Torino, tracce di uranio nel midollo del militare morto suicida dopo le missioni all'estero
Lo sostengono le analisi
dell'osservatorio militare. Luigi Sorrentino si era impiccato doo la scoperta di
essersi ammalato di leucemia
Nel midollo di Luigi Sorrentino,
caporalmaggiore dell’esercito, morto
suicida a 40 anni dopo essersi ammalato di leucemia, c’erano tracce di
uranio. Il militare, prima di togliersi la vita, aveva sempre sostenuto di
essere entrato in contatto con l’uranio impoverito in decine di missioni
all’estero, dal
Kosovo all’Afghanistan. Tesi che la sua famiglia aveva sempre supportato. Ora le analisi dell’osservatorio militare confermerebbero tracce di U238 nel campione di midollo del militare che si era impiccatolo scorso 23 ottobre nel palazzo dove viveva in via Rosta, a Torino.
Le tracce di uranio sono state rilevate attraverso l’analisi con Ms spettometria di massa dal professore Claudio Medana del dipartimento di biotecnologie molecolari e scienze della salute dell’università di Torino. Era malato ed era stato “ignorato dall’amministrazione militare che ovviamente gli aveva negato tutto”, sostengono dall’osservatorio. Il militare era caduto in uno stto di depressione che lo ha portato al suicidio. La scoperta "è una svolta storica del caso uranio e sgombra il campo da ogni dubbio sia sull'esposizione che sulla nocività di questo materiale" conclude l'Osservatorio sostenendo che nei prossimi giorni "ulteriori esiti di altre ricerche daranno ulteriori prove del perché tra i militari italiani si sono già registrati 366 morti e 7500 malati".
Sorrentino aveva presentato un ricorso al Tar del Piemonte per la causa di servizio per i danni subiti per la sua malattia dopo aver chiesto ed essersi visto rifiutato il servizio nell’esercito.
Kosovo all’Afghanistan. Tesi che la sua famiglia aveva sempre supportato. Ora le analisi dell’osservatorio militare confermerebbero tracce di U238 nel campione di midollo del militare che si era impiccatolo scorso 23 ottobre nel palazzo dove viveva in via Rosta, a Torino.
Le tracce di uranio sono state rilevate attraverso l’analisi con Ms spettometria di massa dal professore Claudio Medana del dipartimento di biotecnologie molecolari e scienze della salute dell’università di Torino. Era malato ed era stato “ignorato dall’amministrazione militare che ovviamente gli aveva negato tutto”, sostengono dall’osservatorio. Il militare era caduto in uno stto di depressione che lo ha portato al suicidio. La scoperta "è una svolta storica del caso uranio e sgombra il campo da ogni dubbio sia sull'esposizione che sulla nocività di questo materiale" conclude l'Osservatorio sostenendo che nei prossimi giorni "ulteriori esiti di altre ricerche daranno ulteriori prove del perché tra i militari italiani si sono già registrati 366 morti e 7500 malati".
Sorrentino aveva presentato un ricorso al Tar del Piemonte per la causa di servizio per i danni subiti per la sua malattia dopo aver chiesto ed essersi visto rifiutato il servizio nell’esercito.
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