lunedì 16 settembre 2019

pc 16 settembre - VENTI DI GUERRA: Una nuova micidiale corsa agli armamenti… anche nucleari


Riportiamo un corposo dossier pubblicato dalla stampa (Ansa e Huffington Post)

“Le superpotenze e gli altri Stati Nucleari annunciano un ammodernamento delle armi atomiche: una nuova, micidiale corsa agli armamenti, che assorbirà quantità straordinarie di risorse, sottratte ai temi cruciali per la vita della specie umana sul Pianeta, il riscaldamento globale e la crisi alimentare.”

“Non è secondario, per noi, ricordare che in Italia sono installate 50-70 armi nucleari degli Stati Uniti, a Ghedi (BS) e ad Aviano (Pordenone).”

“Particolarmente inquietanti le richieste di sviluppare nuove armi ed eseguire nuovi test nucleari. Qui, sembra proprio che i governi stiano cedendo alle pressioni di quel complesso militare-industriale, che esiste ormai in tutti i Paesi avanzati…”

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Una nuova micidiale corsa agli armamenti
Trattati fondamentali disdetti, altri in scadenza. Il multilateralismo Onu contrastato da un sovranismo crescente che preferisce accordi bilaterali, a sfavore dei più deboli. Superpotenze e Stati nucleari che annunciano ammodernamenti degli arsenali atomici. Il vento è cambiato ed è pericoloso
 ANSA
(A cura di Luciano Maiani, Professore Emerito di Fisica Teorica, Dipartimento di Fisica e INFN, Sapienza Università di Roma. Accademia Nazionale dei Lincei, Gruppo di Lavoro: Sicurezza Internazionale e Controllo degli Armamenti)
Cinque anni fa il mondo sembrava avviato su un percorso di riduzione bilanciata delle armi nucleari delle super-potenze e di contenimento della proliferazione negli altri Paesi.
Non era stato facile. Ci si era arrivati attraverso l’impegno generoso di eminenti personalità del mondo scientifico, politico e della società civile, che avevano convinto l’opinione pubblica dell’assurdità di una pace basata sull’equilibrio del terrore nucleare, il simbolo della Guerra Fredda. Negli anni finali dell’Unione Sovietica, Mikhail Gorbachev e due diversi Presidenti degli Stati Uniti, Ronald Reagan e George Bush, avevano firmato i due trattati cruciali che segnavano la fine alla corsa degli armamenti.
In pochi anni, il vento è cambiato. Il Trattato tra Stati Uniti e Unione Sovietica sui cosiddetti missili nucleari di media gittata, che aveva liberato l’Europa dalla morsa del terrore, è stato disdetto dai contraenti. Il multilateralismo delle Nazioni Unite e della non proliferazione è sotto accusa da parte di un sovranismo crescente che preferisce accordi bilaterali, inevitabilmente a sfavore dei più deboli.

Le superpotenze e gli altri Stati Nucleari annunciano un ammodernamento delle armi atomiche: una nuova, micidiale corsa agli armamenti, che assorbirà quantità straordinarie di risorse, sottratte ai temi cruciali per la vita della specie umana sul Pianeta, il riscaldamento globale e la crisi alimentare.

I prossimi anni vedranno la scadenza e il riesame di altri trattati fondamentali. È importante che l’opinione pubblica sia correttamente informata su questi snodi cruciali, cosa che cercherò di fare con questo articolo.

L’occasione è data della prossima Conferenza Amaldi che si terrà a Roma il 7-8 ottobre prossimo, organizzata dall’Accademia Nazionale dei Lincei e dalla US National Academy of Sciences, con i contributi di Ministero per gli Affari Esteri, Consiglio Nazionale delle Ricerche e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. La conferenza vedrà la partecipazione di scienziati, capi di organizzazioni non-governative, diplomatici, tecnici delle organizzazioni nucleari.


Sarà un’importante occasione per un confronto tra interlocutori autorevoli sui temi della Sicurezza Internazionale, sulla riduzione dei rischi nucleari e la non-proliferazione. Sono previsti, tra gli altri, gli interventi dei Premi Nobel Mohamed ElBaradei e Barry Barish, delle Organizzazioni Premio Nobel per la Pace ICAN, Pugwash e Agenzia Internazionale per l’ Energia Atomica, dei rappresentanti delle diverse parti nel Trattato nucleare con l’Iran, della NATO e del CERN.
I Trattati. Nei passati decenni, prima e dopo la fine della Guerra Fredda, le politiche sulla non-proliferazione delle armi atomiche e sul controllo degli ordigni nucleari si sono appoggiate su alcuni importanti trattati, multilaterali e bilaterali. Tra questi:
          Il Trattato di Non-Proliferazione (Non Proliferation Treaty, NPT), entrato in vigore nel 1970;
          il Trattato INF (Intermediate-range Nuclear Forces), firmato nel 1987 da Mikhail Gorbachev e Ronald Reagan. INF è stato recentemente denunciato dall’Amministrazione Trump e gli Stati Uniti si sono definitivamente ritirati dal trattato il 2 Agosto 2019, seguiti dalla Federazione Russa;
          i trattati START 1 (Strategic Arms Reduction Treaty), firmato nel 1991 da George Bush e Mikhail Gorbachev e applicato fino al 2010, e New START, sottoscritto a Praga da Barack Obama e Dmitry Medvedev nel 2010, entrato in vigore nel 2011, fino alla revisione prevista nel 2021.
          Il Trattato per il bando onnicomprensivo dei test delle armi nucleari (Comprehensive Nuclear Test Ban Treaty, CTBT), approvato nel 1996 e ancora non ratificato da tutti i contraenti; per un efficace controllo del trattato è stata creata la CTBT-Organization (CTBTO), ente associato alle Nazioni Unite che ha messo in campo una rete globale di monitoraggio capace di rivelare test nucleari effettuati da qualsiasi Stato.
Il ruolo della Scienza. “Nella situazione drammatica con cui si confronta l’umanità, pensiamo che gli scienziati si debbano riunire in una conferenza in cui valutare i pericoli che sono nati come risultato dello sviluppo di armi di distruzione di massa”. Questa l’apertura del Manifesto Russel-Einstein presentato da Bertrand Russel a Londra nel 1955, un anno dopo il test termonucleare del 1954 nell’atollo di Bikini.
Il Manifesto tratteggiava con sobria lucidità gli effetti di una guerra combattuta con armi termonucleari (firmatari Max Born, Percy W. Bridgman, Albert Einstein, Leopold Infeld, Frederic Joliot-Curie, Herman J. Muller, Linus Pauling, Cecil F. Powell, Joseph Rotblat, Bertrand Russell, Hideki Yukawa):
″...mentre una bomba-A ha potuto cancellare Hiroshima, una bomba-H potrebbe distruggere Londra, New York, e Mosca ...Ma questo sarebbe solo uno dei disastri minori da dover affrontare. Se tutte le persone di Londra, New York e Mosca fossero sterminate, il mondo potrebbe, nell’arco di alcuni secoli, riprendersi dal colpo. Ma sappiamo ora, specialmente dopo l’esperimento di Bikini, che le bombe nucleari possono spargere la distruzione in un’area molto maggiore di quanto è stato ipotizzato ...Si teme che, se fossero usate molte bombe-H, sarebbe la morte universale, improvvisa solo per una minoranza ma, per la maggioranza, dopo una lenta tortura di malattie e disintegrazione.”
La conferenza auspicata nel Manifesto si tenne nel 1957, nel villaggio di Pugwash, sulle coste settentrionali della Nova Scotia, Canada, con la partecipazione di scienziati da 10 paesi.
Da Pugwash emerse la decisione di formare l’Organizzazione Pugwash per promuovere conferenze sugli effetti delle armi di distruzione di massa, con la regola che ogni singolo partecipante avrebbe parlato a titolo personale, senza che le sue opinioni potessero essere associate ad alcuna fonte ufficiale. Primo Segretario Generale e animatore visionario, il fisico Joseph Rotblat.
Joseph Rotblat aveva partecipato al Progetto Manhattan. Lasciò il progetto nel dicembre 1944, prima della capitolazione della Germania, quando fu chiaro che i nazisti non sarebbero riusciti a costruire armi nucleari. Nel 1955, aveva mostrato che le ricadute radioattive del test di Bikini del 1954 erano state almeno quaranta volte superiori a quanto riportato dalle fonti ufficiali, aprendo la strada al movimento che avrebbe portato alla proibizione dei test nell’atmosfera e poi al Trattato CTBT.
Nel 1995, Joseph Rotblat e l’Organizzazione Pugwash hanno ricevuto il Premio Nobel per la Pace per la loro azione nel campo del disarmo nucleare. Al 2015, l’Organizzazione Pugwash ha tenuto più di sessanta conferenze plenarie sul tema delle armi di distruzione di massa.
Il movimento Pugwash ha ispirato la formazione di diverse associazioni di scienziati per la pace (spesso considerate, in Occidente, quinte colonne manipolate dall’Unione Sovietica per disarmare l’Occidente stesso). Negli USA, la Union of Concerned Scientists, in Inghilterra gli Scientists Against Nuclear Arms.
L’Italia ha appoggiato con convinzione il Movimento Pugwash, con Edoardo Amaldi, Alessandro Pascolini, Francesco Calogero, Carlo Schaerf e altri scienziati. Francesco Calogero, dell’Università di Roma La Sapienza, è stato Segretario Generale del Pugwash negli anni 1989–1997; l’attuale Segretario Generale è Paolo Cotta-Ramusino dell’Università di Milano.
Nel 1966, Edoardo Amaldi e Carlo Schaerf fondarono ISODARCO (International School on DisArmament and Research on COnflicts) con lo scopo di organizzare corsi avanzati sui problemi del disarmo e la corsa agli armamenti.
La Scuola si tiene ancora oggi, il 590° corso si svolgerà nel gennaio 2020. Un corso su Armi Nucleari, Disarmo e Proliferazione Nucleare è attivo all’Università di Milano dal 2014.
Nel 1982 è stata fondata USPID (Unione degli Scienziati Per Il Disarmo) con primo presidente Edoardo Amaldi e un’importante partecipazione dei fisici italiani, con Carlo Bernardini, Francesco Lenci, Michelangelo de Maria, Beppe Nardulli, Roberto Fieschi, Nicola Cufaro Petroni. Attuale Segretario Diego Latella, del CNR di Pisa.
Nel 1980, la US National Academy of Sciences creava la Commissione permanente CISAC (Committee for International Security and Arm Control). Tra i componenti, Wolfgang Panofsky, fisico di grande prestigio, fondatore e primo direttore dello Stanford Linear Accelerator Center. Dal 1985 al 1993, Panofsky fu scelto per co-presiedere il CISAC insieme E. P. Velikov. Amaldi comprese il possibile ruolo delle Accademie come collegamento tra il mondo scientifico e il mondo politico-diplomatico. Fondò il Gruppo di Lavoro SICA (Sicurezza Internazionale a Controllo degli Armamenti) presso l’Accademia dei Lincei, e promosse un workshop internazionale su questi temi per coinvolgere le altre Accademie Europee.
Dopo la sua scomparsa nel 1989, le conferenze hanno preso il nome di Conferenze Amaldi. Si tengono ogni due anni e raggiungeranno, nel prossimo ottobre, la XXI edizione.
NOBEL FOUNDATIONPremi Nobel per la Pace sul disarmo nucleare. Da sinistra in alto: 1985. Bernard Lown e Evgueni Chazov. 1995. Francesco Calogero e Joseph Rotblat. Da sinistra in basso: 2005. Mohamed Elbaradei e Yukiya Amano. 2017. Setsuko Thurlow e Beatrice Fihn.
IPPNW e ICAN. Fondata nel 1980 a Boston, da Bernard Lown e Yevgeniy Chazov, l’associazione Medici Internazionali per la Prevenzione della Guerra Nucleare (International Physicians for the Prevention if Nuclear War, IPPNW), ha riunito medici degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica, con lo scopo di diffondere nel mondo la consapevolezza dei drammatici effetti di un’eventuale guerra nucleare. Con altre figure leader della medicina internazionale, IPPNW ha organizzato ricerche basate sui dati raccolti dai ricercatori giapponesi sugli effetti delle bombe esplose a Hiroshima e Nagasaki.
Con partner in 63 Paesi, IPPNW ha informato operatori sanitari, leader politici e milioni di cittadini sulle conseguenze mediche e ambientali di una guerra atomica. L’avvertimento drammatico di IPPNW: la guerra nucleare produrrà effetti fatali per l’umanità, non ci saranno cure né risposte mediche che possano contrastarli.
Per questa azione di responsabilizzazione, IPPNW ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace nel 1985. Nel 2007, IPPNW ha lanciato la campagna ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons), per promuovere l’abolizione delle armi nucleari. ICAN conta oggi 541 organizzazioni partner basate in 103 Paesi.
ICAN ha appoggiato e sostenuto l’approvazione del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW). Approvato da 122 Paesi nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il Trattato costituisce un passo preliminare verso un trattato, ancora da negoziare, che contenga misure legali e tecniche per completare l’abolizione. Per il sostegno all’approvazione del Trattato, ICAN ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace nel 2017.
Ad oggi, il Trattato non è stato firmato dagli Stati che possiedono armi nucleari e dalle Nazioni della NATO.
Multilateralismo. Dopo la tragedia di Hiroshima e Nagasaki, da molte parti venne espresso il concetto che la padronanza della fissione nucleare dovesse essere basata sulla conoscenza condivisa del know-how e sulla partecipazione di tutti gli Stati alle decisioni politiche in materia. Era il principio del multilateralismo nel controllo degli ordigni nucleari, che ha trovato la sua espressione nell’istituzione nel 1957 dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, IAEA, nata per promuovere le applicazioni pacifiche dell’Atomo, nel Trattato di Non Proliferazione, TNP, nella proibizione dei test nucleari (CTBT) e nella creazione della CTBTO.
La genesi dell’IAEA è fatta risalire al discorso Atoms for Peace pronunciato dal Presidente degli Stati Uniti Dwight D. Eisenhower all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel luglio 1957.
L’IAEA ha due compiti fondamentali. Da una parte, quello di assistere gli Stati Membri nello sfruttamento dell’Energia Nucleare per scopi civili in tutte le sue forme, dagli standard di sicurezza per i reattori nucleari alle terapie contro il cancro basate sulle radiazioni ionizzanti. Dall’altra, è il custode della non-proliferazione e della sicurezza nucleare, con capacità di ispezione per prevenire la produzione clandestina di materiale fissile.
Sotto la direzione di ElBaradei, l’IAEA ha avuto un ruolo centrale nella crisi sul disarmo dell’Iraq del 2002, con la certificazione dell’assenza di programmi per la creazione di armi di distruzioni di massa nell’Iraq di Saddam Hussein. Nella Conferenza Amaldi del 2017, il Segretario Generale Y. Amano (recentemente scomparso) ha riferito sul rispetto delle condizioni poste dall’accordo sul nucleare con l’Iran del 2015. Nel 2005, ElBaradei e IAEA hanno ricevuto il Premio Nobel per la Pace.
Nel 1996, l’approvazione del trattato CTBT sulla proibizione dei test nucleari, ha messo un punto fermo su un’attività andata avanti per più di trent’anni, con circa 2000 test eseguiti dagli Stati nucleari e ha dato una risposta positiva alle crescenti preoccupazioni per gli effetti dei test sull’ambiente e sulle popolazioni.
Ad oggi, il Trattato è stato firmato da 183 Stati. Tuttavia, il CTBT entrerà in vigore solo dopo ratifica da parte dei 44 Stati con capacità nucleare avanzata, definiti all’Art. XIV del trattato stesso. Mancano: Stati Uniti, Repubblica Popolare Cinese, Egitto, India, Iran, Israele, Pakistan e Repubblica Popolare Democratica di Corea. Ogni due anni, con sede variabile, si tiene una Conferenza per informare sullo stato del trattato e sollecitare le ratifiche mancanti. L’Italia ha firmato il CTBT nel 1996 e lo ha ratificato nel 1998.
Sempre nel 1996, i firmatari hanno stabilito la CTBT-Organization, CTBTO, ente associato alle Nazioni Unite con il compito di realizzare il regime di verifica del Trattato e di promuoverne i valori universali. Il CTBTO ha realizzato il Sistema di Monitoraggio Internazionale (ISM), una rete di strumentazione sismica, infracustica, idroacustica e radionuclidica, che permette di individuare eventi inusuali quali esplosioni artificiali derivanti da test chimici e nucleari, nel sottosuolo, in atmosfera e negli oceani. La rete ha rilevato le esplosioni causate dai test sotterranei effettuati dalla Corea del Nord, il maremoto di Sumatra (Indonesia) del 2004, le emissioni conseguenti all’incidente nucleare nella centrale di Fukushima in Giappone nel 2011 e l’incidente nucleare avvenuto l’8 agosto scorso nella base militare russa di Severodvinsk, Arkhangelsk, Russia.
Science Diplomacy. La necessità di condividere le conoscenze scientifiche sulla fissione nucleare, come antidoto alla corsa agli armamenti, era stata sottolineata dal grande fisico Niels Bohr, il padre della fisica atomica, addirittura prima della conclusione del Progetto Manhattan.
Dopo un incontro inconcludente con Truman, Bohr fu ricevuto da Churchill nel 1944, insieme al fisico Frederick Lindemann. L’incontro fu disastroso, “ci ha sgridato come due scolaretti”, ebbe a dire Bohr. Erano le prime avvisaglie della Guerra Fredda.
Il principio della non segretezza delle ricerche come base del dialogo tra gli scienziati dei due blocchi, è stato adottato con successo dal CERN creato a Ginevra nel 1954 da 14 Nazioni europee, primo esempio di multilateralismo Europeo nella ricerca scientifica. Un dialogo che è continuato durante la Guerra Fredda, con la spettacolare collaborazione tra il CERN e i laboratori sovietici a Protvino e Dubna negli anni Settanta.
La capacità degli scienziati di parlarsi indipendentemente dalle appartenenze politiche, nazionali e religiose riflette quella che chiamiamo l’universalità della Scienza. Gli “eroi” degli studenti di fisica provengono da tutte le parti del mondo e appartengono a tutte le culture.
Nel tempo, questa capacità di dialogo ha creato veri e propri canali di comunicazione, paralleli ai canali diplomatici. La “Science Diplomacy” si è estesa ad altre realtà critiche, come quella dei fisici indiani e pachistani e dei fisici di Stati Uniti e Iran, che collaborano all’esperimento CMS del CERN. Più recentemente, fisici provenienti da Egitto, Grecia, Giordania, Iran, Israele, Marocco, Palestina, Turchia, collaborano a esperimenti sulla luce di Sincrotrone alla macchina SESAME situata in Giordania.
L’applicazione dei Trattati. Cominciando dalla fine, vogliamo subito dire che i trattati Start hanno avuto un ruolo determinante per la riduzione delle testate nucleari che, al culmine della Guerra Fredda, spinti dalla politica della Mutua Distruzione Assicurata (MAD, anche nota come l’equilibrio del terrore) erano arrivate al livello assurdo di circa 70.000 testate nucleari più o meno equamente distribuite tra Stati Uniti e Unione Sovietica.
Nei venti anni di Start 1, le testate messe in campo sono scese a un totale di circa 10.000. New Start ha portato a una ulteriore diminuzione. Secondo i dati del Dipartimento di Stato USA, al 1 marzo 2019 le testate erano 1366 negli USA e 1461 nella Federazione Russa, distribuite su un numero di siti e di bombardieri pesanti pari a 800 (USA) e 760 (Federazione Russa). La stessa figura riporta la stima delle testate messe in campo, alla stessa data, dagli altri Stati nucleari, con Francia, Cina e UK tra 300 e 200 testate e gli altri Paesi con numeri via via decrescenti, fino alle 30 testate nucleari attribuite alla Corea del Nord.
Non è secondario, per noi, ricordare che in Italia sono installate 50-70 armi nucleari degli Stati Uniti, a Ghedi (BS) e ad Aviano (Pordenone).
La comunità scientifica, singolarmente e attraverso le associazioni di scienziati per la pace, ha fortemente sostenuto i trattati START, suggerendo, tra l’altro, il progetto Dai Megatoni ai Megawatt. Il progetto, concluso nel 2013, prevedeva l’impiego nei reattori nucleari civili Usa del materiale fissile delle testate dismesse dalla Federazione Russa, trasformate in Uranio leggermente arricchito.
La riduzione del numero delle testate e delle loro dislocazioni ha ridotto considerevolmente la probabilità che un errore di valutazione trasformasse l’equilibrio del terrore nel terrore puro e semplice di un conflitto tra superpotenze, guerreggiato con migliaia di ordigni nucleari. Per questo, guardiamo con apprensione alla scadenza del New Start nel 2021, soprattutto dopo la soppressione di INF.
Più indietro nel tempo rispetto a Start1, il Trattato INF del 1987 aveva posto termine alla ”crisi degli euromissili”. Era iniziata nel 1976 con l’installazione, da parte dell’Unione Sovietica, dei missili SS-20 Saber, con portata di circa 4.000 chilometri, tale quindi da tenere sotto minaccia l’intera Europa. La NATO aveva risposto con la proposta di installare in Europa una nuova generazione di missili Pershing II (portata circa 1.400 km) e Cruise (fino a 5.500 km) dotati di testate nucleari.
La proposta aveva generato un’onda di proteste in Europa, che sarebbe diventata il primo bersaglio di un conflitto nucleare. Come ricorda Carlo Bernardini, “Edoardo Amaldi, fu uno degli ispiratori del documento che analizzava i rischi per la pace mondiale causati dall’installazione di questi missili a gittata intermedia e che fu sottoscritto da circa ottocento fisici italiani.”
L’accordo INF vietava, senza eccezioni, la costruzione di missili di portata da 500 a 5.500 km, prevedendo verifiche di garanzia che anticipavano quelle che sarebbero state le condizioni dei trattati Start1 e New Start.
Senza entrare nel merito delle accuse reciproche sulla violazione delle intese, le dichiarazioni fatte da entrambe le parti alla cancellazione del trattato, di voler rivedere gli equilibri strategici in questo quadrante, non possono che segnalare la ripresa della corsa agli armamenti che credevamo ormai superata con INF e New Start.
L’Europa ha assistito silenziosa a una decisione che riporta indietro l’orologio di trent’anni e minaccia nuovamente di farla diventare il teatro di un conflitto da lei non dichiarato e non controllato.
Nonostante le assicurazioni dei militari su testate nucleari di efficacia ridotta, da impiegare solo tatticamente, pensiamo, come ai tempi di Edoardo Amaldi, che un conflitto iniziato in Europa sfocerebbe, inevitabilmente, in un conflitto termonucleare mondiale.
Non-proliferazione. Il trattato di non-proliferazione, NPT, tra gli strumenti legali multilaterali, è fondamentale per l’ordine e la sicurezza globali. Entrato in vigore il 5 marzo del 1970, NPT è quasi universale, mancando l’adesione di soli 5 paesi: Corea del Nord, India, Israele, Pakistan e Sud Sudan. Il trattato fissa i termini di un triplice contratto tra:
          non-proliferazione,
          disarmo nucleare,
          promozione delle applicazioni nucleari pacifiche. Ogni cinque anni, NPT prevede una conferenza di revisione per esaminare il funzionamento del Trattato al fine di accertare se le finalità del suo Preambolo e le sue disposizioni si stiano realizzando.
L’ultima revisione del 2015 non ha portato ad alcun documento finale per mancanza dell’unanimità tra i contraenti prevista da NTP. Sono già in corso le discussioni preparatorie per la prossima revisione, prevista per il 2020,
Il trattato distingue tra gli Stati che possiedono ordigni nucleari (Nuclear Weapon States, NWS) e quelli che non li possiedono (Non Nuclear Weapon States, NNWS). Il trattato prevede per i NNWS l’impegno a non dotarsi di ordigni nucleari, ma prevede anche l’impegno al disarmo completo da parte dei NWS. In sostanza, prefigura quel mondo libero da ordigni nucleari (nuclear weapons–free world) evocato da Barack Obama nel discorso di Praga del 2009 e ripreso da diverse personalità del mondo politico internazionale di quegli anni.
Nell’affermare l’impegno al disarmo, tuttavia, il trattato non dice “quando” e “come” il disarmo si dovrebbe concretizzare. Diversi NNWS chiedono il disarmo immediato, hic et nunc, o almeno entro una data prefissata. Altri, i NWS ma anche diversi NNWS, ritengono la richiesta irrealistica e semplicemente provocatoria.
La discussione sulle modalità del disarmo è una delle principali cause di tensione nelle discussioni su NPT e una delle ragioni per cui, nella revisione del 2015, non si è arrivati a una risoluzione unanime.
Con l’attuazione dei trattati INF e START, i NWS potevano affermare, quanto meno, di essere sulla strada giusta. Adesso, dopo la cancellazione di INF, con l’imminente scadenza di New Start, le affermazioni sulla necessità di ammodernamento dei parchi nucleari degli NWS e le tensioni internazionali (Corea del Nord e Iran per citare solo le più evidenti) si potrebbe andare verso una situazione di rottura nella revisione di NPT del prossimo anno.
Sarebbe un evento semplicemente catastrofico, che ci riporterebbe agli incubi degli anni Settanta. A quel tempo, le previsioni erano che nel giro di vent’anni ci sarebbero stati 25-30 nuovi Stati con armi nucleari. A cinquant’anni dall’approvazione, abbiamo solo cinque Stati fuori da NPT, di cui quattro con armi nucleari.
Conclusioni. In pochi anni il mondo si è avvicinato pericolosamente al baratro di una guerra nucleare. La possibile dissoluzione del Trattato di Non-Proliferazione e di New Start, i ritardi nella ratifica della messa al bando dei test nucleari da parte di Stati chiave, le richieste di nuove armi nucleari, ci riportano agli anni della Guerra Fredda, con l’aggravante di un mondo multipolare, percorso da conflitti tra differenti culture.
L’uscita degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare con l’Iran che, secondo l’IAEA, non avrebbe violato le condizioni previste, i colloqui inconcludenti sulle armi nucleari della Corea del Nord, il riaccendersi del conflitto tra due potenze nucleari, India e Pakistan, sono manifestazioni del riacutizzarsi di un unico morbo: i nazionalismi, contro i quali pensavamo che due Guerre Mondiali ci avessero vaccinato a sufficienza.
Particolarmente inquietanti le richieste di sviluppare nuove armi ed eseguire nuovi test nucleari. Qui, sembra proprio che i governi stiano cedendo alle pressioni di quel complesso militare-industriale, che esiste ormai in tutti i Paesi avanzati, da cui Eisenhower (il generale dello sbarco in Normandia!) aveva messo in guardia la sua Nazione nel discorso di commiato dalla Presidenza degli Stati Uniti:
″...nei Consigli del governo, dobbiamo evitare l’acquisizione di eccessiva influenza, richiesta o non richiesta, da parte del complesso militare-industriale. La possibilità di una crescita disastrosa di un potere improprio esiste ed esisterà nel futuro...”.
Come cittadini, scienziati, uomini di cultura dobbiamo, fermamente, chiedere la ripresa del dialogo e del disarmo nucleare. Dobbiamo sostenere e potenziare la non-proliferazione, la messa al bando dei test nucleari, l’IAEA, il CTBTO e le altre Organizzazioni Internazionali integrate, se necessario, con accordi bilaterali.
Il disarmo nucleare è imperativo per garantire un futuro all’Umanità. Remember your humanity, and forget the rest. (Manifesto Russel-Einstein, 1955).

https://www.huffingtonpost.it/entry/una-nuova-micidiale-corsa-agli-armamenti_it_5d78fd19e4b0432f8175c7da?utm_hp_ref=it-homepage

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