Cassibile, anche quest'anno per i migranti accoglienza zero!
Come
ogni anno, da aprile a giugno, in occasione della raccolta delle
patate, ai circa 5.000 residenti a Cassibile si aggiungono numerose
centinaia di migranti, per lo più di origine marocchina e
sudanese; questi giungono nella frazione siracusana, dopo aver terminato
altre raccolte in Italia: una vera transumanza del lavoro migrante
nelle campagne. Anche quest'anno, come nelle 3 stagioni passate , la latitanza delle istituzioni locali è totale nell’approntare
un minimo d’accoglienza per le centinaia di lavoratori stagionali che
vengono super sfruttati dai caporali e dai proprietari terrieri, che
evadono i contributi, ricorrendo alla manodopera in nero.
Quest’anno la produzione delle patate è notevolmente aumentata, come
pure la presenza dei migranti, quasi raddoppiata rispetto agli ultimi
anni.
All’inizio di maggio sono aumentati i controlli delle forze
dell’ordine, che hanno “scoperto” i casolari abbandonati (da quasi 10
anni!) di contrada Stradicò, che hanno portato all’identificazione ed
alla denuncia di 79 migranti per “invasione di terreni”; come al solito lo stato riesce a dimostrare la sua forza solo con i deboli, peccato che sia quasi sempre debole con i forti.
La
presenza stanziale di una comunità marocchina (circa 300) rende più
semplice il “primo impatto” per chi proviene dal Maghreb. Per questi ultimi è infatti possibile affittare stanze nel centro abitato. Per gli altri (Sudanesi, Somali, Eritrei, Nigeriani)
invece non esistono più neanche le tendopoli gestite negli anni
scorsi dalla Protezione civile o dalle Misericordie, che accoglievano
almeno 140/150 migranti. Così i migranti sono costretti a trovare
rifugio - privi di acqua, luce e servizi igienici - nei casolari di
campagna abbandonati e diroccati o in tende di fortuna.
La
stragrande maggioranza dei migranti che arrivano a Cassibile è regolare
con il permesso di soggiorno - rifugiati, richiedenti asilo,
protezione umanitaria, in regola con il PDS, in attesa di rinnovo - ma,
non essendo riconosciuto a loro il diritto di lavorare nel rispetto
delle norme contrattuali, viene spinta verso il lavoro irregolare con il
rischio di perdere il permesso di soggiorno, grazie a vergognose leggi
razziali come la Bossi-Fini ed il “pacchetto sicurezza”. Teoricamente
l’assunzione di manodopera dovrebbe essere eseguita tramite gli uffici
preposti, il salario orario netto dovrebbe essere di 6 euro e venti, sei
ore e trenta minuti la giornata lavorativa, spese logistiche, di
trasporto e materiale di lavoro (scarpe antinfortunistiche, guanti) a
carico del datore di lavoro. Ma nella pratica il collocamento è
sostanzialmente in mano ai “caporali” e ai subcaporali, in base alle
varie etnie; costoro gestiscono anche i trasporti (da 3 a 5 euro il
costo) e impongono salari differenziati: chi viene dal Maghreb
percepisce 35 euro al giorno e gli altri 30 o ancora meno. Gli orari
sono “flessibili”, se vuoi lavorare devi comunque essere in grado di
riempire quotidianamente almeno 100 cassette, ognuna del peso di 20/22
chili .
Perché non si controllano a monte le
aziende che beneficiano del “servizio” svolto per loro conto dai
caporali? Perché ci si accanisce contro i migranti, criminalizzandoli,
quando invece ci sono non poche ditte locali e non solo, che evadono i
contributi ed ingrassano i caporali? Le istituzioni preposte sanno
intervenire solo in senso repressivo contro i migranti?
Purtroppo
oramai il senso delle parole è capovolto, si criminalizzano le vittime e
non i carnefici e le forze apertamente razziste fanno il pieno di voti,
la Solidarietà (vedi Ong delle navi umanitarie) viene considerata
oramai un reato. Facciamo appello a tutto l’associazionismo
antirazzista ed al sindacalismo conflittuale siracusano e regionale a
non rimuovere questa drammatica realtà. E’ drammatico che ciò si ripeta in una terra dove proprio 50 anni fa ci furono eroiche lotte
bracciantili (che costarono la vita ad Angelo Sigona ed a Giuseppe
Scibilia) che riuscirono a debellare a livello nazionale le piaghe delle
gabbie salariali e del caporalato.
La storia siciliana ce l’ha insegnato Emigrare non è reato
Solidarietà con gli immigrati, Unità di tutti gli sfruttati
Ct
24/5/2018
Rete
Antirazzista Catanese
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