Riportiamo un corposo dossier pubblicato dalla stampa (Ansa e Huffington Post)
“Le superpotenze e gli altri Stati Nucleari annunciano un
ammodernamento delle armi atomiche: una nuova, micidiale corsa agli armamenti,
che assorbirà quantità straordinarie di risorse, sottratte ai temi cruciali per
la vita della specie umana sul Pianeta, il riscaldamento globale e la crisi
alimentare.”
“Non è secondario, per noi, ricordare che in Italia sono
installate 50-70 armi nucleari degli Stati Uniti, a Ghedi (BS) e ad Aviano
(Pordenone).”
“Particolarmente inquietanti le richieste di sviluppare
nuove armi ed eseguire nuovi test nucleari. Qui, sembra proprio che i governi
stiano cedendo alle pressioni di quel complesso militare-industriale, che
esiste ormai in tutti i Paesi avanzati…”
***
Una nuova micidiale corsa agli armamenti
Trattati fondamentali disdetti, altri in scadenza. Il
multilateralismo Onu contrastato da un sovranismo crescente che preferisce
accordi bilaterali, a sfavore dei più deboli. Superpotenze e Stati nucleari che
annunciano ammodernamenti degli arsenali atomici. Il vento è cambiato ed è
pericoloso
ANSA
(A cura di Luciano Maiani, Professore Emerito di Fisica
Teorica, Dipartimento di Fisica e INFN, Sapienza Università di Roma. Accademia
Nazionale dei Lincei, Gruppo di Lavoro: Sicurezza Internazionale e Controllo
degli Armamenti)
Cinque anni fa il mondo sembrava avviato su un percorso
di riduzione bilanciata delle armi nucleari delle super-potenze e di
contenimento della proliferazione negli altri Paesi.
Non era stato facile. Ci si era arrivati attraverso
l’impegno generoso di eminenti personalità del mondo scientifico, politico e
della società civile, che avevano convinto l’opinione pubblica dell’assurdità
di una pace basata sull’equilibrio del terrore nucleare, il simbolo della
Guerra Fredda. Negli anni finali dell’Unione Sovietica, Mikhail Gorbachev e due
diversi Presidenti degli Stati Uniti, Ronald Reagan e George Bush, avevano
firmato i due trattati cruciali che segnavano la fine alla corsa degli armamenti.
In pochi anni, il vento è cambiato. Il Trattato tra
Stati Uniti e Unione Sovietica sui cosiddetti missili nucleari di media
gittata, che aveva liberato l’Europa dalla morsa del terrore, è stato disdetto
dai contraenti. Il multilateralismo delle Nazioni Unite e della non
proliferazione è sotto accusa da parte di un sovranismo crescente che
preferisce accordi bilaterali, inevitabilmente a sfavore dei più deboli.
Le superpotenze e gli altri Stati Nucleari annunciano un
ammodernamento delle armi atomiche: una nuova, micidiale corsa agli armamenti,
che assorbirà quantità straordinarie di risorse, sottratte ai temi cruciali per
la vita della specie umana sul Pianeta, il riscaldamento globale e la crisi
alimentare.
I prossimi anni vedranno la scadenza e il riesame di altri
trattati fondamentali. È importante che l’opinione pubblica sia correttamente
informata su questi snodi cruciali, cosa che cercherò di fare con questo
articolo.
L’occasione è data della prossima Conferenza Amaldi che si
terrà a Roma il 7-8 ottobre prossimo, organizzata dall’Accademia Nazionale dei
Lincei e dalla US National Academy of Sciences, con i contributi di Ministero
per gli Affari Esteri, Consiglio Nazionale delle Ricerche e Istituto Nazionale
di Fisica Nucleare. La conferenza vedrà la partecipazione di scienziati, capi
di organizzazioni non-governative, diplomatici, tecnici delle organizzazioni
nucleari.
Sarà un’importante occasione per un confronto tra interlocutori
autorevoli sui temi della Sicurezza Internazionale, sulla riduzione dei rischi
nucleari e la non-proliferazione. Sono previsti, tra gli altri, gli interventi
dei Premi Nobel Mohamed ElBaradei e Barry Barish, delle Organizzazioni Premio
Nobel per la Pace ICAN, Pugwash e Agenzia Internazionale per l’ Energia
Atomica, dei rappresentanti delle diverse parti nel Trattato nucleare con
l’Iran, della NATO e del CERN.
I Trattati. Nei passati decenni, prima e dopo la fine della
Guerra Fredda, le politiche sulla non-proliferazione delle armi atomiche e sul
controllo degli ordigni nucleari si sono appoggiate su alcuni importanti
trattati, multilaterali e bilaterali. Tra questi:
• Il Trattato
di Non-Proliferazione (Non Proliferation Treaty, NPT), entrato in vigore nel
1970;
• il Trattato
INF (Intermediate-range Nuclear Forces), firmato nel 1987 da Mikhail Gorbachev
e Ronald Reagan. INF è stato recentemente denunciato dall’Amministrazione Trump
e gli Stati Uniti si sono definitivamente ritirati dal trattato il 2 Agosto
2019, seguiti dalla Federazione Russa;
• i trattati
START 1 (Strategic Arms Reduction Treaty), firmato nel 1991 da George Bush e
Mikhail Gorbachev e applicato fino al 2010, e New START, sottoscritto a Praga
da Barack Obama e Dmitry Medvedev nel 2010, entrato in vigore nel 2011, fino
alla revisione prevista nel 2021.
• Il Trattato
per il bando onnicomprensivo dei test delle armi nucleari (Comprehensive
Nuclear Test Ban Treaty, CTBT), approvato nel 1996 e ancora non ratificato da
tutti i contraenti; per un efficace controllo del trattato è stata creata la
CTBT-Organization (CTBTO), ente associato alle Nazioni Unite che ha messo in
campo una rete globale di monitoraggio capace di rivelare test nucleari
effettuati da qualsiasi Stato.
Il ruolo della Scienza. “Nella situazione drammatica con cui
si confronta l’umanità, pensiamo che gli scienziati si debbano riunire in una
conferenza in cui valutare i pericoli che sono nati come risultato dello
sviluppo di armi di distruzione di massa”. Questa l’apertura del Manifesto
Russel-Einstein presentato da Bertrand Russel a Londra nel 1955, un anno dopo
il test termonucleare del 1954 nell’atollo di Bikini.
Il Manifesto tratteggiava con sobria lucidità gli effetti di
una guerra combattuta con armi termonucleari (firmatari Max Born, Percy W.
Bridgman, Albert Einstein, Leopold Infeld, Frederic Joliot-Curie, Herman J.
Muller, Linus Pauling, Cecil F. Powell, Joseph Rotblat, Bertrand Russell,
Hideki Yukawa):
″...mentre una bomba-A ha potuto cancellare Hiroshima, una
bomba-H potrebbe distruggere Londra, New York, e Mosca ...Ma questo sarebbe
solo uno dei disastri minori da dover affrontare. Se tutte le persone di
Londra, New York e Mosca fossero sterminate, il mondo potrebbe, nell’arco di
alcuni secoli, riprendersi dal colpo. Ma sappiamo ora, specialmente dopo
l’esperimento di Bikini, che le bombe nucleari possono spargere la distruzione
in un’area molto maggiore di quanto è stato ipotizzato ...Si teme che, se
fossero usate molte bombe-H, sarebbe la morte universale, improvvisa solo per
una minoranza ma, per la maggioranza, dopo una lenta tortura di malattie e
disintegrazione.”
La conferenza auspicata nel Manifesto si tenne nel 1957, nel
villaggio di Pugwash, sulle coste settentrionali della Nova Scotia, Canada, con
la partecipazione di scienziati da 10 paesi.
Da Pugwash emerse la decisione di formare l’Organizzazione
Pugwash per promuovere conferenze sugli effetti delle armi di distruzione di
massa, con la regola che ogni singolo partecipante avrebbe parlato a titolo personale,
senza che le sue opinioni potessero essere associate ad alcuna fonte ufficiale.
Primo Segretario Generale e animatore visionario, il fisico Joseph Rotblat.
Joseph Rotblat aveva partecipato al Progetto Manhattan.
Lasciò il progetto nel dicembre 1944, prima della capitolazione della Germania,
quando fu chiaro che i nazisti non sarebbero riusciti a costruire armi
nucleari. Nel 1955, aveva mostrato che le ricadute radioattive del test di
Bikini del 1954 erano state almeno quaranta volte superiori a quanto riportato
dalle fonti ufficiali, aprendo la strada al movimento che avrebbe portato alla
proibizione dei test nell’atmosfera e poi al Trattato CTBT.
Nel 1995, Joseph Rotblat e l’Organizzazione Pugwash hanno
ricevuto il Premio Nobel per la Pace per la loro azione nel campo del disarmo
nucleare. Al 2015, l’Organizzazione Pugwash ha tenuto più di sessanta
conferenze plenarie sul tema delle armi di distruzione di massa.
Il movimento Pugwash ha ispirato la formazione di diverse
associazioni di scienziati per la pace (spesso considerate, in Occidente,
quinte colonne manipolate dall’Unione Sovietica per disarmare l’Occidente
stesso). Negli USA, la Union of Concerned Scientists, in Inghilterra gli
Scientists Against Nuclear Arms.
L’Italia ha appoggiato con convinzione il Movimento Pugwash,
con Edoardo Amaldi, Alessandro Pascolini, Francesco Calogero, Carlo Schaerf e
altri scienziati. Francesco Calogero, dell’Università di Roma La Sapienza, è
stato Segretario Generale del Pugwash negli anni 1989–1997; l’attuale
Segretario Generale è Paolo Cotta-Ramusino dell’Università di Milano.
Nel 1966, Edoardo Amaldi e Carlo Schaerf fondarono ISODARCO
(International School on DisArmament and Research on COnflicts) con lo scopo di
organizzare corsi avanzati sui problemi del disarmo e la corsa agli armamenti.
La Scuola si tiene ancora oggi, il 590° corso si svolgerà
nel gennaio 2020. Un corso su Armi Nucleari, Disarmo e Proliferazione Nucleare
è attivo all’Università di Milano dal 2014.
Nel 1982 è stata fondata USPID (Unione degli Scienziati Per
Il Disarmo) con primo presidente Edoardo Amaldi e un’importante partecipazione
dei fisici italiani, con Carlo Bernardini, Francesco Lenci, Michelangelo de
Maria, Beppe Nardulli, Roberto Fieschi, Nicola Cufaro Petroni. Attuale Segretario
Diego Latella, del CNR di Pisa.
Nel 1980, la US National Academy of Sciences creava la
Commissione permanente CISAC (Committee for International Security and Arm
Control). Tra i componenti, Wolfgang Panofsky, fisico di grande prestigio,
fondatore e primo direttore dello Stanford Linear Accelerator Center. Dal 1985
al 1993, Panofsky fu scelto per co-presiedere il CISAC insieme E. P. Velikov.
Amaldi comprese il possibile ruolo delle Accademie come collegamento tra il
mondo scientifico e il mondo politico-diplomatico. Fondò il Gruppo di Lavoro
SICA (Sicurezza Internazionale a Controllo degli Armamenti) presso l’Accademia
dei Lincei, e promosse un workshop internazionale su questi temi per
coinvolgere le altre Accademie Europee.
Dopo la sua scomparsa nel 1989, le conferenze hanno preso il
nome di Conferenze Amaldi. Si tengono ogni due anni e raggiungeranno, nel
prossimo ottobre, la XXI edizione.
NOBEL FOUNDATIONPremi Nobel per la Pace sul disarmo
nucleare. Da sinistra in alto: 1985. Bernard Lown e Evgueni Chazov. 1995.
Francesco Calogero e Joseph Rotblat. Da sinistra in basso: 2005. Mohamed
Elbaradei e Yukiya Amano. 2017. Setsuko Thurlow e Beatrice Fihn.
IPPNW e ICAN. Fondata nel 1980 a Boston, da Bernard Lown e
Yevgeniy Chazov, l’associazione Medici Internazionali per la Prevenzione della
Guerra Nucleare (International Physicians for the Prevention if Nuclear War,
IPPNW), ha riunito medici degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica, con lo
scopo di diffondere nel mondo la consapevolezza dei drammatici effetti di
un’eventuale guerra nucleare. Con altre figure leader della medicina
internazionale, IPPNW ha organizzato ricerche basate sui dati raccolti dai
ricercatori giapponesi sugli effetti delle bombe esplose a Hiroshima e
Nagasaki.
Con partner in 63 Paesi, IPPNW ha informato operatori
sanitari, leader politici e milioni di cittadini sulle conseguenze mediche e
ambientali di una guerra atomica. L’avvertimento drammatico di IPPNW: la guerra
nucleare produrrà effetti fatali per l’umanità, non ci saranno cure né risposte
mediche che possano contrastarli.
Per questa azione di responsabilizzazione, IPPNW ha ricevuto
il Premio Nobel per la Pace nel 1985. Nel 2007, IPPNW ha lanciato la campagna
ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons), per promuovere
l’abolizione delle armi nucleari. ICAN conta oggi 541 organizzazioni partner
basate in 103 Paesi.
ICAN ha appoggiato e sostenuto l’approvazione del Trattato
sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW). Approvato da 122 Paesi
nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il Trattato costituisce un passo
preliminare verso un trattato, ancora da negoziare, che contenga misure legali
e tecniche per completare l’abolizione. Per il sostegno all’approvazione del
Trattato, ICAN ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace nel 2017.
Ad oggi, il Trattato non è stato firmato dagli Stati che
possiedono armi nucleari e dalle Nazioni della NATO.
Multilateralismo. Dopo la tragedia di Hiroshima e Nagasaki,
da molte parti venne espresso il concetto che la padronanza della fissione
nucleare dovesse essere basata sulla conoscenza condivisa del know-how e sulla
partecipazione di tutti gli Stati alle decisioni politiche in materia. Era il
principio del multilateralismo nel controllo degli ordigni nucleari, che ha
trovato la sua espressione nell’istituzione nel 1957 dell’Agenzia
Internazionale per l’Energia Atomica, IAEA, nata per promuovere le applicazioni
pacifiche dell’Atomo, nel Trattato di Non Proliferazione, TNP, nella
proibizione dei test nucleari (CTBT) e nella creazione della CTBTO.
La genesi dell’IAEA è fatta risalire al discorso Atoms for
Peace pronunciato dal Presidente degli Stati Uniti Dwight D. Eisenhower
all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel luglio 1957.
L’IAEA ha due compiti fondamentali. Da una parte, quello di
assistere gli Stati Membri nello sfruttamento dell’Energia Nucleare per scopi
civili in tutte le sue forme, dagli standard di sicurezza per i reattori
nucleari alle terapie contro il cancro basate sulle radiazioni ionizzanti.
Dall’altra, è il custode della non-proliferazione e della sicurezza nucleare,
con capacità di ispezione per prevenire la produzione clandestina di materiale
fissile.
Sotto la direzione di ElBaradei, l’IAEA ha avuto un ruolo
centrale nella crisi sul disarmo dell’Iraq del 2002, con la certificazione
dell’assenza di programmi per la creazione di armi di distruzioni di massa
nell’Iraq di Saddam Hussein. Nella Conferenza Amaldi del 2017, il Segretario
Generale Y. Amano (recentemente scomparso) ha riferito sul rispetto delle
condizioni poste dall’accordo sul nucleare con l’Iran del 2015. Nel 2005,
ElBaradei e IAEA hanno ricevuto il Premio Nobel per la Pace.
Nel 1996, l’approvazione del trattato CTBT sulla proibizione
dei test nucleari, ha messo un punto fermo su un’attività andata avanti per più
di trent’anni, con circa 2000 test eseguiti dagli Stati nucleari e ha dato una
risposta positiva alle crescenti preoccupazioni per gli effetti dei test
sull’ambiente e sulle popolazioni.
Ad oggi, il Trattato è stato firmato da 183 Stati. Tuttavia,
il CTBT entrerà in vigore solo dopo ratifica da parte dei 44 Stati con capacità
nucleare avanzata, definiti all’Art. XIV del trattato stesso. Mancano: Stati
Uniti, Repubblica Popolare Cinese, Egitto, India, Iran, Israele, Pakistan e
Repubblica Popolare Democratica di Corea. Ogni due anni, con sede variabile, si
tiene una Conferenza per informare sullo stato del trattato e sollecitare le
ratifiche mancanti. L’Italia ha firmato il CTBT nel 1996 e lo ha ratificato nel
1998.
Sempre nel 1996, i firmatari hanno stabilito la
CTBT-Organization, CTBTO, ente associato alle Nazioni Unite con il compito di
realizzare il regime di verifica del Trattato e di promuoverne i valori
universali. Il CTBTO ha realizzato il Sistema di Monitoraggio Internazionale
(ISM), una rete di strumentazione sismica, infracustica, idroacustica e
radionuclidica, che permette di individuare eventi inusuali quali esplosioni
artificiali derivanti da test chimici e nucleari, nel sottosuolo, in atmosfera
e negli oceani. La rete ha rilevato le esplosioni causate dai test sotterranei
effettuati dalla Corea del Nord, il maremoto di Sumatra (Indonesia) del 2004,
le emissioni conseguenti all’incidente nucleare nella centrale di Fukushima in
Giappone nel 2011 e l’incidente nucleare avvenuto l’8 agosto scorso nella base
militare russa di Severodvinsk, Arkhangelsk, Russia.
Science Diplomacy. La necessità di condividere le conoscenze
scientifiche sulla fissione nucleare, come antidoto alla corsa agli armamenti,
era stata sottolineata dal grande fisico Niels Bohr, il padre della fisica
atomica, addirittura prima della conclusione del Progetto Manhattan.
Dopo un incontro inconcludente con Truman, Bohr fu ricevuto
da Churchill nel 1944, insieme al fisico Frederick Lindemann. L’incontro fu
disastroso, “ci ha sgridato come due scolaretti”, ebbe a dire Bohr. Erano le
prime avvisaglie della Guerra Fredda.
Il principio della non segretezza delle ricerche come base
del dialogo tra gli scienziati dei due blocchi, è stato adottato con successo
dal CERN creato a Ginevra nel 1954 da 14 Nazioni europee, primo esempio di
multilateralismo Europeo nella ricerca scientifica. Un dialogo che è continuato
durante la Guerra Fredda, con la spettacolare collaborazione tra il CERN e i
laboratori sovietici a Protvino e Dubna negli anni Settanta.
La capacità degli scienziati di parlarsi indipendentemente
dalle appartenenze politiche, nazionali e religiose riflette quella che
chiamiamo l’universalità della Scienza. Gli “eroi” degli studenti di fisica
provengono da tutte le parti del mondo e appartengono a tutte le culture.
Nel tempo, questa capacità di dialogo ha creato veri e
propri canali di comunicazione, paralleli ai canali diplomatici. La “Science
Diplomacy” si è estesa ad altre realtà critiche, come quella dei fisici indiani
e pachistani e dei fisici di Stati Uniti e Iran, che collaborano
all’esperimento CMS del CERN. Più recentemente, fisici provenienti da Egitto,
Grecia, Giordania, Iran, Israele, Marocco, Palestina, Turchia, collaborano a
esperimenti sulla luce di Sincrotrone alla macchina SESAME situata in Giordania.
L’applicazione dei Trattati. Cominciando dalla fine,
vogliamo subito dire che i trattati Start hanno avuto un ruolo determinante per
la riduzione delle testate nucleari che, al culmine della Guerra Fredda, spinti
dalla politica della Mutua Distruzione Assicurata (MAD, anche nota come
l’equilibrio del terrore) erano arrivate al livello assurdo di circa 70.000
testate nucleari più o meno equamente distribuite tra Stati Uniti e Unione
Sovietica.
Nei venti anni di Start 1, le testate messe in campo sono scese
a un totale di circa 10.000. New Start ha portato a una ulteriore diminuzione.
Secondo i dati del Dipartimento di Stato USA, al 1 marzo 2019 le testate erano
1366 negli USA e 1461 nella Federazione Russa, distribuite su un numero di siti
e di bombardieri pesanti pari a 800 (USA) e 760 (Federazione Russa). La stessa
figura riporta la stima delle testate messe in campo, alla stessa data, dagli
altri Stati nucleari, con Francia, Cina e UK tra 300 e 200 testate e gli altri
Paesi con numeri via via decrescenti, fino alle 30 testate nucleari attribuite
alla Corea del Nord.
Non è secondario, per noi, ricordare che in Italia sono
installate 50-70 armi nucleari degli Stati Uniti, a Ghedi (BS) e ad Aviano
(Pordenone).
La comunità scientifica, singolarmente e attraverso le
associazioni di scienziati per la pace, ha fortemente sostenuto i trattati
START, suggerendo, tra l’altro, il progetto Dai Megatoni ai Megawatt. Il
progetto, concluso nel 2013, prevedeva l’impiego nei reattori nucleari civili
Usa del materiale fissile delle testate dismesse dalla Federazione Russa,
trasformate in Uranio leggermente arricchito.
La riduzione del numero delle testate e delle loro
dislocazioni ha ridotto considerevolmente la probabilità che un errore di
valutazione trasformasse l’equilibrio del terrore nel terrore puro e semplice
di un conflitto tra superpotenze, guerreggiato con migliaia di ordigni
nucleari. Per questo, guardiamo con apprensione alla scadenza del New Start nel
2021, soprattutto dopo la soppressione di INF.
Più indietro nel tempo rispetto a Start1, il Trattato INF
del 1987 aveva posto termine alla ”crisi degli euromissili”. Era iniziata nel
1976 con l’installazione, da parte dell’Unione Sovietica, dei missili SS-20
Saber, con portata di circa 4.000 chilometri, tale quindi da tenere sotto
minaccia l’intera Europa. La NATO aveva risposto con la proposta di installare
in Europa una nuova generazione di missili Pershing II (portata circa 1.400 km)
e Cruise (fino a 5.500 km) dotati di testate nucleari.
La proposta aveva generato un’onda di proteste in Europa,
che sarebbe diventata il primo bersaglio di un conflitto nucleare. Come ricorda
Carlo Bernardini, “Edoardo Amaldi, fu uno degli ispiratori del documento che
analizzava i rischi per la pace mondiale causati dall’installazione di questi
missili a gittata intermedia e che fu sottoscritto da circa ottocento fisici
italiani.”
L’accordo INF vietava, senza eccezioni, la costruzione di
missili di portata da 500 a 5.500 km, prevedendo verifiche di garanzia che
anticipavano quelle che sarebbero state le condizioni dei trattati Start1 e New
Start.
Senza entrare nel merito delle accuse reciproche sulla
violazione delle intese, le dichiarazioni fatte da entrambe le parti alla
cancellazione del trattato, di voler rivedere gli equilibri strategici in
questo quadrante, non possono che segnalare la ripresa della corsa agli
armamenti che credevamo ormai superata con INF e New Start.
L’Europa ha assistito silenziosa a una decisione che riporta
indietro l’orologio di trent’anni e minaccia nuovamente di farla diventare il
teatro di un conflitto da lei non dichiarato e non controllato.
Nonostante le assicurazioni dei militari su testate nucleari
di efficacia ridotta, da impiegare solo tatticamente, pensiamo, come ai tempi
di Edoardo Amaldi, che un conflitto iniziato in Europa sfocerebbe,
inevitabilmente, in un conflitto termonucleare mondiale.
Non-proliferazione. Il trattato di non-proliferazione, NPT,
tra gli strumenti legali multilaterali, è fondamentale per l’ordine e la
sicurezza globali. Entrato in vigore il 5 marzo del 1970, NPT è quasi
universale, mancando l’adesione di soli 5 paesi: Corea del Nord, India,
Israele, Pakistan e Sud Sudan. Il trattato fissa i termini di un triplice
contratto tra:
• non-proliferazione,
• disarmo
nucleare,
• promozione
delle applicazioni nucleari pacifiche. Ogni cinque anni, NPT prevede una
conferenza di revisione per esaminare il funzionamento del Trattato al fine di
accertare se le finalità del suo Preambolo e le sue disposizioni si stiano
realizzando.
L’ultima revisione del 2015 non ha portato ad alcun
documento finale per mancanza dell’unanimità tra i contraenti prevista da NTP.
Sono già in corso le discussioni preparatorie per la prossima revisione,
prevista per il 2020,
Il trattato distingue tra gli Stati che possiedono ordigni
nucleari (Nuclear Weapon States, NWS) e quelli che non li possiedono (Non
Nuclear Weapon States, NNWS). Il trattato prevede per i NNWS l’impegno a non
dotarsi di ordigni nucleari, ma prevede anche l’impegno al disarmo completo da
parte dei NWS. In sostanza, prefigura quel mondo libero da ordigni nucleari
(nuclear weapons–free world) evocato da Barack Obama nel discorso di Praga del
2009 e ripreso da diverse personalità del mondo politico internazionale di
quegli anni.
Nell’affermare l’impegno al disarmo, tuttavia, il trattato
non dice “quando” e “come” il disarmo si dovrebbe concretizzare. Diversi NNWS
chiedono il disarmo immediato, hic et nunc, o almeno entro una data prefissata.
Altri, i NWS ma anche diversi NNWS, ritengono la richiesta irrealistica e
semplicemente provocatoria.
La discussione sulle modalità del disarmo è una delle
principali cause di tensione nelle discussioni su NPT e una delle ragioni per
cui, nella revisione del 2015, non si è arrivati a una risoluzione unanime.
Con l’attuazione dei trattati INF e START, i NWS potevano
affermare, quanto meno, di essere sulla strada giusta. Adesso, dopo la
cancellazione di INF, con l’imminente scadenza di New Start, le affermazioni
sulla necessità di ammodernamento dei parchi nucleari degli NWS e le tensioni
internazionali (Corea del Nord e Iran per citare solo le più evidenti) si
potrebbe andare verso una situazione di rottura nella revisione di NPT del
prossimo anno.
Sarebbe un evento semplicemente catastrofico, che ci
riporterebbe agli incubi degli anni Settanta. A quel tempo, le previsioni erano
che nel giro di vent’anni ci sarebbero stati 25-30 nuovi Stati con armi nucleari.
A cinquant’anni dall’approvazione, abbiamo solo cinque Stati fuori da NPT, di
cui quattro con armi nucleari.
Conclusioni. In pochi anni il mondo si è avvicinato
pericolosamente al baratro di una guerra nucleare. La possibile dissoluzione
del Trattato di Non-Proliferazione e di New Start, i ritardi nella ratifica
della messa al bando dei test nucleari da parte di Stati chiave, le richieste
di nuove armi nucleari, ci riportano agli anni della Guerra Fredda, con
l’aggravante di un mondo multipolare, percorso da conflitti tra differenti
culture.
L’uscita degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare con
l’Iran che, secondo l’IAEA, non avrebbe violato le condizioni previste, i
colloqui inconcludenti sulle armi nucleari della Corea del Nord, il riaccendersi
del conflitto tra due potenze nucleari, India e Pakistan, sono manifestazioni
del riacutizzarsi di un unico morbo: i nazionalismi, contro i quali pensavamo
che due Guerre Mondiali ci avessero vaccinato a sufficienza.
Particolarmente inquietanti le richieste di sviluppare
nuove armi ed eseguire nuovi test nucleari. Qui, sembra proprio che i governi
stiano cedendo alle pressioni di quel complesso militare-industriale, che
esiste ormai in tutti i Paesi avanzati, da cui Eisenhower (il generale
dello sbarco in Normandia!) aveva messo in guardia la sua Nazione nel discorso
di commiato dalla Presidenza degli Stati Uniti:
″...nei Consigli del governo, dobbiamo evitare
l’acquisizione di eccessiva influenza, richiesta o non richiesta, da parte del
complesso militare-industriale. La possibilità di una crescita disastrosa di un
potere improprio esiste ed esisterà nel futuro...”.
Come cittadini, scienziati, uomini di cultura dobbiamo,
fermamente, chiedere la ripresa del dialogo e del disarmo nucleare. Dobbiamo
sostenere e potenziare la non-proliferazione, la messa al bando dei test
nucleari, l’IAEA, il CTBTO e le altre Organizzazioni Internazionali integrate,
se necessario, con accordi bilaterali.
Il disarmo nucleare è imperativo per garantire un futuro
all’Umanità. Remember your humanity,
and forget the rest. (Manifesto Russel-Einstein, 1955).
https://www.huffingtonpost.it/entry/una-nuova-micidiale-corsa-agli-armamenti_it_5d78fd19e4b0432f8175c7da?utm_hp_ref=it-homepage
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