Giovedì ventitre novembre, una troupe
cinematografica argentina – agli ordini della regista Agustina Macri, figlia di
Mauricio, presidente pro tempore della Républica Argentina – occupa palazzo
della Meridiana, e la piazza ad esso antistante, per girare alcune scene di un
film.
La pellicola in questione si intitola “Amor y
Anarquia”, e ricostruisce – naturalmente a modo suo – le vicende che hanno
portato al “suicidio” in carcere di due anarchici accusati ingiustamente di aver
compiuto, tra l’agosto 1996 ed il gennaio 1998, attentati ecoterroristici in val
di Susa: Maria Soledad Rosas alias Sole, ed Edoardo Massari detto Baleno.
Sul set cinematografico si presenta un gruppo di
solidali con la lotta dei due ragazzi, che espone
uno drappo bianco con la scritta nera “Sole e Baleno non si vendono. Boicotta sto film” e distribuisce ai passanti un volantino dove si spiegano le ragioni della contestazione, peraltro già avvenuta a Torino, dove erano iniziate le riprese, poi interrotte e trasferite di corsa nel capoluogo ligure..
uno drappo bianco con la scritta nera “Sole e Baleno non si vendono. Boicotta sto film” e distribuisce ai passanti un volantino dove si spiegano le ragioni della contestazione, peraltro già avvenuta a Torino, dove erano iniziate le riprese, poi interrotte e trasferite di corsa nel capoluogo ligure..
«Nel film come nel libro si parla in maniera
distorta della storia dei nostri compagni e di chi quei giorni convulsi li ha
vissuti sulla propria pelle. Oltre ad averli uccisi, quasi vent’anni dopo il
sistema vorrebbe farne un prodotto commerciale, rendendoli protagonisti di un
film spazzatura», è scritto sul ciclostilato.
Da quel che trapela da fonti solitamente ben
informate, il gruppo di manifestanti starebbe rischiando una denuncia da parte
delle autorità; davvero non si capisce quale mai potrebbe essere il reato da
contestare loro: le riprese di un film non si possono certamente equiparare ad
un servizio pubblico.
Inoltre ci chiediamo se non sarebbe il caso
cacciare dal suolo italiano, perché “persona non grata”, la figlia di un capo di
Stato che si è reso colpevole più volte di violazione dei diritti umani, come
nel caso del sequestro e dell’omicidio dell’oppositore Santiago Maldonado, la
cui unica colpa era difendere la causa del popolo Mapuche.
Genova, 24 novembre 2017
Stefano Ghio - Proletari Comunisti
Alessandria/Genova
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