E' necessario che ORA tutti i lavoratori e le lavoratrici avanzati/e entrino nelle file di proletari comunisti/PCm Italia per organizzare e condurre la Nuova Resistenza.
E' un appello pubblico che rivolgiamo e che invitiamo a raccogliere
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Riportiamo stralci di un intervento inviato a ridosso delle elezioni da una lavoratrice del Mfpr e dello Slai cobas sc del policlinico di Palermo
"...E’ oltremodo evidente come pure Il passaggio dal licenziamento di un’insegnante antifascista (Lavinia) alla sospensione addirittura di due insegnanti democratiche confermi l’accelerazione della marcia moderna fascista ad opera di Salvini-Di Maio-Conte e del governo Nero Lega-M5S.
Marcia reazionaria di cui anche il decreto sicurezza bis (teso a colpire ancora più barbaramente i migranti e coloro che li soccorrono/difendono in mare e in terra, e a criminalizzare e reprimere maggiormente la lotta di classe e ogni dissenso sociale), nonché la direttiva sulle “zone rosse” in tutte le città, che conferisce maggiore potere ai prefetti esautorando il ruolo dei sindaci in materia, sono chiara e ampia espressione. Tanto da avere destato – soprattutto la citata direttiva, che rappresenta pure una sorta di vendetta contro i sindaci disobbedienti sulla questione migranti - la seria preoccupazione anche di alcuni “primi cittadini” tra cui Orlando, il quale ha dichiarato: “Siamo di fronte ad un disegno eversivo del ministro degli interni Matteo Salvini, e questo è un motivo per temere la tenuta democratica del nostro Paese”...
(Questo) Governo da quando si è insediato non ha fatto altro che attaccare ferocemente i diritti dei proletari e delle masse - a partire da quelli degli immigrati e delle donne - oltreché colpire le avanguardie rivoluzionarie e sindacali, per poi attaccare pure la magistratura, i giornalisti “non allineati” e i sindaci del centrosinistra, finendo per esautorare anche il Parlamento andando avanti a colpi di fiducia, oltreché a forza di direttive e decreti scellerati, tra cui quelli sulla sicurezza, che rappresentano un salto di qualità, indubbiamente dittatoriale.
Il tutto mentre nelle istituzioni e nei partiti, a cominciare dalla Lega, continuano ad impazzare corruzione e malaffare, e mentre si alimenta e protegge il rigurgito fascista. Infatti, è innegabile che da quando Lega-M5S sono al potere, le forze nazifasciste, come CasaPound, FN, etc., si siano sentite del tutto legittimate ad intensificare la loro attività criminale, a danno di immigrati, senzatetto, studenti, giovani, operai, donne, militanti di sinistra, compagni, giornalisti. Attività criminale rimasta quasi sempre impunita, perché si sa che il fascismo e i fascisti sono al servizio del potere borghese, di cui sono il braccio armato.
A tale proposito Gramsci, il più grande marxista-leninista italiano finora esistito, nelle Tesi di Lione giustamente sosteneva: “ Il fascismo come movimento di reazione armata che si propone lo scopo di disgregare e disorganizzare la classe lavoratrice per immobilizzarla, rientra nel quadro della politica
tradizionale delle classi dirigenti italiane nella lotta del capitalismo contro la classe operaia. Esso è perciò favorito nelle sue origini, nella sua organizzazione e nel suo cammino da tutti indistintamente i vecchi gruppi dirigenti.
In sintesi, esso è la risposta reazionaria delle classi dominanti contro il proletariato".
Ignorare volutamente questa verità storica e sottovalutare la fase in cui ci troviamo fingendo di non vedere (così come fa quella parte opportunista e riformista del movimento antagonista e quei partiti neorevisionisti come i CARC) che il governo Lega-M5S è concretamente moderno fascista, negando inoltre il ruolo in esso decisivo/complice di Di Maio e del M5S, a cominciare dalla questione migranti - basti vedere anche le ultime considerazioni di Di Maio sul decreto sicurezza bis: “Sono deluso, non c’è nulla sui rimpatri, ma siamo pronti a dare una mano a Salvini” - è estremamente dannoso, poiché cerca di confondere e illudere sulla diversità/bontà del M5S rispetto alla Lega, legittimando di fatto il persistente massacro delle masse.
La storia ci ha insegnato che al fascismo, alla guerra di classe della borghesia contro il proletariato è necessario rispondere con la guerra di classe del proletariato e delle masse popolari, finalizzata al rovesciamento dello stato di cose esistente.
In tal senso, è bene ricordare anche quanto affermato sempre da Gramsci e dal PCd’I: “Il proletariato non può infrangere né modificare il sistema dei rapporti capitalistici di produzione da cui deriva il suo sfruttamento, senza l’abbattimento violento del potere borghese. Dopo l’abbattimento del potere borghese, il proletariato non può organizzarsi in classe dominante che con la distruzione dell’apparato statale borghese e con la instaurazione della propria dittatura…”.
Inoltre, tutta l’esperienza storica dimostra che affinché il proletariato e le masse popolari possano contare realmente, possano avere un peso soggettivo e dirompente nella lotta di classe, politica e sociale, e abbattere il potere borghese, è indispensabile la costruzione di un partito comunista autenticamente rivoluzionario.
Altro che “movimento per il movimento”, ribellismo fine a se stesso, o questo o quel partito riformista, neorevisionista, o quel gruppetto politico o sindacale che si coltiva il proprio orticello; tutti quanti funzionali al sistema!
Anche la Resistenza ha confermato non solo come siano le masse a fare la storia, ma pure come sia di vitale importanza l’esistenza del partito comunista rivoluzionario nella battaglia per la conquista dei diritti e per la rivoluzione socialista.
A tale riguardo non bisogna dimenticare che, senza l’esistenza e la direzione del PCI, la Resistenza non sarebbe stata assolutamente realizzabile. E’ storia che sia stato il predetto partito ad organizzare la grande mobilitazione operaia e popolare. Sebbene vi abbia partecipato pure una parte della borghesia, dai liberali ai repubblicani e ai popolari - oltre che i socialisti- il pezzo forte della Resistenza fu costituito dalle brigate comuniste; gli altri partiti, nonostante si dicessero alleati del PCI, temendo una rivoluzione, si guardarono bene dal chiamare alla lotta la classe operaia e le masse, la cui aspirazione fu quella di liberarsi non solo del nazifascismo, ma anche del capitalismo.
Infatti, la lotta partigiana, sia nelle campagne che nelle città, gli scioperi generali e la grande sollevazione e resistenza armata operaia (si parla di 100 mila operai nel 1943, nelle fabbriche del centro nord, di cui 50 mila solo alla Fiat), organizzata e diretta dal PCI, che vide pure la cacciata dalle fabbriche di fascisti e carabinieri, mostrano anche come fossero mature le condizioni oggettive per una rivoluzione socialista.
Poi, purtroppo, il tradimento della rivoluzione, la svolta revisionista e riformista di Togliatti e del PCI, ossia la famosa via italiana, parlamentare e pacifica, e cioè capitolazionista, al socialismo (via contrapposta alla linea, all’ideologia, teoria e prassi di Gramsci e del PCd’I), disarmò in tutti i sensi i partigiani e la classe lasciando incontrastato il dominio della borghesia e il massacro delle masse.
Ma questo non inficia affatto il valore della Resistenza e men che meno la necessità storica del partito comunista, bensì pone in rilievo come senza un partito autenticamente rivoluzionario, ovvero marxista-leninista-maoista, non potrà mai esservi alcun abbattimento del potere borghese e alcuna trasformazione radicale della società.
Pertanto, alla luce di tutto quanto sopra, oltre ad essere necessario costruire il fronte unito antifascista-antirazzista-antisessita-antiomofobo, e un movimento delle donne, femminista, proletario e rivoluzionario, si ribadisce che è indispensabile costruire un partito comunista di tipo nuovo, per una nuova Resistenza e il rovesciamento di ogni governo del capitale. Partito di cui le donne, principalmente quelle proletarie, doppiamente sfruttate e oppresse, ne siano forza poderosa e dirigente, per la rivoluzione nella rivoluzione"
M.S.
Lavoratrice MFPR e SLAI COBAS sc - Policlinico Palermo
Pa, 25.05.2019
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