Firenze. Basta ricatti, basta repressione!
La repressione colpisce ancora e questa volta la sua vittima è una professoressa dell’istituto Datini di Prato.
La sua “colpa” è quella di essersi schierata dalla parte degli studenti e
delle loro famiglie, che venivano costretti dal preside a pagare il
contributo volontario, spesa non indifferente
per chi ha una situazione economica non favorevole, sotto il ricatto di vedersi privati di alcune attività da questa indipendenti. Inoltre si è unita ai suoi studenti nella lotta contro l’alternanza scuola-lavoro subendo gravi conseguenze come la perdita della classe e la sospensione dall’insegnamento con ritiro dello stipendio per qualche giorno.
Il nostro appoggio va a tutti coloro che come noi ogni giorno si oppongono all’alternanza che sottrae tempo e energie che potrebbero essere dedicate alla formazione personale o allo svago, che abitua alle logiche di profitto, abitua a vivere una vita da precari e ad essere sfruttati.
Noi questo sistema non lo accettiamo, pensiamo che l’alternanza non sia riformabile, ma debba essere abolita e ogni volta che manifestiamo il nostro dissenso ci ritroviamo di fronte al muro della repressione.
Repressione quando a Carpi la denuncia dell’esperienza di uno studente, tramite un post su facebook, è stata punita con un 6 in condotta, repressione quando un preside di Senigallia ha impedito con minacce ad alcuni studenti e alcune studentesse del “suo” istituto la partecipazione ad un corteo proprio contro l’alternanza, repressione quando ogni volta che ci rifiutiamo di obbedire subiamo ripercussioni, normalizzate dalla “Carta degli studenti e delle studentesse in alternanza”, che ci obbliga a mantenere la segretezza riguardo alla nostra esperienza.
Siamo stanchi di rischiare di perdere una mano, com’è successo ad uno studente di Udine, di ritrovarci a svolgere gratuitamente mansioni solitamente retribuite e di sentire il peso di un ulteriore ricatto!
PER GRIDARE ANCORA A GRAN VOCE TUTTA LA NOSTRA RABBIA:
PRESIDIO VENERDÌ 1 GIUGNO ALLE 16 DAVANTI AL CONSIGLIO REGIONALE IN VIA CAVOUR
per chi ha una situazione economica non favorevole, sotto il ricatto di vedersi privati di alcune attività da questa indipendenti. Inoltre si è unita ai suoi studenti nella lotta contro l’alternanza scuola-lavoro subendo gravi conseguenze come la perdita della classe e la sospensione dall’insegnamento con ritiro dello stipendio per qualche giorno.
Il nostro appoggio va a tutti coloro che come noi ogni giorno si oppongono all’alternanza che sottrae tempo e energie che potrebbero essere dedicate alla formazione personale o allo svago, che abitua alle logiche di profitto, abitua a vivere una vita da precari e ad essere sfruttati.
Noi questo sistema non lo accettiamo, pensiamo che l’alternanza non sia riformabile, ma debba essere abolita e ogni volta che manifestiamo il nostro dissenso ci ritroviamo di fronte al muro della repressione.
Repressione quando a Carpi la denuncia dell’esperienza di uno studente, tramite un post su facebook, è stata punita con un 6 in condotta, repressione quando un preside di Senigallia ha impedito con minacce ad alcuni studenti e alcune studentesse del “suo” istituto la partecipazione ad un corteo proprio contro l’alternanza, repressione quando ogni volta che ci rifiutiamo di obbedire subiamo ripercussioni, normalizzate dalla “Carta degli studenti e delle studentesse in alternanza”, che ci obbliga a mantenere la segretezza riguardo alla nostra esperienza.
Siamo stanchi di rischiare di perdere una mano, com’è successo ad uno studente di Udine, di ritrovarci a svolgere gratuitamente mansioni solitamente retribuite e di sentire il peso di un ulteriore ricatto!
PER GRIDARE ANCORA A GRAN VOCE TUTTA LA NOSTRA RABBIA:
PRESIDIO VENERDÌ 1 GIUGNO ALLE 16 DAVANTI AL CONSIGLIO REGIONALE IN VIA CAVOUR
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