martedì 28 maggio 2019

pc 28 maggio - Tasse, la stangata c’è e ora si vede… mentre aumentano le entrate dello Stato, del “governo della repressione”

Unimpresa ha calcolalo che la pressione fiscale passera dal 42% di quest'anno al 42,7% del biennio 2020-2021 e si attesterà al 42,5% nel 2022. Nel complesso, quindi, tra prelievi tributari e versamenti contributivi, le famiglie e le imprese italiane pagheranno 76 miliardi in più nel quadriennio 2019-2022 rispetto al 2018 e, grazie al super conto erariale, copriranno l’aumento delle spese dello Stato. Nei prossimi quattro anni si pagheranno 55 miliardi di tasse aggiuntive e 18 miliardi in più alla voce “previdenza”: conseguenza nel 2022, lo Stato incasserà 890 miliardi (+9,37%) e le uscite sfonderanno il muro dei 900 miliardi (+8,85%). Nel frattempo, alla fine del 2019, le entrate tributarie si attesteranno a quota 506,8 miliardi: 248,6 miliardi garantiti delle imposte dirette (come Irpef, Ires, Irap, Imu), 257,2 miliardi da quelle indirette (come Iva, accise, registro) e 967 milioni le altre in “conto capitale”.”

Così dice un articolo della Repubblica del 20 maggio scorso, che continua:
In Media – ha spiegato più volte Paolo Zabeo coordinatore dell’Ufficio Studi Cgia – ogni italiano paga 8mila euro di imposte che salgono a quasi 12mila considerando i contributi previdenziali”. A preoccupare l'associazione degli artigiani mestrini è però il trend storico che stiamo attraversando: “Negli ultimi 20 anni – dicono – le entrate tributarie nelle casse dello Stato sono aumentate di oltre 80 punti percentuali, quasi il doppio dell'inflazione che, nello stesso periodo, è salita del 43%”. Come a dire che le spese dello Stato crescono a dismisura e in maniera del tutto non correlata alla situazione economica del Paese.”
“Le spese dello Stato crescono a dismisura” e per farvi fronte oltre a tasse, imposte ecc. lo Stato si fa prestare soldi dai “risparmiatori”, dai capitalisti e dai grandi ricconi della finanza nelle cui mani cade di fatto il patrimonio dello Stato.

Per dirla con Marx (Le lotte di classe in Francia): “Qual è la causa del fatto che il patrimonio dello Stato cade nelle mani dell’alta finanza? È l’indebitamento continuamente crescente dello Stato. E qual è la causa dell’indebitamento dello Stato? È la permanente eccedenza delle sue spese sulle sue entrate, sproporzione che è nello stesso tempo la causa e l’effetto del sistema di prestiti di Stato.”

E che dovrebbe fare lo Stato per sfuggire a questo indebitamento? “… limitare le proprie spese, cioè semplificare l’organismo governativo, ridurlo, governare il meno possibile, impiegare meno personale possibile, entrare il meno possibile in rapporto con la società borghese…” ciò non è possibile, dice Marx, perché: “… l’imposta è il seno materno a cui il governo si disseta. Ma il governo è tutt’uno con gli strumenti della repressione, con gli organi dell’autorità, con l’esercito, con la polizia…” E continuando a parafrasare Marx possiamo dire, dunque, che questa via è impossibile per il governo della repressione!

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