovanni, delegato e attivista sindacale, si è sempre speso attivamente in solidarietà con chi ha affrontato le difficili condizioni di vita e di lavoro lottando a testa alta, con dignità, e lo ha fatto portando il suo contributo davanti ai cancelli delle ditte, negli incontri pubblici e scrivendone raccontando i fatti guardandoli dalla parte opposta a quella degli amministratori delegati, dei compiacenti personaggi della politica locale e delle truppe in assetto antisommossa (che non possono lamentare carenza di lacrimogeni). Lo ha fatto su Carmilla e su altre testate, così come sulle pagine dei suoi romanzi che, pur essendo opere di finzione, in filigrana hanno saputo raccontare della vita agra di tanti e tante. Ci sarà modo di tornare sulla questione, intanto occorre dire che se la sua colpa è quella di raccontare la quotidianità posizionandosi dalla parte degli sfruttati, allora come redattori e redattrici di Carmilla siamo orgogliosi della presenza di Giovanni in redazione.
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