Libertà per Gulizar Taşdemir - dai comunicati
Lei è una fra quelle voci che hanno preso parola contro i crimini
della Turchia e fra quelle determinate a resistere al regime
tirannico di Erdoğan. Inoltre, lei è una fra le migliaia di donne
curde che hanno lottato per liberare le nostre strade dall'ISIS,
dando voce alle minoranze in Turchia, e tenendo accesa una fiamma per
i curdi e le curde in tutti i territori.
Lei è stata rimandata dalle autorità norvegesi in un regime, quello turco, che giustizia le donne rivoluzionarie, espone i loro corpi nudi, trascina i loro corpi per le strade e li butta da dirupi. Un regime che è il frutto di una politica autoritaria di lunga data, il quale è arrivato a tagliare i seni delle donne prigioniere e a compiere atti nauseanti sui corpi delle donne per tenerle sotto controllo.
Siamo consapevoli che nei prossimi mesi avremo ancora più coscienza di ciò a cui dobbiamo questa pazzia. Potrebbe essere la costruzione di un altro condotto del gas, un impianto nucleare o l'installazione di una piattaforma petrolifera in Norvegia? O la Norvegia ha consegnato un' attivista Curda al regime turco in cambio della sicurezza che Erdogan non “spedisca” rifugiati?
Non possiamo tollerare ne’ accettare il carattere sommario di questo rimpatrio forzato orchestrato dalla Turchia con l'appoggio della Norvegia nel più grande disprezzo per i diritti umani, delle garanzie di sicurezza e protezione politica.
Chiediamo a tutte le istituzioni, al CPT (Il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti), alla Corte europea per i diritti umani, al Parlamento europeo, di prendere atto di questa espulsione e di fare ciò che è necessario affinché l'attivista kurda sia considerata e giudicata prigioniera politica e che i suoi diritti fondamentali siano rispettati.
Invitiamo tutte le donne, le femministe, gli/le attiviste, le/i democratici e tutti coloro che si battono per i diritti fondamentali a denunciare questa palese violazione di una attivista la cui intera vita è stata una lotta per il riconoscimento dei diritti culturali e politici del popolo curdo ma anche una lotta per la liberazione delle donne.
STOP ALLE ESTRADIZIONI POLITICHE!
STOP ALLA CRIMINALIZZAZIONE DEI E DELLE CURDE!
LIBERTÀ PER GULIZAR TASDEMIR!
Rete jin
Lei è stata rimandata dalle autorità norvegesi in un regime, quello turco, che giustizia le donne rivoluzionarie, espone i loro corpi nudi, trascina i loro corpi per le strade e li butta da dirupi. Un regime che è il frutto di una politica autoritaria di lunga data, il quale è arrivato a tagliare i seni delle donne prigioniere e a compiere atti nauseanti sui corpi delle donne per tenerle sotto controllo.
Siamo consapevoli che nei prossimi mesi avremo ancora più coscienza di ciò a cui dobbiamo questa pazzia. Potrebbe essere la costruzione di un altro condotto del gas, un impianto nucleare o l'installazione di una piattaforma petrolifera in Norvegia? O la Norvegia ha consegnato un' attivista Curda al regime turco in cambio della sicurezza che Erdogan non “spedisca” rifugiati?
Non possiamo tollerare ne’ accettare il carattere sommario di questo rimpatrio forzato orchestrato dalla Turchia con l'appoggio della Norvegia nel più grande disprezzo per i diritti umani, delle garanzie di sicurezza e protezione politica.
Chiediamo a tutte le istituzioni, al CPT (Il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti), alla Corte europea per i diritti umani, al Parlamento europeo, di prendere atto di questa espulsione e di fare ciò che è necessario affinché l'attivista kurda sia considerata e giudicata prigioniera politica e che i suoi diritti fondamentali siano rispettati.
Invitiamo tutte le donne, le femministe, gli/le attiviste, le/i democratici e tutti coloro che si battono per i diritti fondamentali a denunciare questa palese violazione di una attivista la cui intera vita è stata una lotta per il riconoscimento dei diritti culturali e politici del popolo curdo ma anche una lotta per la liberazione delle donne.
STOP ALLE ESTRADIZIONI POLITICHE!
STOP ALLA CRIMINALIZZAZIONE DEI E DELLE CURDE!
LIBERTÀ PER GULIZAR TASDEMIR!
Rete jin
Da UIKI
Gulizar Taşdemir, attivista curda e femminista, mercoledì 4 luglio è stata estradata in Turchia. A questo scopo, nonostante la sua grave malattia, le sono state legate alle mani e i piedi in modo disumano. Gulizar Taşdemir, femminista, attivista per i diritti umani e per i diritti legittimi del popolo curdo, nel 2015 è fuggita in Norvegia alla ricerca di protezione ai sensi della Convenzione di Ginevra sui Rifugiati. Nonostante i rischi dati dalla sua attività politica, la sua richiesta di asilo è stata respinta. Quindi ha presentato richiesta di asilo in Germania. In base all’accordo Dublino-II è stata consegnata dalle autorità tedesche alle autorità norvegesi e da lì ora è stata estradata in Turchia. Gulizar Taşdemir, che per via del suo attivismo e della sua partecipazione attiva alla lotta di liberazione curda viene ricercata attivamente dalla Turchia, nonostante l’evidente pericolo di tortura, maltrattamenti e di lunga pena detentiva, viene estradata in Turchia.
È spaventoso che ora anche la Norvegia si allinei nella lista di quei Paesi che hanno smesso di agire secondo accordi da loro stessi progettati e firmati, come la Convenzione di Ginevra sui Rifugiati. Il movimento delle donne curde in Germania non può né sopportare né accettare questo trattamento con il quale la Norvegia consegna alla Turchia un’attivista politica, sapendo bene che questa estradizione per via delle sue attività politiche per lei significa lunghi anni di torture e di carcerazione. La Norvegia, che è uno dei Paesi che hanno firmato la Convenzione di Ginevra sui Rifugiati, è responsabile delle gravi conseguenze del fatto che Gulizar Taşdemir venga estrada in un Paese in cui la giustizia indipendente è stata rimossa e la tortura è all’ordine del giorno.
Chiediamo a tutte le istituzioni, in particolare al CPT, alla Corte di Giustizia Europea per i Diritti Umani, al Parlamento Europeo, di prendere atto di questa estradizione e di avviare i passi necessari per accertare che l’attivista curda venga trattata come prigioniera politica e i sui diritti fondamentali vengano difesi.
Infine invitiamo tutte le donne, femministe e attiviste per i diritti umani a denunciare questo eclatante disprezzo dei diritti umani di un’attivista, la cui intera vita è stata una lotta per una vita migliore.
Comunicato stampa del CENÎ – Ufficio delle Donne Curde per la Pace, 05.07.2018
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