lunedì 16 settembre 2019

pc 16 settembre - Il fascista Savoini, portavoce di Salvini, oltre ai rubli incassa gli euro tutti italiani della Regione Lombardia in mano ai leghisti


dall'Espresso 
Esclusivo: le consulenze di Gianluca Savoini pagate dalla Regione Lombardia
Nei mesi della lunga trattativa con i russi per cercare di finanziare la Lega di Salvini, lo sherpa di Matteo ha assunto vari incarichi. Tutti ben retribuiti. Con la benedizione del Pirellone in mano al Carroccio
DI GIOVANNI TIZIAN
13 settembre 2019

L’anno d’oro di Gianluca Savoini, meglio noto come Mr. Russiagate. Tra trattative con i russi e incarichi nel feudo padano. Consulenze e collaborazioni, pagate soprattutto con denaro pubblico. Più di 4 mila euro al mese di soldi pubblici che affluiscono nel conto corrente di Savoini. Il Pirellone in mano alla Lega sovranista paga e Savoini incassa. E così il fedele consigliere di Matteo Salvini che ha gestito in prima persona la trattativa a Mosca per ottenere un finanziamento da uomini vicini al Cremlino, è riuscito a ritagliarsi uno suo spazio all’interno di società partecipate dalla Regione guidata da Attilio Fontana e negli organi di vigilanza non tanto per meriti professionali, ma per fedeltà politica.

L’Espresso in edicola da domenica 15 settembre e in anteprima su Espresso +  pubblica un’inchiesta  sui soldi pubblici ricevuti da Gianluca Savoini da quando la Lega è andata al governo del Paese ed è stata riconfermata alla guida della Regione Lombardia. Guadagni che dimostrano quanto sia organico al sistema di potere leghista l’ex portavoce di Salvini. Non proprio uno sconosciuto, dunque, e neppure un imbucato alle feste o ai summit bilaterali del leader ed ex ministro del Carroccio. Piuttosto un pezzo da novanta del partito.


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Nei mesi caldi della trattativa a Mosca per finanziare  il partito di Salvini, Gianluca Savoini colleziona consulenze pagate dalla Regione Lombardia guidata da Attilio Fontana

Mr Russiagate, infatti, nell’ultimo anno a partire da giugno 2018, ha incassato massicce dosi di risorse pubbliche, sgorgate dalla fonte istituzionale lombarda. Una sorgente miracolosa per molti amici e sodali del Capitano del sovranismo italiano. Tra questi c’è sicuramente Savoini, il fondatore dell’associazione Lombardia-Russia, lo sherpa di Matteo nella Federazione sotto sanzioni e il regista della trattativa segreta del 18 ottobre all’hotel Metropol con gli uomini di Vladimir Putin, svelata per la prima volta a febbraio scorso dall’Espresso e dal “Libro Nero della Lega”. Sulla base delle notizie rivelate nell’inchiesta giornalistica la procura di Milano ha aperto un fascicolo per corruzione internazionale con Savoini principale indagato.

A prescindere, però, di come sia finito il negoziato del Metropol, di certo non si può dire che il 2018 e il 2019 siano stati anni di magra per le casse di Savoini. Dalle carte consultate dall’Espresso emerge una lauta consulenza, iniziata a maggio dell'anno scorso, offerta da una controllata dalla Regione Lombardia, il cui azionista di maggioranza è appunto il Pirellone.

A queste entrate si somma lo stipendio che Savoini percepisce da vicepresidente del Corecom Lombardia, l’organo regionale di vigilanza sul sistema delle telecomunicazioni, in pratica un satellite dell’Agcom nei territori. Una carica ottenuta per meriti di fedeltà politica. È stato eletto su proposta della Lega nel settembre 2018, a pochi mesi dall’inizio della legislatura giallo-verde e dall’arrivo alla presidenza della Regione di Attilio Fontana, il governatore leghista che ha scelto come capo segreteria l’ex compagna di Matteo Salvini, Giulia Martinelli. Il cerchio del potere lùmbard.

Non c’è solo il denaro dei cittadini lombardi usato per pagare i servizi di Savoini. C’è anche una collaborazione con una società della galassia Ernst & Young, colosso da 250 mila dipendenti e leader nel settore dei servizi di revisione contabile. Si tratta della Global Shared Services Srl. In piena bufera scatenata dalle rivelazioni sulla trattativa del Metropol, il 25 giugno 2019, Global Service stacca un sostanzioso bonifico a Savoini.

Una collaborazione che ha permesso di a Savoini di accumulare un buon tesoretto solo nell’anno della trattativa-culminata nel summit del Metropol. Metà di questi pagati dalle istituzioni in mano ai Lùmbard.

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