sabato 1 giugno 2019

pc 1 giugno - Un'altra lavoratrice, Giusi, di Bologna rischia di perdere il lavoro, perchè antifascista - La nostra massima solidarietà!

La sua colpa è di aver "osato" chiedere a gran voce ai poliziotti di Salvini perchè difendevano Forza Nuova e invece aggredivano gli studenti antifascisti.
Si cerca di ripetere la repressione fatta alla maestra antifascista Lavinia Flavia di Torino, licenziata; come alla insegnante Rosa Maria di Palermo. 
Stanno rapidamente tornando i tempi di Mussolini in cui chi era antifascista perdeva il lavoro?
Giù le mani dalle coraggiose donne, lavoratrici, orgogliosamente antifasciste!
Siamo tutte antifasciste!
MFPR  

Da Osservatorio sulla repressione
Dipendente del Comune di Casalecchio di Reno, dopo essere stata aggredita dalla celere di Bologna schierata per difendere Forza Nuova ora si trova a subire anche il rischio di perdere il lavoro!
"Oggi ho saputo dai giornali che c'è in corso un provvedimento disciplinare nei miei confronti... Devo essere da esempio... Quello che evidenzio così a caldo è che siamo tutti a rischio di perdere il lavoro per il solo fatto di esprimere le nostre opinioni... Io comunque rivendico il mio essere antifascista".
Mentre Forza Nuova teneva il suo comizio a Bologna, i manifestanti antifascisti tentavano di far sentire la loro voce, scontrandosi con il cordone della polizia che proteggeva i fascisti. Di Giusi Rossi, una coraggiosa donna che si è posta di fronte ai militari per rivendicare il suo diritto
democratico di contestare, avevamo già parlato: si è raccontato di come la donna, vedendo gli studenti caricati dalla polizia, abbia iniziato a urlare “Cosa fate?” e ponendosi a un palmo dai militari abbia detto: “Non ho vent’anni, non sono una studentessa, sono una di 55 anni, e i miei nonni e i miei genitori di fascisti sono morti…Voi da che parte state? Dovete stare dalla parte di chi vuole la libertà… Allora? Allora? Da che parte state?”.
Ecco, quel video è diventato il simbolo delle proteste di Bologna. E sebbene non si veda traccia di insulti ma si vede invece fin troppo bene come la polizia, afferrata la donna per il braccio, l’allontani con violenza dal corteo (provocandole tra l’altro una prognosi all’ospedale di 15 giorni), oggi la notizia diffusa da Il Resto Del Carlino è che la signora è stata segnalata all’ufficio provvedimenti disciplinari del Comune di Casalecchio di Reno dove lavora come dipendente. Con conseguenze potenzialmente molto gravi, come lei stessa racconta.
Come ha saputo del provvedimento disciplinare?
"È questa la cosa assurda, io l’ho scoperto dai giornali. Non ho ricevuto alcuna telefonata, nessun avviso. Questa cosa è assurda. E ancora più assurdo è che la giunta di Casalecchio di Reno è guidata da un sindaco di sinistra, del Pd (Massimo Bosso ndr). Si sta attaccando una lavoratrice, un’antifascista, senza nessun motivo, perché io non ho insultato nessuno.
Eppure la stanno attaccando, specie la destra, dicendo che lei ha insultato i poliziotti…
"Io non ho insultato nessuno, nel video è chiarissimo. Sono loro che mi hanno portata via, forse per paura che fomentassi troppo gli animi. Tra l’altro, nell’articolo del Carlino viene detta una cosa falsa, non mi hanno chiesto i documenti né mi hanno identificata".
Che conseguenze possono esserci al provvedimento disciplinare?
Innanzitutto io mi muoverò tramite i sindacati e i miei legali per contestare questo provvedimento fino a quando non sarà ritirato. È assurdo che in una democrazia si attacchi una lavoratrice per aver espresso una suo opinione. Questo è un ricatto: minacciano il mio posto di lavoro, in un tempo di crisi come questo, e lo fanno senza neanche avvertirmi. E adesso, con Salvini al governo, andrà sempre peggio". 

Nessun commento:

Posta un commento