sabato 26 maggio 2018

pc 26 maggio - MATTARELLA SI PREOCCUPA DEI RAPPORTI CON GLI IMPERIALISMI EUROPEI, MA NON DICE NULLA SUL FASCIO/RAZZISTA SALVINI AL MIN. DEGLI INTERNI


Si nasconde e si avalla la questione centrale, più illegittima, caratterizzante in senso fascista, razzista, questo governo e il problema dei Ministeri: la questione immigrazione e di Salvini al Ministero degli Interni. Eppure questa pone una forte questione di anticostituzionalità. 
Ma  il fatto che un Ministero chiave, com'è quello degli Interni sarà nelle mani di un fascista, razzista, che ha fatto dichiarazioni e atti, e fa proponimenti di leggi contro l’«invasione» dei migranti da ricacciare via dalla «civiltà occidentale», esplicitamente in contrasto con articoli della Costituzione; di un personaggio, appoggiato da forze neofasciste, neonaziste – che neanche poteva e potevano presentarsi alle elezioni; questo non provoca alcun problema per un presidente della Repubblica, che dovrebbe essere il garante della Costituzione.
Lo stesso Manifesto scrive nel suo editoriale di oggi: “...A proposito: tutti sbraitano per Savona all’economia, ma nessuno protesta per Salvini ministro degli interni”.
Ma sarà che, su questo, c'è meno contrasto con la politica del predecessore Minniti - anch'essa anticostituzionale e anch'essa avallata da Mattarella. “Quanto ai migranti – scrive sempre il Manifesto - basterà seguire le orme tracciate dal ministro Minniti che per fermare la destra si è fatto destra: criminalizzazione del soccorso ai migranti – gli «ultimi degli ultimi» di cui parla Marco Revelli – e di ogni apertura a chi fugge dalle nostre guerre e dai risultati del nostro modello di sviluppo-rapina; con l’deologia dell’«aiutiamoli a casa loro» come viatico di un nuovo protezionismo-colonialismo, già praticato impunemente da decenni dalla Francia in Africa e confermato dal disastro provocato con la guerra in Libia; dove torneremo in armi e controlli, regalando fondi alle milizie di turno perché allarghino l’universo concentrazionario e criminale dei campi e delle prigioni libiche, fino alla «nuova frontiera» coloniale dell’Europa che, secondo la Commissione europea, è il Niger”.

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