In perfetta sintonia con il programma del governo del "cambiamento" Di Maio/Salvini: repressione, polizia, carcere
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5 settembre 2018 - Torino: da Askatasuna all'ex Moi, gli sgomberi nel mirino
Presto un vertice tra il prefetto e la sindaca
Una decina tra palazzine, scuole abbandonate e luoghi storici dell’estrema sinistra torinese, come i centri sociali Gabrio e Askatasuna, cui vanno aggiunti quasi 200 appartamenti, tra quelli dell’Atc e quelli di privati, abitati da chi non avrebbe titolo per farlo. È questa la mappa delle occupazioni a Torino che potrebbero finire nel mirino delle forze dell’ordine, dopo la circolare inviata sabato dal Viminale a tutte le prefetture.
Matteo Piantedosi, il capo di gabinetto del ministro dell’Interno Matteo Salvini, come lui indagato per il caso della nave Diciotti, ha chiesto ai prefetti una stretta sulle occupazioni abusive. La nuova
normativa, voluta dall’ex ministro Minniti, dava più poteri per procedere agli sgomberi, ma "nonostante gli sforzi in questo primo periodo di applicazione del decreto-legge la gestione del tema dell’occupazione arbitraria degli immobili non ha compiuto significativi passi avanti", scrive Piantedosi. Insomma, l’invito di Salvini ai prefetti è di fare di più e di farlo in fretta. «La proprietà privata è sacra» ha ribadito ieri il leader leghista. Anche se in realtà a Torino molti edifici occupati sono di proprietà pubblica. In ogni caso nei prossimi giorni il prefetto Renato Saccone farà un punto con la sindaca Chiara Appendino.
Va detto che già nell’ultima sua visita a Torino il vicepremier, incontrando la sindaca Chiara Appendino, aveva annunciato un’accelerazione e ora c’è anche un termine: entro la fine di settembre si farà una prima valutazione delle «iniziative adottate». Nelle parole di Salvini a Torino l’obiettivo principale è sempre stato l’ex Moi, dove nelle palazzine del villaggio olimpico, occupate da anni dai migranti, si sta realizzando un progetto di svuotamento concordato con Comune, diocesi, Compagnia di San Paolo e gli altri enti locali.
Quest’estate è stata sgomberata la prima palazzina, ma l’auspicio dei leghisti è che si possa fare in fretta anche nelle altre, mentre gli operatori predicano calma. Legato alla questione dei migranti è anche il futuro dei locali sotto la chiesa di Claviere, occupati da alcuni mesi da attivisti "no border" che però non hanno mai raggiunto un accordo con il parroco don Angelo Bettoni che a luglio li ha denunciati. Ora il caso è finito anche sul tavolo dei pm torinesi e quindi potrebbe anche esserci un intervento prima che il flusso di migranti torni a crescere.
L’altro nodo è quello dei centri sociali, il cui sgombero a Torino rischia però di far salire molto la tensione in città. Dalla Lega per arrivare ad alcuni esponenti del Pd piemontese, sono anni che la politica chiede lo sgombero, anche con la forza, in particolare dell’Askatasuna, l’ormai storica casa dell’Autonomia torinese, in corso Regina. Sempre legato a quest’area è il Csa Murazzi, il centro sociale che occupa alcune arcate di proprietà comunale lungo il Po. Qui nessuno dorme, ma è uno dei pochi centri attivi nei Murazzi chiusi per presunti irregolarità.
Nel mirino da tempo c’è anche l’Asilo occupato di via Alessandria, oggetto di diverse operazioni di polizia contro gli anarchici. Finora però non si è mai arrivati a un vero sgombero, ma più volte la tensione è salita nel quartiere Aurora quando gli agenti sono entrati nella struttura.
Capitolo a parte è quello del centro sociale Gabrio, in Borgo San Paolo. Oltre al centro, che da qualche anno si è spostato da via Revello, dove è in corso la bonifica dall’amianto, nell’ex scuola media Pezzani in via Millio, nel quartiere gli attivisti dello sportello per il diritto alla Casa hanno agevolato l’occupazione di tre palazzine, in via Muriaglio, via Frejus e via Monginevro, dove vivono decine di famiglie. In questo caso prima di un intervento con la forza, con ogni probabilità, sarebbe necessario trovare una sistemazione per gli abitanti.
Nell’elenco restano l’esperienza dello Spazio Popolare Neruda, ex scuola dei conciatori di corso Ciriè dove i militanti dei comitati antisfratti hanno allestito una vera residenza per alcune decine di persone e dove convivono famiglie italiane e straniere.
Accanto a queste occupazioni più strutturate ci sono le decine di nuclei famigliari che, aiutati o meno da gruppi organizzati, vivono in appartamenti di cui non sono proprietari e per i quali non pagano l’affitto. Anche per questi potrebbe scattare l’ordine di sgombero, ma la circolare del ministero prevede l’intervento dei servizi sociali per tutelare i soggetti fragili e i minori. Questo tipo di azioni però, nel decreto varato da Minniti, può avvenire anche dopo lo sgombero.
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