Taser a rischio morte per chi protesta. Così il "governo del cambiamento" si appresta a instaurare il vecchio regime della della repressione poliziesca e fascista anche a costo di morti!
PostedChecchino Antonini Date: sabato 1 settembre 2018
Sgomberi e taser, comincia la guerra ai poveri di Salvini
Il Viminale: «Tempestività negli sgomberi» e via con le pistole taser. E’ il pa kocchetto sicurezza di Salvini che debutta in società
Gli immobili occupati abusivamente devono essere sgomberati con la «dovuta tempestività», per evitare il consolidarsi di situazioni di illegalità che possano pregiudicare la tutela dell’ordine e della sicurezza pubbliche. È l’indicazione contenuta in una circolare inviata dal Viminale ai prefetti, ai commissari per le province autonome di Trento e Bolzano e al presidente della Regione Valle D’aosta. E’ necessario, si legge nella nota, «attendere agli sgomberi con la dovuta tempestività,
rinviando alla fase successiva ogni valutazione in merito alla tutela delle altre istanze, nella consapevolezza che il consolidamento di situazioni d’illegalità possa recare un grave pregiudizio ad alcuni dei principali valori di riferimento nel nostro ordinamento».
rinviando alla fase successiva ogni valutazione in merito alla tutela delle altre istanze, nella consapevolezza che il consolidamento di situazioni d’illegalità possa recare un grave pregiudizio ad alcuni dei principali valori di riferimento nel nostro ordinamento».
«L’occupazione degli immobili costituisce da tempo una delle principali problematiche che affliggono i grandi centri urbani del Paese», è la premessa della circolare che ricorda il decreto legge in materia del 2017, rilevando come «nonostante gli sforzi profusi da tutte le componenti del sistema, alla luce delle evidenze emerse, la gestione del tema dell’occupazione arbitraria degli immobili non ha compiuto significativi passi avanti, se non rispetto alle misure di natura preventiva rivolte ad evitare nuove occupazioni».
Ma non è l’unica novità annunciata oggi dal Viminale, che attraverso una circolare avvia una stretta sugli sgomberi. Il ministero chiede un censimento degli occupanti abusivi di immobili e più rapidità.
Da mercoledì prossimo, da Milano a Catania e in altre dieci città, alcuni agenti delle forze dell’ordine gireranno anche con una pistola elettrica nella fondina. Dopo qualche mese di formazione, comincia la sperimentazione del taser, l’arma ad impulsi elettrici che inibisce i movimenti dei soggetti colpiti. A sigillare il via alla prima fase di utilizzo del taser è stato proprio il ministro dell’Interno, Matteo Salvini: «Aiuterà migliaia di agenti a fare meglio il loro lavoro – scrive su Facebook – . Per troppo tempo le nostre Forze dell’Ordine sono state abbandonate, è nostro dovere garantire loro i migliori strumenti per poter difendere in modo adeguato il popolo italiano. Orgoglioso del lavoro quotidiano delle forze di Polizia e Carabinieri».
Dopo un iter partito nel 2014, il decreto per l’ok alla sperimentazione, affidata alla Polizia di Stato, all’Arma dei carabinieri e alla Guardia di finanza, era stato firmato lo scorso luglio quando erano state elencate le prime città: Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze, Palermo, Catania, Padova, Caserta, Reggio Emilia e Brindisi. Le linee guida emesse dal Dipartimento della Pubblica sicurezza definiscono il Taser «un’arma propria», che fa uso di impulsi elettrici per inibire i movimenti del soggetto colpito. La distanza consigliabile per un tiro efficace è dai 3 ai 7 metri. Il Taser «va mostrato senza esser impugnato per far desistere il soggetto dalla condotta in atto». Se il tentativo fallisce si spara il colpo, ma occorre «considerare per quanto possibile il contesto dell’intervento ed i rischi associati con la caduta della persona dopo che la stessa è stata attinta». Bisogna inoltre tener conto della «visibile condizione di vulnerabilità» del soggetto (ad esempio una donna incinta) e fare attenzione all’ambiente circostante per il rischio di incendi, esplosioni, scosse elettriche. L’Arma è in dotazione alle forze di polizia di circa 107 paesi, tra cui Canada, Brasile, Australia, Nuova Zelanda, Kenya e in Europa in Finlandia, Francia, Germania, Repubblica Ceca, Grecia e Regno Unito. Sul fronte degli sgomberi, invece, le novità riguardano una richiesta con massima rapidità di un censimento degli occupanti abusivi di immobili e l’individuazione di minori o soggetti fragili, per i quali in caso di necessità i servizi sociali dei Comuni attiveranno specifici interventi «non negoziabili». Secondo il documento, il censimento degli occupanti, che deve essere «condotto, anche in forma speditiva, sotto la regia dei Servizi sociali dei Comuni e, laddove occorra, con l’ausilio dei soggetti del privato sociale». Già entro la fine di settembre, è atteso dal Viminale un primo punto riguardo al fenomeno.
Dopo un iter partito nel 2014, il decreto per l’ok alla sperimentazione, affidata alla Polizia di Stato, all’Arma dei carabinieri e alla Guardia di finanza, era stato firmato lo scorso luglio quando erano state elencate le prime città: Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze, Palermo, Catania, Padova, Caserta, Reggio Emilia e Brindisi. Le linee guida emesse dal Dipartimento della Pubblica sicurezza definiscono il Taser «un’arma propria», che fa uso di impulsi elettrici per inibire i movimenti del soggetto colpito. La distanza consigliabile per un tiro efficace è dai 3 ai 7 metri. Il Taser «va mostrato senza esser impugnato per far desistere il soggetto dalla condotta in atto». Se il tentativo fallisce si spara il colpo, ma occorre «considerare per quanto possibile il contesto dell’intervento ed i rischi associati con la caduta della persona dopo che la stessa è stata attinta». Bisogna inoltre tener conto della «visibile condizione di vulnerabilità» del soggetto (ad esempio una donna incinta) e fare attenzione all’ambiente circostante per il rischio di incendi, esplosioni, scosse elettriche. L’Arma è in dotazione alle forze di polizia di circa 107 paesi, tra cui Canada, Brasile, Australia, Nuova Zelanda, Kenya e in Europa in Finlandia, Francia, Germania, Repubblica Ceca, Grecia e Regno Unito. Sul fronte degli sgomberi, invece, le novità riguardano una richiesta con massima rapidità di un censimento degli occupanti abusivi di immobili e l’individuazione di minori o soggetti fragili, per i quali in caso di necessità i servizi sociali dei Comuni attiveranno specifici interventi «non negoziabili». Secondo il documento, il censimento degli occupanti, che deve essere «condotto, anche in forma speditiva, sotto la regia dei Servizi sociali dei Comuni e, laddove occorra, con l’ausilio dei soggetti del privato sociale». Già entro la fine di settembre, è atteso dal Viminale un primo punto riguardo al fenomeno.
Poco importa, a Salvini e Di Maio, che «il confine tra letalità e non letalità purtroppo è molto sottile, facilmente valicabile per una serie di ragioni che vanno dalla potenziale disinvoltura con cui un’arma considerata non letale può essere usata alle condizioni del soggetto nei confronti del quale viene usata», come ha detto Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, all’annuncio dell’avvio della sperimentazione dell’uso del taser. Il decreto è stato firmato il 5 luglio, ma già a marzo una circolare della Direzione anticrimine prevedeva l’avvio della sperimentazione in 6 Questure italiane. E già allora Amnesty era intervenuta per mettere in guardia sui “vantaggi apparenti” di queste armi e chiedendo di effettuare uno studio sui rischi per la salute a seguito del suo impiego e garantire una formazione specifica e approfondita per gli operatori che ne verranno dotati, sottolineando che, «anche se venissero soddisfatte queste due richieste, il rischio di violazioni dei diritti umani non verrebbe affatto azzerato. Anzi, se possibile aumenta perché ora siamo nella fase operativa e non sappiamo se le cose che avevamo chiesto, la formazione scrupolosa e un esame degli studi medici, effettuati per esempio negli Stati Uniti, sull’uso delle pistole elettriche, siano stati adeguatamente presi in considerazione prima della partenza della sperimentazione», aveva detto Noury.
Tra gli studi sull’uso del taser c’è anche “Shock Tactics”, l’indagine realizzata dalla Reuters che ha riferito di 1.005 persone morte in seguito all’utilizzo della pistola elettrica da parte della polizia: in 9 casi su 10 si trattava di persone non armate e in un caso su 4 di persone con problemi mentali o neurologici. «Negli Stati Uniti i proiettili fanno mille morti all’anno, i mille morti le pistole elettriche li hanno fatti in 20 anni quindi è chiaro che, dal punto di vista della pericolosità, non sono equiparabili – ebbe a precisare Noury al Redattore sociale – Ma quando si dice che il rischio nell’uso della pistola elettrica è pari a zero, si dice una cosa inesatta». Il taser, infatti, non prevede un contatto anzi, come spiega il portavoce di Amnesty International Italia, «è designata per essere utilizzata a distanza e quindi chi la usa non può avere la minima idea delle condizioni fisiche della persona nei confronti della quale verrà usata. Numerosi studi testimoniano la letalità di questo tipo di armi nei confronti di persone che hanno, ad esempio, problemi di circolazione o cardiaci. Il taser può essere usato al termine di un inseguimento con la persona inseguita in condizioni particolari di affanno, ciò significa che ci sono una serie di circostanze nelle quali il suo uso può essere letale, per questo bisogna essere particolarmente attenti».
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