giovedì 24 maggio 2018

pc 24 maggio - COMUNICATO DI 'ANCORA IN MARCIA' SULLE ALTRE DUE MORTI IN FERROVIA

Incidente ferroviario ad un passaggi a livello a Caluso (To) - Morto macchinista e addetto alla scorta del TIR
Un Tir occupa il passaggio a livello mentre sopraggiunge il treno. 
Nel decennale dell'ANSF, due morti, tra cui il macchinista e molti feriti
Chivasso, 24 maggio 2018 - Questa notte, un altro tragico incidente ferroviario ad un passaggio a livello. Il nostro compagno di lavoro Roberto Madau di 61 anni, macchinista dell'Impianto di Chivasso è morto praticamente sul colpo, schiacciato nella cabina di guida ripiegata su se stessa e ridotta ad un ammasso informe di lamiere. C'é anche una seconda vittima, l'addetto alla scorta del trasporto eccezionale, mentre la giovane capotreno è rimasta gravemente ferita assieme a numerosi altri viaggiatori, alcuni dei quali in sono ricoverati in codice rosso negli ospedali di zona. Il macchinista aveva ripreso servizio in Piemonte da poche settimane dopo aver lavorato per un periodo in trasferta temporanea a Roma. La tragedia è avvenuta ieri sera poco prima di mezzanotte nei pressi di Caluso, sulla linea Torino Ivrea. Il treno locale 10027 ha trovato il passaggio a livello occupato dalla parte rimorchiata di un Tir che trainava un trasporto eccezionale.
Un incidente fotocopia di tanti altri avvenuti ai passaggi a lilvello che restano uno dei punti
ad altissimo rischio per gli utenti della strada e per chi viaggia o lavora sui treni.
Se, come sembrerebbe dalle prime frammenatarie notizie, il Tir è rimasto bloccato per diversi minuti sul passaggio a livello prima dell'arrivo del treno, vorrebbe dire che non ci sono sistemi di sicurezza deguati per la protezione, come l'invio di un segnale di prudenza. La tecnologia impiegata in altri ambiti della rete ferroviaria, come per esempio sul'allta velocità, sulle linee locali, e sui passaggi a livello resta un miraggio.
Tra gli altri, ricordiamo per la sua evidente analogial'incidente di Cisternino, avvenuto il 24 settembre 2012 dove perse la vita "solo" il macchinsita Giuseppe Campanella, anche lui rimasto schiacciato nella cabina del pendolino ETR 480, che è sembrata di 'cartapesta'. Anche in quel caso il TIr rimase bloccato tra i binari per alcuni minuti senza che l'autista sapesse cosa fare per fermare il treno in arrivo.
L'impatto è stato così violento tanto che alcune carrozze sono uscite dai binari ribaltandosi ed accartocciandosi. La cabina di guida della vettura pilota è stata competamente distrutta nello scontro. Per noi che ci lavoriamo dentro è raccapricciante vedere gli effetti prodotti dall'incidente in un ambiente familiare, come ad esempio i resti del sedile e degli altri oggetti di uso quotidiano.
Resta da comprendere come sia stato possibile che un trasporto eccezionale con tanto di scorta abbia potuto impegnare l'attraversamento senza far scattare l'allarme e i segnali di arresto per il treno che stava sopraggiungendo.
Salvo che il tutto non sia avvenuto contestualmente ed in pochissimi secondi, ci interroghiamo sui dipositivi utilizzati per proteggere questi passaggi a livello che spesso non consentono di avvisare tempestivamente i macchinisti e predisporre per l'arresto istantaneo i segnali ferroviari riguardo in presenza di un ingombro.

Ai familiari delle vittime esprimiamo tutto il nostro cordoglio, mentre vogliamo essere vicini anche ai feriti, in particolare un forte abbraccio alla collega capotreno che, dalle notizie trapelate, sarebbe stata estratta a fatica dalla lamiera del treno deragliato ed ora è in prognosi riservata.
Il dolore che proviamo per il tragico avvenimento non fa però che accrescere la nostra rabbia, per l'ennesimo gravissimo episodio che ha coinvolto il personale dei treni, stavolta causandone la morte di uno e il ferimento dell'altra. Mentre ci vantiamo di avere le “ferrovie più sicure d'Europa” e mentre a Firenze l'Agenzia della Sicurezza Ferroviaria (ANSF), "festeggia" il suo decennale, abbiamo ancora linee piene zeppe di passaggi a livello, gestiti con dispositivi tecnologici inadeguati, per cui basta un guasto o un comportamento errato da parte di un automobilista o autista per causare un disastro, come avvenuto ieri sera.
Con la metà dei 40 miliardi di Euro utilizzati per la famigerata Torino-Lione si potrebbero eliminare tutti i passaggi a livello o renderli molto più sicuri. Se il ministero dei trasporti, l'ANSF, RFI e la stessa magistratura, non affronteranno con un approccio diverso il problema dei Passaggi a livello - guardando anche oltre le eventuali responsabilità dei singo autisti - temiamo che le lacrime e la rabbia di oggi non serviranno a nulla perché presto torneremo a piangere... Un evento così ricorrente e pericoloso deve essere 'prevenuto' e non solo sanzionato.
E questo aspetto di non-sicurezza si somma a tutti gli altri di cui le nostre ferrovie soffrono, a causa delle scellerate scelte della dirigenza: treni condotti da macchinisti soli che in caso di malore non possono venire soccorsi da nessuno, disumani orari di lavoro del personale dei treni concordati con i sindacati organici, linee rimaste a semplice binario e con attrezzature di sicurezza obsolete, ennesimo piano di introduzione del vecchio e illegale “Uomo Morto” che è già stato protagonista di gravissimi avvenimenti in passato.
Macchinisti, capitreno e tutto il personale dell'esercizio non possono permettersi di accettare che questa situazione permanga e che nelle ferrovie italiane la sicurezza non sia realmente considerata come un valore ma unicamente come un costo e che le Istituzioni preposte al controllo e alla vigilanza non intervengano in modo efficace in via preventiva.

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