Questo lo sta facendo Pillon - vedi la notizia di seguito - ma lo farà a breve anche il Min. Fontana e l'intero governo con una messa in pratica del "congresso sulla famiglia" di Verona e delle sue vomitevoli tesi e propositi.
E tutto fa credere che, in sintonia con la fase attuale con alla testa gli Usa, vedremo anche in Italia porre presto al centro la messa in discussione del diritto d'aborto, come diritto anche simbolo del diritto di scelta delle donne che invece si vuole calpestare in nome della centralità della “famiglia” e delle concezioni e interventi reazionari e oppressivi che l'accompagnano.
Impedimento al divorzio e attacco al diritto d'aborto si legano. Non fare figli, rompere i legami oppressivi - spesso mortali della famiglia - è mettere in discussione una delle cellule base del sistema borghese. Come osano le donne pensare di fare questo?!
Su questo occorrerà rispondere subito, scendere in piazza, attrezzarci, tra le masse e con le masse delle donne, allo scontro con il fascio-clerico integralismo sia "legale" che illegale.
E noi donne possiamo farlo. Siamo quelle che sono scese in piazza in più di 200mila il 24 novembre
e a Verona proprio contro Salvini e i clericofascisti, siamo quelle che hanno fatto in tanti posti di lavoro, città, paesi lo sciopero delle donne l'8 marzo, siamo quelle che in questi mesi, da quando c'è questo governo Lega/M5S, fascio populista, razzista, sessista hanno risposto "colpo su colpo" ai suoi tentativi di instaurare a tappe forzate un moderno medioevo, alla sua polizia, magistrati che tengono rinchiuse nelle carceri nostre compagne di lotta, alle sue Istituzioni che licenziano insegnanti antifasciste e vogliono imporre nella scuole una controcultura, pregna di becere idee fasciste per un ritorno a "Dio, patria famiglia".
Il rafforzamento, dalle elezioni, del fascio populismo al potere, non deve, quindi, farci paura. Non vogliamo "lamentarci" o "strillare", ma attrezzarci e organizzarci adeguatamente per combatterlo.
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