A Genova la protesta degli sfollati del ponte Morandi:
'rispetto, rispetto'.
Gdf consegna alla Procura un elenco di
13 nomi, possono diventare 25. Toti: 'entro 5 giorni piano per la demolizione'
Gridano "rispetto-rispetto" gli
sfollati del ponte Morandi dalle tribune del Consiglio regionale. Una
cinquantina i manifestanti. Al termine dell'intervento del commissario per
l'emergenza Giovanni Toti hanno manifestato la loro rabbia gridando
"Veniamo prima noi delle imprese, veniamo prima noi della viabilità, ci
siamo prima noi, vogliamo la casa!". "Abbiate la stessa considerazione
che avete avuto per Ansaldo Energia", ha gridato
una donna. La rabbia degli sfollati è stata placata dall'intervento del sindaco Marco Bucci: "Vi capisco, ma dobbiamo cercare di lavorare insieme. Dal 14 agosto dormo quattro ore per notte per affrontare l'emergenza. Genova non si è mai fermata, non ha mai dimostrato di essere in ginocchio, una cosa di cui dobbiamo essere tutti orgogliosi, nessuno è stato lasciato solo dalle istituzioni", sottolinea.
una donna. La rabbia degli sfollati è stata placata dall'intervento del sindaco Marco Bucci: "Vi capisco, ma dobbiamo cercare di lavorare insieme. Dal 14 agosto dormo quattro ore per notte per affrontare l'emergenza. Genova non si è mai fermata, non ha mai dimostrato di essere in ginocchio, una cosa di cui dobbiamo essere tutti orgogliosi, nessuno è stato lasciato solo dalle istituzioni", sottolinea.
E sulle case precisa: "Pensavamo di dare una casa agli sfollati di ponte Morandi entro
novembre, invece probabilmente ci riusciremo entro fine settembre. La città
ha dimostrato che non si scherza, ne sono orgoglioso", commenta Bucci
ricordando che oltre alle case alternative messe a disposizione dalle
istituzioni pubbliche sono stati 98 quelli di privati.
"Entro cinque giorni
Società Autostrade ci presenterà il piano definitivo per la demolizione del
ponte Morandi". Lo dice il presidente della Regione e commissario per
l'emergenza Giovanni Toti. "Il piano verrà illustrato
alle commissioni tecniche e prima fra tutti alla Procura della Repubblica a cui
spetta la decisione di dissequestrare le aree e di arrivare alla verità sulle
cause della tragedia", aggiunge.
La Guardia di Finanza ha consegnato
alla procura un elenco di persone che potrebbero avere avuto responsabilità per
il crollo di ponte Morandi a Genova avvenuto il 14 agosto che ha provocato 43
morti.
Sono 13 nomi di coloro che si
sono occupati del progetto di ristrutturazione del viadotto dal
2015, ma potrebbero diventare 25 se i magistrati decidessero di andare indietro
nel tempo. Lo scrivono vari quotidiani.
Intanto
i periti dei pm hanno consegnato una prima relazione sulleprobabili cause del crollo
attribuendole a un "cedimento strutturale all'antenna del pilone 9, il
punto in cui i tiranti si congiungono all'estremità del sostegno. E
studiando i carteggi tra le varie diramazioni del ministero delle
Infrastrutture, gli investigatori hanno individuato come almeno in un'occasione
i dirigenti del Mit avessero palesato la certezza che sul restyling del Morandi
i tempi si stessero dilatando oltremisura.
Le persone che secondo la Gdf
sapevano della pericolosità del viadotto Morandi in Autostrade sono: Fabio
Cerchiai (presidente), Giovanni Castellucci (Ad), Paolo Berti (direttore
centrale operazioni), Michelle Donferri Mitelli (direttore maintenance e
investimenti), Stefano Marigliani (direttore primo tronco). "Al Mit
consapevoli dei ritardi" ci sono tre di Spea engineering, controllata da
Autostrade che avrebbe dovuto eseguire la ristrutturazione ai tiranti: Antonio
Galatà (amministratore delegato), Massimo Bazzarelli (coordinatore attività
progettazione ufficio sicurezza), Massimiliano Giacobbi (responsabile progetto
"retrofitting" dei tiranti). Cinque i funzionari pubblici, tre della
Direzione generale per la vigilanza sulle concessioni autostradali (Roma):
Vincenzo Cinelli (capo), Bruno Santoro (responsabile controlli qualità servizio
autostradale), Giovanni Proietti (capo divisione analisi e investimenti).
Infine il Provveditore alle opere pubbliche di Liguria e Piemonte Roberto
Ferrazza e il capo ufficio ispettivo territoriale Carmine Testa. Dallo scambio
di comunicazioni tra le due articolazioni del Mit, hanno appurato gli
inquirenti, si comprende come pure al Ministero ci fosse certezza che sul
Morandi si stava perdendo tempo.
http://www.ansa.it/liguria/notizie/2018/09/04/a-genova-la-protesta-degli-sfollati-del-ponte-morandi-rispetto-rispetto_5115c6dc-adb4-45e8-9f94-694aee5bd56b.html
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