giovedì 6 settembre 2018

pc 6 settembre - ILVA - RAGGIUNTA L'INTESA TRA OO.SS., MITTAL, GOVERNO - CI ESPRIMEREMO PUNTO PER PUNTO MA DICIAMO GIA' QUALCOSA

L'accordo firmato merita un approfondimento punto per punto - cosa che faremo a partire da LUNEDI' 10 ORE 18 NELLA SEDE SLAI COBAS VIA RINTONE, 22 TARANTO - TEL 3475301704. 

Con l'"entusiastica adesione" dell'USB all'accordo, non esiste in fabbrica alcuna vera opposizione sindacale di classe. E' evidente che l'intesa è insufficiente ed è lontana dagli obiettivi posti dallo Slai cobas sc con la piattaforma operaia (che però si poteva ottenere solo con una lotta vera e prolungata). E' evidente che non ci possiamo fidare dei padroni indiani, del governo che ha permesso l'accordo, dei sindacati che l'hanno firmato, neanche per la sua applicazione integrale nelle parti che paiono tutelare l'occupazione, il salario, i diritti (art. 18, ecc.). 
Se ci sarà un (inutile) referendum, comunque è importante che gli operai che sono contrari, gli operai che non si fidano esprimano chiaramente anche nel voto contrario la loro posizione.

La battaglia per il lavoro (gli operai in cigs restano tuttora discriminati), il salario e la salute non è affatto finita e hanno ragione tutti coloro che in città esprimono la loro grande preoccupazione per la continuità dell'inquinamento e l'attacco alla salute.
Ribadiamo che serve il fronte operai/masse popolari, a partire dai quartieri inquinati, per il quale da sempre lavoriamo.
In nessuna maniera, poi, questo accordo può permettere una "sanatoria" e una "immunità" per i padroni; in nessuna maniera può essere un alibi per il processo in corso ai padroni assassini e ai loro complici, per avere giustizia e risarcimenti.

SLAI COBAS per il sindacato di classe
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 (dalla stampa) - E' stata appena raggiunta l’intesa sul piano occupazionale tra i sindacati, Mittal e il governo: ce lo confermano fonti sindacali presenti al tavolo. E’ andata avanti per tutta la notta la trattativa sul piano occupazionale tra i sindacati, la multinazionale Mittal e il governo con la mediazione del vicepremier Di Maio. Dopo la lunga pausa che è durata ben oltre l’una di notte, la trattativa è ripresa con incontri tra le organizzazioni sindacali e Di Maio, e tra lo stesso ministro e i rappresentanti di Mittal.
La novità rispetto alla bozza emersa ieri è l’aumento a 10.700 dei lavoratori da assumere subito: la proposta migliorativa presentata da ArcelorMittal ai sindacati, accoglie la loro richiesta dopo che ieri il numero si attestava a 10300.
Nel perimetro sono stati inclusi i lavoratori delle affiliate di altri contratti elettrici e trasporti che sono 300. Re David ha spiegato che "10.700 lavoratori sono sostanzialmente quelli che ora lavorano negli stabilimenti, ossia tutti quelli non in cassa integrazione". Contemporaneamente parte anche
un piano di incentivi alle uscite volontarie e l'azienda "si è impegnata ad assumere tutti gli altri che restano in carico all'Ilva senza penalizzazioni e con l'articolo 18".
Il resto dei lavoratori, oltre 2mila, resteranno in capo ad Ilva in Amministrazione Straordinaria guidata dai commissari straordinari, che si occuperà delle bonifiche interne al perimetro del siderurgico tarantino. 
L’accordo prevede, inoltre, un piano di incentivi all’esodo, volontario e anticipato, con una somma di centomila euro lordi per il lavoratore disponibile ad andare via subito.
Per quanto riguarda il premio di risultato 2019 e 2020 i sindacati hanno chiesto una “una tantum” che dia un salario di almeno il 4 per cento. 
Migliorato anche il piano ambientale "che porta all'accelerazione delle coperture dei parchi e a un limite fortissimo delle emissioni. Se Ilva vuole produrre 8 milioni di tonnellate di acciaio lo deve fare senza aumentare di nulla le emissioni che ci sono".  
C’è moderata soddisfazione nei sindacati che ora fanno sapere che l’accordo raggiunto per essere valido deve essere approvato dal referendum dei dipendenti dell’acciaieria. I tempi? "Cercheremo di farlo naturalmente entro il 15 settembre". La segretaria generale della Fiom, Francesca Re David, ha fatto sapere inoltre che “c’è l’impegno di assumere tutti gli altri fino al 2023 senza nessuna penalizzazione su salario e diritti, era quello che avevamo chiesto”; aggiungendo che  sull'esito delle assemblee dei lavoratori "siamo fiduciosi".



Ulteriori dettagli dell’accordo sono stati illustrati dal segretario generale Uilm Rocco Palombella: “L’elemento importante è che non ci sono esuberi. Il piano prevederà il completo assorbimento di tutti i lavoratori a partire dalla fine del Piano ambientale e in concomitanza con la cessazione dell’Ilva in liquidazione; a partire dal 2023, quindi, ci sarà il riassorbimento dei lavoratori che non hanno avuto accesso agli ammortizzatori. Non ci sarà riduzione dei salari”.

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