Pestaggio del giornalista di Repubblica: il cerchio ristretto a sette agenti
Sentito dai pm il vicequestore intervenuto per salvare
Origone: "I miei colleghi non sono folli, lo hanno scambiato per un
manifestante". Il Procuratore Cozzi: « E così si può infierire su chiunque? — si chiede il procuratore capo -. Con la stessa logica del branco»
Fanno tutti parte del VI Reparto Mobile di Genova-
Bolzaneto. Una delle squadre ( ciascuna composta da 10 agenti) comandate da
Giampiero Bove, il vice questore che durante i tafferugli di giovedì scorso ha
riconosciuto il nostro collega Stefano Origone e si è messo di mezzo per
proteggerlo dalle manganellate dei suoi colleghi. « Mi ha salvato la vita —
racconta Stefano al
procuratore capo Francesco Cozzi e all’aggiunto Francesco Pinto che ieri sono andati a trovarlo in ospedale — se non fosse stato per lui, non so come sarebbe finita».
procuratore capo Francesco Cozzi e all’aggiunto Francesco Pinto che ieri sono andati a trovarlo in ospedale — se non fosse stato per lui, non so come sarebbe finita».
La protezione al comizio di Casa-Pound con qualche decina
di militanti fascisti in piazza Marsala e duemila antifascisti sparpagliati tra
piazza Corvetto e le zone limitrofe, è finita con due dita maciullate ed operate
d’urgenza a Stefano, una costola rotta e varie ecchimosi prodotte dalle
manganellate sul corpo. Per ora 30 giorni di prognosi. Ed è finita con otto nomi
già sotto l’attenzione del pm Gabriella Dotto a cui è stata assegnata
l’inchiesta per lesioni personali. La lista degli otto agenti è stata fornita
dallo stesso Bove, che ieri pomeriggio è salito a Palazzo di Giustizia ed è
stato interrogato come testimone.
A quanto pare la squadra in tenuta antisommossa avrebbe scambiato Stefano per un manifestante: colpevole di essere in jeans, maglietta nera e giubbotto blu scuro. Il cronista, però, ha urlato con tutto il fiato di essere un giornalista, "ma non aveva una pettorina con la scritta stampa o press". « E così si può infierire su chiunque? — si chiede il procuratore capo -. Con la stessa logica del branco». Già, il branco, anche se il vice questore Bove dice all’Ansa: "Sicuramente si capirà quanto successo. Al di là delle immagini, i colleghi non sono così folli. E’ stato sicuramente un momento brutto, la magistratura chiarirà, ma i colpi non erano dati per uccidere". Eppoi: "Ho sentito urlare ‘sono un giornalista’ e siccome avevo visto Origone qualche secondo prima, ho ricollegato l’urlo a lui e mi sono catapultato per allontanare gli agenti".
A quanto pare la squadra in tenuta antisommossa avrebbe scambiato Stefano per un manifestante: colpevole di essere in jeans, maglietta nera e giubbotto blu scuro. Il cronista, però, ha urlato con tutto il fiato di essere un giornalista, "ma non aveva una pettorina con la scritta stampa o press". « E così si può infierire su chiunque? — si chiede il procuratore capo -. Con la stessa logica del branco». Già, il branco, anche se il vice questore Bove dice all’Ansa: "Sicuramente si capirà quanto successo. Al di là delle immagini, i colleghi non sono così folli. E’ stato sicuramente un momento brutto, la magistratura chiarirà, ma i colpi non erano dati per uccidere". Eppoi: "Ho sentito urlare ‘sono un giornalista’ e siccome avevo visto Origone qualche secondo prima, ho ricollegato l’urlo a lui e mi sono catapultato per allontanare gli agenti".
Nei video acquisiti dalla polizia e dalla magistratura si
vedono gli otto uomini accanirsi su Stefano già a terra. Uno degli agenti è
inquadrato in viso; un altro non ha in mano un manganello, ma imbraccia un
fucile di quelli che sparano lacrimogeni. Un altro ancora non è in tenuta
antisommossa, ma in abiti borghesi con una felpa grigia. Non fa parte della
squadra, ma del " dispositivo di difesa".
Secondo quanto dicono gli investigatori "non sarà
difficile identificarli tutti". Si tratta però di capire chi ha fatto cosa, chi
ha menato manganellate e chi invece ha cercato di contenere la follia; a chi
addossare le responsabilità.
Stefano domani sarà interrogato dal pm Dotto. La Procura
vuole fare in fretta, non vuole perdere tempo e già ieri il capo della Squadra
Mobile, oltre ad una prima relazione scritta dal suo collega Bove, ha inoltrato
una lista di nomi.
Nessun commento:
Posta un commento